Varese Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/news-arte/varese/ L'arte della provincia di Varese. Thu, 11 Apr 2024 09:58:43 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.3.4 https://www.artevarese.com/wp-content/uploads/2017/05/cropped-logo-1-150x150.png Varese Archivi - ArteVarese.com https://www.artevarese.com/categoria/news-arte/varese/ 32 32 Andrea Ravo Mattoni inaugura al Castello di Masnago https://www.artevarese.com/andrea-ravo-mattoni-inaugura-al-castello-di-masnago/ https://www.artevarese.com/andrea-ravo-mattoni-inaugura-al-castello-di-masnago/#respond Thu, 04 Apr 2024 18:00:50 +0000 https://www.artevarese.com/?p=73866 Varese – Andrea Ravo Mattoni inaugura al Castello di Masnago “img2img – Pittura, Copia e Intelligenza artificiale”. La mostra, a cura di Monica Guadalupi Morotti e Andrea Ceresa è la prima esposizione museale di dell’artista varesino (classe 1981), conosciuto in tutto il mondo dal 2016 per il suo progetto Recupero del classicismo nel contemporaneo con il […]

L'articolo Andrea Ravo Mattoni inaugura al Castello di Masnago proviene da ArteVarese.com.

]]>
Varese – Andrea Ravo Mattoni inaugura al Castello di Masnago “img2img – Pittura, Copia e Intelligenza artificiale”. La mostra, a cura di Monica Guadalupi Morotti e Andrea Ceresa è la prima esposizione museale di dell’artista varesino (classe 1981), conosciuto in tutto il mondo dal 2016 per il suo progetto Recupero del classicismo nel contemporaneo con il quale ha ripreso dipinti classici, risalenti al periodo tra il ‘400 e l’800, riproponendoli su grandi pareti  e muri con la tecnica dello spray.
Nel 2021  Ravo scopre l’Intelligenza Artificiale (AI) generativa e si apre una nuova via nel suo percorso. Il risultato  è stato esposto nelle mostre War of Images alla Colab Gallery di Weil Am Rhein, in Germania, RenA.I.ssance alla galleria Artrust a Melano, in Ticino (CH), e MétAImorphose alla galleria Ange Basso di Parigi, recentemente conclusa.

Parallelo al percorso murale per cui è più noto, il progetto con la AI procede principalmente in studio dove Ravo utilizza principalmente la stessa tecnica dello spray, ma su tela, supporto della pittura per eccellenza.

Il titolo di questa mostra, img2img, è la contrazione della formula image-to-image che indica una determinata tecnologia di Intelligenza Artificiale. Questa permette di trasformare un’immagine esistente semplicemente descrivendo ciò che si vorrebbe modificare (un prompt). Il titolo però non si limita ad indicare una delle modalità del processo creativo di Ravo, ma serve ad evocare, in senso più ampio, tutte le trasformazioni che occorrono alle immagini nella nostra società completamente satura (così come sono le memorie dei nostri cellulari):  distorte, compresse, postate, inviate, trasmesse, dipinte, prese in fotografia, falsate, modificate, photoshoppate, stampate, rubate, scaricate e forse non è ancora tutto. E le immagini sono il materiale dei pittori, pertanto è naturale che questo mutare non passi loro inosservato.

Per molti anni l’artista ha ridipinto immagini classiche, iconiche, reinterpretandole con la sua tecnica unica, ingigantendole e ponendole in mezzo alla strada era già un processo img2img. E non lo sanno in molti, ma ridipingere è una cosa che ha sempre fatto, come si vede nell’ultima sala della mostra, dove l’autoritratto è una sovrapposizione di fermimmagine di un video girato da Ravo stesso con una delle prime videocamera portatile dell’epoca. Oggi, questa mostra è la dichiarazione che continuerà a farlo. Sono cambiate le matrici da reinterpretare e la tecnica: non sono più solo i dipinti dell’arte classica, ma disegni e opere del ‘900 importanti per la sua formazione, sono le immagini generate dall’AI, in ogni stile, e sono anche le sue stesse fotografie, scattate in studio di posa.

