Particolare degli affreschi interniParticolare degli affreschi interni

Parole in agrodolce – "L'Italia è come un signore che sa di avere sotto il suo campo una miniera di diamanti, ma preferisce coltivarci sopra patate e costruirci capannoni". Sono parole dell'ex-ministro francese Jack Lang.
Qui da noi spesso si sente dire che il territorio ha bisogno di un rilancio turistico, di una rivalutazione globale. E da qualche tempo, in effetti, si sta cercando, con progetti studiati ad hoc ed iniziative diversificate, di far conoscere le bellezze culturali e le eccellenze storico-artistiche di questa terra, richiamandosi al "glorioso passato" che ha visto il territorio prealpino prescelto da molti ricchi borghesi lombardi al principio del XX secolo. Il nostro vuol essere un tentativo, seppur di piccole misure, di conoscenza ma anche di riflessione sulla vocazione territoriale del circondario del Varesotto. Ma c'è un ma. Far conoscere un territorio, migliorare e mantenere la qualità della vita e la sostenibilità di una città, sono forme di valorizzazione dirette innanzitutto a chi quel territorio lo abita, ma pronte ad essere proposte al più ampio numero di persone che lo vengono a visitare e conoscere.

Quei santi patroni – Questa settimana entriamo nella

Affreschi esterni, oggiAffreschi esterni, oggi

chiesa di Santa Caterina ad Erbamolle. È aperta solo per la messa domenicale delle 8.30. Se non vi lasciate impigrire, lo spettacolo è assicurato. Tuttora di proprietà privata, anche se definitivamente di uso pubblico, l'oratorio di S. Caterina sorse quasi sicuramente per una concorrenza di collaborazione tra i fondatori, proprietari del terreno, e la popolazione di Erbamolle, allora complesso di cascine facenti parte del territorio di Buguggiate. All'interno dell'edificio, splendidi affreschi si allineano sulla parete sinistra. Sono opera del pittore Galdino da Varese e rappresentano: San Vittore a cavallo, Sant'Antonio Abate, la Vergine col Bambino, Santa Caterina, San Rocco e una Santa monaca. Nell'incorniciatura di San Vittore è leggibile la data 1504. Assai evidente è l'affinità di stile tra questi dipinti e quelli della chiesa di Santo Stefano di Bizzozero. Negli affreschi sono mescolati raffinatezze lineari e cromatiche (come la coroncina di perle che trattiene i riccioli biondi di Santa Caterina o le maniche in tessuto damascato di San Rocco) che, in parte, ancora rimandano ai modelli espressi dalla civiltà cortese del Gotico. Un piccolo brano sulla parete destra, molto consunto, conclude il programma decorativo: una Vergine

Affreschi esterni, negli anni '60Affreschi esterni, negli anni '60

con Bambino e santo vescovo benedicente.

Brani persi – Ma se torniamo all'esterno è possibile notare come la decorazione pittorica della facciata (datata al 1498) sia assai deteriorata e recuperata parzialmente solo in tempi recenti. Al centro troviamo, attualmente protetta da un vetro, l'immagine della Vergine col Bambino e angeli adoranti; alle estremità laterali, sono solo distinguibili la gigantesca, bene-augurante figura di San Cristoforo, a destra, e un santo con lungo pugnale e libro, forse identificabile con San Bartolomeo, a sinistra. Affiancano la Madonna col Bambino le figure di un giovane santo martire e quella di Sant'Antonio Abate. Ancora nel 1964, la studiosa Gemma Guglielmetti Villa descriveva le altre figure in facciata, allora ancora ben visibili. Oggi, complici gli effetti devastanti dell'incuria e dell'inquinamento, restano pallide ombre della decorazione in facciata che, come sappiamo, è tipica delle chiese antiche del territorio e superstite solo in pochi altri esempi, come quello della chiesa della Schirannetta di Casbeno.