L'interno dello studioL'interno dello studio

Aula aperta – Ha appena computo trent'anni il laboratorio di arti figurative che il maestro Arsenio De Boni, classe 1921, fondò con passione e che, tutt'oggi, rimane punto di riferimento a Sesto Calende.
Un'istituzione storica che ha visto passare, tra i suoi banchi e tra i suoi gessi, più di trecento allievi che hanno potuto scoprire, guidati dal maestro, i segreti e le tecniche per creare il bello.Un laboratorio che esce temporaneamente anche all'esterno per imparare a dipingere "en plein air" e che non tralascia di approfondire le tecniche del nudo con modella.
L'aula aperta è uno di quei centri propulsivi che danno ancora importanza alla creazione del bello e all'educazione all'arte, anche per chi non abbia avuto – complici le vicende della vita come è accaduto allo stesso De Boni – la possibilità di compiere studi adeguati.
Un luogo che ha restituito al mondo dell'arte nomi che, nel tempo, hanno avuto un discreto successo e che continuerà la sua strada anche nel futuro perché De Boni ha lasciato, dietro di sé, allievi che continueranno la tradizione della scuola.

Un altro particolareUn altro particolare

I numeri – "Io penso di aver raggiunto, come laboratorio, sui trecento e più allievi, da dieci anni seguiamo anche l'Unitre (l'università della terza età), e con loro si arriva a più di seicento". De Boni snocciola con orgoglio le cifre di trent'anni di impegno e amore per la diffusione e l'insegnamento dell'arte, e continua: "ho avuto delle soddisfazioni a livello personale, soprattutto, perché quando vedi che un allievo arriva a diplomarsi e si fa una posizione fa piacere. Anche ai genitori che venivano a chiedermi se un figlio aveva dei numeri per fare carriera come artista io ho sempre dato il consiglio giusto, perché intuivo bene se queste qualità c'erano o meno".

Mentore e maestro –
Talent scout di prim'ordine De Boni: ha al suo attivo una intensa carriera a livello locale e tantissimi quadri venduti o donati anche per fini sociali.
Una vita spesa per l'arte senza alcun rimpianto e nobilmente, da vero uomo d'altri tempi, condotta con discrezione e umiltà, con l'occhio lucido di chi alle doti naturali degli allievi non sovrappone la sua capacità e qualità, ma riconosce ed educa: "ho sempre da imparare, quando sono davanti ai miei allievi sento che ancora oggi mi insegnano qualcosa, soprattutto quelli più grintosi, che hanno voglia di fare, che vogliono spingersi oltre il semplice copiare: io sono per il creare". Come dargli torto?