Il percorso espositivo

Nelle stanze del Castello sono esposte circa 25 opere inedite realizzate per l’esposizione, principalmente dipinte a spray su tela, ma anche due interventi ad acrilico su pietra. Nelle prime tre sale si pone il vocabolario del pittore, cioè le immagini di cui Ravo può disporre per dipingere: sono le infinite possibili immagini generate dall’Intelligenza Artificiale,  temi classici della pittura interpretate da grandi maestri come Pellizza da Volpedo, di cui è stato preso in prestito il quadro Sera d’autunno o Valpozzo (1903) dalla collezione del Castello di Masnago. Sono anche le fotografie che Ravo scatta in studio di posa proiettando su delle modelle, sono anche la videoarte del ‘900, oltre che Caravaggio, suo autore classico prediletto sin dalla celeberrima Cattura di Caravaggio realizzato nel 2016 sotto il ponte di fronte al Centro Commerciale Belforte di Varese.

Nelle altre sale sfilano le differenti tipologie di immagini, nuovi mondi. L’illustrazione giapponese interagisce allora con la pittura classica e con gli affreschi del castello, quella che sembra fotografia invece è opera dell’intelligenza artificiale che si tradisce nell’imperfezione dell’immagine. Un nuovo universo creato dal pittore in cui fotografia, arte, intelligenza artificiale, video pittura e tutto ciò che è immagine collassa a creare un nuovo fragile mondo.

Nell’esposizione sono presenti delle strutture cromate e specchianti progettate da Studio Def e una composizione sonora di Andrea La Pietra.

Il percorso si conclude nella sala dedicata agli autoritratti. Partendo dal primo del 2004, realizzato ad olio su un lenzuolo della famiglia mentre frequentava l’Accademia di Brera, si passa a quello del 2013 e del 2024. L’esposizione che proseguirà fino al 28 luglio sarà affiancata da numerosi eventi. Orari al pubblico: da martedì a domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14 alle 18.n Visite guidate per scuole e gruppi su prenotazione con Cooperativa “Sull’Arte”, da contattare ai seguenti recapiti: telefono + 39 333 6810487, e-mail: info@cooperativasullarte.it

L'articolo Andrea Ravo Mattoni inaugura al Castello di Masnago proviene da ArteVarese.com.

]]>
https://www.artevarese.com/andrea-ravo-mattoni-inaugura-al-castello-di-masnago/feed/ 0
Un-Reality, Mauro Reggio a Varese https://www.artevarese.com/un-reality-mauro-reggio-a-varese/ https://www.artevarese.com/un-reality-mauro-reggio-a-varese/#respond Wed, 07 Feb 2024 09:05:20 +0000 https://www.artevarese.com/?p=73292 Varese – La galleria Punto sull’Arte si prepara ad accogliere dal  17 febbraio (con inaugurazione alle 11) la prima personale di Mauro Reggio dal titolo “Un-Reality”. L’esposizione, allestita nelle sale di Viale Sant’Antonio presenta opere dalle forti suggestioni metafisiche e da inquiete atmosfere hopperiane che caratterizzano i lavori di Reggio. Pennellate limpide, pulite, senza sbavature […]

L'articolo Un-Reality, Mauro Reggio a Varese proviene da ArteVarese.com.

]]>
Varese – La galleria Punto sull’Arte si prepara ad accogliere dal  17 febbraio (con inaugurazione alle 11) la prima personale di Mauro Reggio dal titolo “Un-Reality”.

L’esposizione, allestita nelle sale di Viale Sant’Antonio presenta opere dalle forti suggestioni metafisiche e da inquiete atmosfere hopperiane che caratterizzano i lavori di Reggio.

Pennellate limpide, pulite, senza sbavature e una sensibilità particolare al potere della luce e del colore hanno fatto di questo artista, negli anni, una delle figure più interessanti del paesaggio contemporaneo. Paesaggio urbano, però, sempre; nutrito dalle architetture che fanno di ogni città uno spazio unico e riconoscibile, pensato come una lunga narrazione, una favola affascinante nella quale i luoghi che crediamo di conoscere assumono un volto speciale: diventano icona.

