Ho appreso nei giorni scorsi dai giornali della demolizione della storica ciminiera Cantoni di Gallarate.

Ritengo che far sparire elementi significativi delle nostre città (anche nella mia Busto gli scempi in questo senso sono purtroppo ancora numerosi) non possa che peggiorarne la qualità urbana e sociale, trasformandole poco alla volta in ben poco significative aree periferiche di Milano.

Il lato estremamente negativo di questi avvenimenti è che spesso passano quasi inosservati; dal punto di vista delle amministrazioni si pone un eccessivo interesse verso irrilevanti aspetti burocratici delle pratiche edilizie mentre si perde completamente una visione complessiva, un senso più ampio del vivere urbano che dagli elementi della storia non può prescindere.

Questo denota una profonda ignoranza in materia architettonica che porta (come prima visibile conseguenza) ad un impoverimento dei nostri centri e non può poi che ripercuotersi sulla qualità della vita.
Quando l'intero tessuto delle nostre città sarà riempito esclusivamente da edilizia speculativa, cosa resterà delle nostre radici, della storia dei secoli passati?
Se non porremo "vincoli" a certi interventi, se non faremo capire che alcuni elementi architettonici ed urbani sono di pregio, di profondo valore storico e conviene a tutti conservarli (certo, gli speculatori potranno obiettare su questo punto), la "battaglia per la cultura" è persa in partenza.