La facciata della chiesa di San PancrazioLa facciata della chiesa di
San Pancrazio

Cominciamo la nostra visita all'interno della piccola chiesa di San Pancrazio di Vedano Olona, ricordando che l'architettura è la forma espressiva che più di altre condivide da vicino il tempo e lo spazio reale dell'uomo. L'architettura si percorre, si abita, si modifica e la costruzione di un edificio raccoglie in sé attese ideali, problematiche concrete, esigenze funzionali e liturgiche che in nessuna altra arte è possibile rintracciare con eguale intensità.

Da qualche anno, i lavori di restauro in San Pancrazio hanno riportato alla luce antichi affreschi che ora consentono di riscrivere la storia dell'edificio e di cogliere la sua importanza per l'intero centro di Vedano Olona.
Già le mura, le fondamenta e lo stesso aspetto interno parlano a favore di un'origine antica.

Si può infatti affermare con certezza che la chiesa originaria si presentava con forme diverse e che numerose strutture architettoniche sono andate perse mentre altre sono state modificate e trasformate. La piccola chiesa, nelle sue forme attuali, è riferibile all'epoca Quattro – Cinquecentesca; ma già nel periodo medievale, i cronisti antichi nominano a Vedano l'antico tempio come facente parte della pieve del Seprio.

Agli occhi degli archeologi, la chiesa di Vedano si presenta come un ricco sovrapporsi di fasi costruttive, come un cantiere che, attraverso i secoli, è sempre stato in costante attività, arricchendo, modificando e curando le mura dell'edificio sacro.

Gli esperti di storia dell'architettura hanno attestato un'origine romanica per la chiesa di San Pancrazio che così appartiene a pieno diritto a una delle stagioni artistiche e culturali più vitali e importanti del Medioevo.
In una fase successiva (compresa tra XVI e XVIII secolo) la chiesa si arricchisce di ulteriori trasformazioni ed ampliamenti con la costruzione delle cappelle laterali di San Rocco e della Beata Vergine del Rosario, della sagrestia sul lato meridionale dell'area presbiteriale.

Entrando nella chiesa, a sinistra si trova la cappella del Battistero dedicata a San Giovanni Battista. La costruzione, voltata a crociera e illuminata da due piccole finestre, risale al 1580 circa. All'interno, oltre ai motivi geometrici e vegetali affrescati sulla volta a crociera, sulla parete di fronte a noi si realizza nella scena sacra del Battesimo di Cristo una perfetta fusione tra figure e paesaggio.

Proseguendo la visita alla chiesa, si giunge alla cappella della Beata Vergine del Rosario che si apre al di là di una bassa balaustra e di un arco a pieno sesto sul cui intradosso sono dipinte le figure di sei Apostoli, mentre due angeli in stucco bianco sembrano appoggiarsi e insieme sostenere i due pilastri.

L'interno della chiesa si configura come percorso

La grande Corcefissione all'interno dell'aulaLa grande Corcefissione all'interno dell'aula

rettilineo, che conduce il visitatore dall'ingresso all'area presbiteriale e all'altare.
Sulla fronte dell'altare compaiono importanti immagini: è raffigurato il tema dell'Imago Pietatis, con Cristo che mostra i segni della Passione alle mani e al costato e si alza dal sepolcro davanti alla croce lignea, tra S. Caterina d'Alessandria e Santo Stefano.
Arriviamo così davanti al cuore dell'edificio di Vedano Olona e agli affreschi riemersi dopo il restauro. La grande Crocifissione che occupa la parete di fondo del presbiterio commuove e al tempo stesso coinvolge lo spettatore grazie alla gestualità e all'espressione viva dei personaggi.
La figura del Cristo, esile e allungata, è affiancata dai due ladroni contro un cielo occupato dallo straziato volo degli angeli variopinti e ritratti in diversi atteggiamenti: in tre raccolgono entro calici il sangue dalle ferite delle mani e dal costato di Cristo. Sulla destra per chi guarda la grande scena, appaiono cavalieri con insegne, ricchi nobili in abiti rinascimentali e un gruppo di soldati che si gioca le vesti di Cristo a dadi. Sul Calvario, nel gesto drammatico di abbracciare la Croce, è riconoscibile la figura della Maddalena coi lunghi capelli sciolti e col manto rosso che nasconde la base della Croce. Nella parte sinistra, c'è il gruppo dei Dolenti dove si distinguono le Pie Donne e San Giovanni in atto di sorreggere la Vergine che sviene.

Sulla parete destra per chi guarda l'altare, si trovano altri riquadri con scene delle vite di Santi, tra cui si riconoscono distintamente Eligio e Rocco. Sant'Eligio è rappresentato in vesti di vescovo, con la mano destra levata a benedire un uomo inginocchiato che conduce un cavallo bardato.
Nelle fonti, questo Santo è ricordato per la tradizione, diffusa a partire dal XIV secolo, che gli attribuisce la facoltà di guarire e proteggere cavalieri e cavalli. Per questo motivo qui a Vedano è rappresentato con accanto due ferri di cavallo.
Nel contado a sud ovest di Varese restano ampie tracce iconografiche della devozione ad Eligio: a Monate, all'eremo di Santa Caterina del Sasso e a Brebbia.