La Galleria lo presenta in una personale intensa, suggestiva, dove proprio la città Varese emerge in due lavori dalle luminosità avvolgenti, opere in cui l’architettura razionalista si staglia nel suo impeccabile splendore oppure gioca di sponda con i capricci del Barocco. E poi, tra i soggetti, il Duomo di Parma e il suo Battistero, in uno skyline declinato su luci rosate; e ancora piazza Santo Stefano, a Bologna, raccontata come un enigma di De Chirico. E naturalmente Roma, la città dell’artista, calda di luci ocra care alla Scuola Romana, imponente nell’Anfiteatro Flavio e opulenta nello scorcio di via del Corso, costruttivista nelle volute delle tangenziali e romantica nei ponti sul Tevere.

Reale ma mai del tutto, in bilico tra l’autenticità del vero e l’artificio della perfezione, il lavoro di Reggio ci interroga sulla nostra percezione, sia quando sfiora l’astratto, lasciandoci nel dubbio su quello che stiamo vedendo, sia quando evoca, nella solennità dei suoi silenzi, musiche arcane che possiamo ascoltare solo con gli occhi e con il cuore.

La mostra che presenta opere inedite rimarrà in calendario sino al 16 marzo e sarà aperta al pubblico nei consueti orari: da martedì –a sabato dalle 9.30 alle17. All’inaugurazione sarà presente l’artista.

Cenni biografici

MAURO REGGIO si dedica unicamente alla raffigurazione del paesaggio urbano, di cui ne esalta prospettive e architetture spogliandole dei segni e della presenza dell’uomo per metterne in evidenza le geometrie e i colori e trasformandole nel vero e unico soggetto del quadro. I suoi soggetti sono tangenziali, gasometri, palazzi barocchi e archeologie industriali ritratti in un presente senza tempo. L’artista dipinge monumenti provenienti da epoche diverse a partire dai colori tipici della grande tradizione italiana del XX secolo, poi trasformati e rinnovati sulla base delle più recenti riflessioni contemporanee su fotografia, pittura e nuove tecnologie. Nasce a Roma nel 1971 e nel 1993 si diploma con lode all’Accademia di Belle Arti della sua città. Ha realizzato mostre personali e collettive in gallerie di prestigio, musei e spazi pubblici in Italia e all’Estero. Nel 2011 e 2015 è stato invitato a partecipare alla Biennale di Venezia. I suoi dipinti fanno parte di numerose collezioni pubbliche e private, tra le quali si segnalano quella della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma (Macro), la Collezione Farnesina Experimenta presso il Ministero degli Affari Esteri e quella del Senato sella Repubblica Italiana con tre dipinti di grandi dimensioni di cui uno commissionato appositamente per la parete centrale della Sala Nassirya in Palazzo Madama adibita alle conferenze stampa. La Bulgari s.p.a. ha acquistato e collocato sue opere nei negozi di New York, Los Angeles, Chicago, Londra, Hong Kong, Taipei (Taiwan), Kuala Lumpur (Malesia) e nella sede centrale di Roma. Nel 2021 vince il Premio Eccellenti Pittori con un quadro che rappresenta il Colosseo. Vive e lavora a Rocca di Papa (Roma).

L'articolo Un-Reality, Mauro Reggio a Varese proviene da ArteVarese.com.

]]>
https://www.artevarese.com/un-reality-mauro-reggio-a-varese/feed/ 0
“Nella scia dei segni interiori” https://www.artevarese.com/nella-scia-dei-segni-interiori/ https://www.artevarese.com/nella-scia-dei-segni-interiori/#respond Wed, 31 Jan 2024 07:00:52 +0000 https://www.artevarese.com/?p=73260 Varese – Prosegue, negli spazi espositivi del Santuario di Santa Maria della Gioia, “Nella scia dei segni interiori” la personale del pittore svizzero Hans Kammermann. Quella dell’artista è una pittura “messaggera di attimi, di ricordi e di relazioni uniti nella ricerca dell’energia cosmica che pervade ogni essere, ma che sfugge e si cela nell’illusione della […]

L'articolo “Nella scia dei segni interiori” proviene da ArteVarese.com.

]]>
Varese – Prosegue, negli spazi espositivi del Santuario di Santa Maria della Gioia, “Nella scia dei segni interiori” la personale del pittore svizzero Hans Kammermann.

