Anacronurbex nasce dall’unione di due termini, “anacronismo” ed “urbex”. Con Urbex si intende l’esplorazione di posti abbandonati e decadenti (dall’inglese “urban exploration”). Mentre le dimore dimenticate appartengono ad epoche ormai passate, gli elementi architettonici e i rimasugli d’arredo sono logori e sorpassati, anacronistici appunto; sopravvivono nascosti e sembra quasi che il tempo al loro interno scorra diversamente.

Il contesto di Sala Veratti, luogo storico di incomparabile bellezza, da una parte valorizza i soggetti fotografati, dall’altra si pone in contrasto con essi. In ogni modo il tutto si compenetra perfettamente anche grazie al sottofondo musicale e alle immagini che scorrono in un video.

Christian Basetti racconta con entusiasmo il suo lavoro: “La mia passione è nata da un viaggio negli Stati Uniti dove mi sono dedicato alla fotografia di paesaggio. Tornato, ho frequentato un corso e quest’arte mi ha appassionato sempre di più e da lì mi sono applicato per affinare la tecnica.
L’interesse per il genere dei luoghi abbandonati è iniziato un po’ di anni dopo e la frequentazione del Circolo fotografico 87 di San Vittore Olona ha stimolato la mia curiosità e il mio spirito di avventura: finalmente, muovendomi nell’arco di poche ore da casa, potevo intrufolarmi in questi luoghi abbandonati che spesso sono dismessi, chiusi al pubblico, nascosti, pericolanti e sempre, soprattutto internamente, non agevoli da raggiungere.
Il brivido dell’avventura, oltre che l’interesse per la fotografia, mi spinge a continuare questa sorta di viaggio in una dimensione lontana, parallela, difficile da interpretare: l’artista diventa allora un “cronoreporter”, che tenta di preservare negli scatti la malinconica bellezza di luoghi che molto probabilmente andranno demoliti o le intemperie faranno crollare su sé stessi.
Le mie opere fanno emergere sentimenti contrastanti: una connotazione negativa in cui la bellezza di questi posti è corrotta dall’oscurità e dall’abbandono, o positiva dove questo splendore mantiene il suo orgoglio nonostante il logorio della natura e del tempo.

In questa mostra, le cui foto sono scattate in tutta Italia, si va dalle chiese, agli ospedali psichiatrici, alle fabbriche dismesse, ai palazzi nobiliari che sono quelli che più amo perché questa contrapposizione tra desolazione, distruzione e antico sfarzo è magnifica. Poi ci sono immagini di luoghi in Francia, Belgio e Lussemburgo nel video correlato alla mostra.
Per quanto riguarda la composizione ritraggo ambienti nel loro complesso e mai mi soffermo sui dettagli. Lavoro molto sulla luce e sulle ombre con multiscatti cercando di cogliere i particolari sia nelle luci più forti che nelle ombre più marcate tanto che alla fine le mie foto sembrano quasi dipinti e i contrasti luministici creano una luce caraveggesca. Molti utilizzano gli algoritmi dei programmi e molto spesso si creano degli effetti artificiosi. Io voglio controllare tutto il processo per cui opero manualmente: dopo aver ottenuto la foto base lavoro sul post-produzione aumentando le ombre e le luci. Le stampe sono fine art, attraverso le quali ottengo effetti polverosi anche utilizzando carte opache.”

 Cristina Pesaro

Sala Veratti, via Veratti 20, Varese
da martedì a venerdì 15.00 – 19.00
sabato e domenica: 10.30 -13.00 | 15.00 – 20.00