Quella dell’artista è una pittura “messaggera di attimi, di ricordi e di relazioni uniti nella ricerca dell’energia cosmica che pervade ogni essere, ma che sfugge e si cela nell’illusione della vita quotidiana.

I lavori esposti sono il simbolo della meditazione di Hans negli ultimi anni, del suo universo di sogni e di sentimenti, racchiuso in pochi momenti distillati per questa mostra. Opere che possono essere descritte come un sussurro: “Non uscire fuori di te, rientra in te stesso, la verità abita nel profondo dell’uomo” (St. Agostino)”

Durante la mostra, in calendario sino al 9 febbraio, sarà possibile dialogare con l’artista e visitare la Chiesa di via Montello, opera di Frate C. Ruggeri e L. Leoni. Orari di apertura al pubblico: 2 febbraio, dalle 15 alle 19; 3 febbraio, 10-12 e 15-19; 4 e 9 febbraio, 15-19. Per visite in altri orari contattare 335 7173454.

L'articolo “Nella scia dei segni interiori” proviene da ArteVarese.com.

]]>
https://www.artevarese.com/nella-scia-dei-segni-interiori/feed/ 0
Al Maestro Pistoletto il Premio ecologia città di Varese https://www.artevarese.com/al-maestro-pistoletto-il-premio-ecologia-citta-di-varese/ https://www.artevarese.com/al-maestro-pistoletto-il-premio-ecologia-citta-di-varese/#respond Thu, 07 Dec 2023 10:45:34 +0000 https://www.artevarese.com/?p=72798 Varese – Al maestro Michelangelo Pistoletto andrà Il Premio ecologia città di Varese 2023. Il riconoscimento, istituito nel 1973 da Salvatore Furia, (uno dei primi volti all’ecologia e sorti in Italia e in Europa) sarà consegnato all’artista il 12 dicembre nel corso della cerimonia organizzata nel salone estense dalle 20.30. (alle 16.30, alla Dacia di […]

L'articolo Al Maestro Pistoletto il Premio ecologia città di Varese proviene da ArteVarese.com.

]]>
Varese – Al maestro Michelangelo Pistoletto andrà Il Premio ecologia città di Varese 2023. Il riconoscimento, istituito nel 1973 da Salvatore Furia, (uno dei primi volti all’ecologia e sorti in Italia e in Europa) sarà consegnato all’artista il 12 dicembre nel corso della cerimonia organizzata nel salone estense dalle 20.30. (alle 16.30, alla Dacia di Villa Baragiola, piantumazione essenza dedicata al Maestro).

Il premio viene assegnano a una personalità che si sia distinta per merito in relazione alla “divulgazione scientifica”.

Il Comitato è costituito da un rappresentante designato dal Sindaco di Varese, un rappresentante dell’associazione “Società Astronomica G.V. Schiaparelli” e i referenti degli enti partner: Università dell’Insubria di Varese, ARPA Lombardia e JRC Ispra (VA).

Oltre al “Premio ecologia città di Varese” dal 2018 viene attribuito anche il premio “Mario Pavan”, chiamato così in memoria dell’importante entomologo che fu anche Ministro dell’Ambiente nel 1987. Il riconoscimento viene assegnato, a seguito della pubblicazione di un bando apposito, ad un giovane dottorando in materie scientifiche e consiste in una borsa di studio del valore di € 2.500.

* PH.Pierluigi-Di-Pietro, Courtesy by ArchivioCittadellarte Fondazione Pistoletto.

L'articolo Al Maestro Pistoletto il Premio ecologia città di Varese proviene da ArteVarese.com.

]]>
https://www.artevarese.com/al-maestro-pistoletto-il-premio-ecologia-citta-di-varese/feed/ 0
A Michelangelo Pistoletto il premio “Ecologia Città di Varese 2023″ https://www.artevarese.com/a-michelangelo-pistoletto-il-premio-ecologia-citta-di-varese-2023/ https://www.artevarese.com/a-michelangelo-pistoletto-il-premio-ecologia-citta-di-varese-2023/#respond Fri, 10 Nov 2023 10:00:05 +0000 https://www.artevarese.com/?p=72447 Varese – Sarà consegnato all’artista Michelangelo Pistoletto il prestigioso premio “Ecologia Città di Varese edizione 2023”, riconoscimento intitolato a Salvatore Furia che ogni anno viene attribuito a chi si è distinto nell’ambito della divulgazione in tema di tutela dell’ambiente e di ecologia. La cerimonia è in programma il 12 dicembre, alle 21, nel Salone Estense […]

L'articolo A Michelangelo Pistoletto il premio “Ecologia Città di Varese 2023″ proviene da ArteVarese.com.

]]>
Varese – Sarà consegnato all’artista Michelangelo Pistoletto il prestigioso premio “Ecologia Città di Varese edizione 2023”, riconoscimento intitolato a Salvatore Furia che ogni anno viene attribuito a chi si è distinto nell’ambito della divulgazione in tema di tutela dell’ambiente e di ecologia. La cerimonia è in programma il 12 dicembre, alle 21, nel Salone Estense del Comune.

Una scelta che testimonia l’autorevolezza dell’iniziativa varesina che, nel corso degli anni, ha visto fregiarsi del titolo importanti figure del mondo scientifico, culturale, artistico e giornalistico. Un approccio multidisciplinare e visionario che rimanda a quello con cui Salvatore Furia esplorava e indagava la realtà e l’universo, con quell’anelito poetico verso l’infinito e, allo stesso tempo, con una semplicità che tanto lo rendeva vicino alla gente.

Nei lavori di Pistoletto l’arte è al centro di una trasformazione responsabile della società: la scelta sottolinea l’urgenza di un dialogo interdisciplinare e intergenerazionale tra arte, scienza, economia e società. Parole e categorie care a Furia, come natura e responsabilità, che trovano nelle opere di Pistoletto una reinvenzione originale e feconda. Attraverso la sua straordinaria avventura estetica, il Maestro ha provato a cercare una sintesi per arrivare ad un equilibrio rinnovato tra artificio e natura. Una missione che era anche quella di Furia, meteorologo, astronomo, poeta, conservatore della natura, divulgatore, educatore, promotore di numerose battaglie in ambito ecologico, pioniere della protezione civile, fondatore del Centro Geofisico Prealpino e della Cittadella delle Scienze del Campo dei Fiori di Varese.

Non a caso anche Michelangelo Pistoletto ha dato vita alla sua cittadella: si tratta di Cittadellarte, la fondazione creata dal Maestro nel 1998 a Biella, sua città di origine. Un centro di ricerca, formazione e produzione artistica dedicato all’arte e alla sostenibilità. Un luogo di scienza, relazioni ed equilibri che tanto ricorda il sogno di Furia, tenace, battagliero, generoso, capace di scrutare il cielo, ma anche di inforcare piccone e badile e di costruire con le proprie mani – intrecciandole a quelle dei tanti volontari e dei giovani che è riuscito a coinvolgere – la Cittadella delle Scienze del Campo dei Fiori, il luogo simbolo dell’unione tra natura e società civile.

Anche Michelangelo Pistoletto è stato capace di reimmaginare il mondo nel ventunesimo secolo attraverso la sua formula della creazione, all’insegna di un nuovo equilibrio tra naturale e artificiale che egli chiama Terzo Paradiso. E proprio il simbolo del Terzo Paradiso è stato scelto come elemento distintivo della grafica e della campagna di comunicazione che accompagnerà il pubblico varesino verso la data del 12 dicembre.

Due sono i temi affrontati con particolare impegno e frequenza nell’ambito del Terzo Paradiso: il riciclo e la sostenibilità etico-ambientale. A partire da questa ricerca ha preso forma l’opera collettiva più famosa dell’artista biellese che si snoda in una grande rete globale fatta di “ambasciate”: città, forum associazioni e persino singole persone che condividono pratiche di sostenibilità partecipando alla creazione delle Geografie della Trasformazione dove si maturano esperienze in linea con gli obiettivi dell’Agenda2030 delle Nazioni Unite.

L’idea è proprio quella di diffondere la rappresentazione concreta della poetica del Maestro in ogni parte del mondo affinché possa fungere da catalizzatore per una trasformazione dell’uomo e della società verso un modo di vivere più etico e responsabile, anche dal punto di vista ambientale. Nel 2014 il simbolo è stato installato nell’atrio della sede del Consiglio della UE a Bruxelles. Nell’ottobre 2015 nel parco del Palazzo delle Nazioni di Ginevra, sede dell’ONU, Pistoletto ha realizzato Rebirth, un’opera costituita da un grande simbolo del Terzo Paradiso formato da 193 pietre, una per ciascun paese membro. Nel 2017 una riconfigurazione del simbolo è scelta come logo della missione spaziale VITA, durante la quale le foto scattate dall’astronauta Paolo Nespoli sono condivise attraverso la app SPAC3 per creare un’opera collettiva planetaria.

Nel 1967 Pistoletto aveva già concepito un’opera che anticipava i messaggi del Terzo Paradiso: La Venere degli stracci. Un’immagine di bellezza immutabile che si trova davanti ad un mondo degradato in cui il benessere si trasforma in rifiuto. Questa Venere, simbolo di una tradizione antica, rappresenta il collegamento tra gli scarti della nostra società e la parte migliore della tradizione umana. Al centro il forte contrasto tra la bellezza idealizzata (Venere) e il continuo passare delle cose (gli stracci). Con questa opera Pistoletto punta l’attenzione sul concetto di bellezza, troppo spesso svuotata del suo significato, e su quello di povertà, portando così i valori dell’etica e della sostenibilità nel campo dell’arte e offrendo spunti che vanno in direzione filosofica e che affrontano temi sociali e politici come la globalizzazione, l’ecologia, il potere e l’identità.

“Due personalità in apparenza diverse ma accomunate da una passione – la conoscenza scientifica per uno, la creazione artistica per l’altro – sviluppano il loro percorso umano e professionale arrivando entrambi a mettere tutto in connessione: bellezza, arte, scienza, natura, filosofia, spiritualità, tecnologia, storia, avvenire – ha dichiarato Nicoletta San Martino, assessore alla tutela ambientale, sostenibilità sociale ed economia circolare del Comune di Varese – Entrambi ci donano il loro impegno e la loro coscienza comunicando ed educando le nuove generazioni alla responsabilità nella difesa dell’ambiente, nello sviluppo armonico della società, nella giustizia e nell’equità. Non per nulla fondano entrambi una città, Cittadellarte e Cittadella delle Scienze, dove condividere con le giovani generazioni e con tutta la società l’esito del loro lavoro e del loro pensiero sulla vita, sull’essere umano e sul mondo indicando le azioni che ognuno da solo e in connessione con gli altri deve compiere per assicurare un futuro sostenibile, giusto e di pace alle generazioni future”.

Durante la serata del 12 dicembre sarà consegnato anche il premio “Mario Pavan”, in memoria dell’entomologo che fu anche Ministro dell’Ambiente. Il premio viene assegnato, a seguito della pubblicazione di un bando, ad un giovane dottorando in materie scientifiche. Quest’anno la Commissione tecnica ha decretato vincitore Javier Babi Almenar con la tesi di dottorato dal titolo “Characterisation, Biophysical Modelling and Monetary Valuation of Urban Nature-Based Solutions as a Support Tool for Urban Planning and Landscape Design”. La tesi è risultato di un dottorato in co-tutelle tra l’Università di Bordeaux (Francia) e l’Università di Trento (Italia) e si sviluppa attraverso un’approccio interdisciplinare collegando tre aree scientifiche: ecologia, chimica dell’ambiente e pianificazione urbanistica.

Michelangelo Pistoletto, nel corso dell’evento, terrà la sua lectio magistralis dialogando con il regista varesino Andrea Chiodi che ha dichiarato: “Sono molto felice di poter conversare con un grande maestro dell’arte contemporanea che ho avuto la fortuna di conoscere e la cui visione ha certamente influenzato anche il mio modo di pensare l’allestimento teatrale”.

 

 

L'articolo A Michelangelo Pistoletto il premio “Ecologia Città di Varese 2023″ proviene da ArteVarese.com.

]]>
https://www.artevarese.com/a-michelangelo-pistoletto-il-premio-ecologia-citta-di-varese-2023/feed/ 0
Varese e dintorni, alla scoperta delle Natività https://www.artevarese.com/varese-e-dintorni-alla-scoperta-delle-nativita/ https://www.artevarese.com/varese-e-dintorni-alla-scoperta-delle-nativita/#respond Fri, 10 Nov 2023 09:00:54 +0000 https://www.artevarese.com/?p=72438 Varese – Inizia l’Avvento e Archeologistics, impresa sociale impegnata nella valorizzazione del patrimonio culturale, presenta, nell’ambito del progetto “Varese, beato chi ci viene” un ciclo di appuntamenti per andare alla scoperta di un patrimonio artistico spesso poco conosciuto, ma di grande valore. Un viaggio nella storia dell’arte che parte da un monumento paleocristiano risalente al […]

L'articolo Varese e dintorni, alla scoperta delle Natività proviene da ArteVarese.com.

]]>
Varese – Inizia l’Avvento e Archeologistics, impresa sociale impegnata nella valorizzazione del patrimonio culturale, presenta, nell’ambito del progetto “Varese, beato chi ci viene” un ciclo di appuntamenti per andare alla scoperta di un patrimonio artistico spesso poco conosciuto, ma di grande valore. Un viaggio nella storia dell’arte che parte da un monumento paleocristiano risalente al V secolo contenente delicati ed unici affreschi del XII secolo e approda alle opere contemporanee e che ogni venerdì, con inizio alle 16, accompagna alle porte del Natale.

Il primo appuntamento è con “Una storia romanica”. La meta prescelta è il battistero di San Giovanni a Riva San Vitale (Svizzera),  un monumento paleocristiano risalente al V secolo che contiene delicati affreschi romanici, tra i quali spicca una straordinaria natività la cui scena ricalca modelli bizantini come quello interpretato dall’ignoto autore degli affreschi della chiesa di Santa Maria foris Portas a Castelseprio (VA).

Venerdì 24 novembre, al battistero di San Giovanni a Varese si va alla scoperta di “La Natività e altre storie”. Per l’occasione si aprono le porte del gioiello architettonico custodito nel centro cittadino che ospita sulle pareti una serie di affreschi tra i quali compaiono anche due natività. Nella visita è previsto anche l’accesso alla tribuna superiore, recentemente restaurata e riaperta al pubblico.

Per il 1° dicembre, la destinazione è la Chiesa della Madonna in Campagna di Castiglione Olona (VA). Edificio una volta circondato da prati e da campi, ora si trova nel centro abitato: la chiesa, con due cappelle adiacenti, all’interno custodisce una pala affrescata con le scene di una straordinaria natività.

Venerdì 8 dicembre, porte aperte al Museo Baroffio al Sacro Monte di Varese per “Natività antiche e contemporanee”. Un viaggio dal romanico a oggi, da Lanfranco da Ligurno a Renato Guttuso attraverso le opere custodite nel museo e che rappresentano l’adorazione dei magi, la nascita di Gesù, la fuga in Egitto e l’infanzia di Cristo.

Il 15 dicembre è in programma la visita alla chiesa della Madonnina in prato e alla chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Biumo Inferiore, Varese, dove nel cuore della città due chiese raccontano la natività con affreschi seicenteschi e testimoniano il passaggio di San Carlo Borromeo a Varese.

Per concludere, venerdì 22 dicembre, tutti al santuario di Santa Maria di Piazza a Busto Arsizio (VA). Nel centro storico, un santuario cinquecentesco racconta la devozione alla Vergine: una cupola affrescata, profeti e sibille che vegliano sui pellegrini, oltre alla Madonna con Bambino per concludere il ciclo di visite del periodo natalizio.

I biglietti (10 euro) sono disponibili sul sito di Archeologistics: bit.ly/Straordinarienatività
Info e prenotazioni: info@archeologistics.it Tel: +39.3288377206

 

L'articolo Varese e dintorni, alla scoperta delle Natività proviene da ArteVarese.com.

]]>
https://www.artevarese.com/varese-e-dintorni-alla-scoperta-delle-nativita/feed/ 0
Visioni: le scienze della Terra nella letteratura popolare dell’Ottocento https://www.artevarese.com/visioni-le-scienze-della-terra-nella-letteratura-popolare-dellottocento/ https://www.artevarese.com/visioni-le-scienze-della-terra-nella-letteratura-popolare-dellottocento/#respond Thu, 09 Nov 2023 19:30:23 +0000 https://www.artevarese.com/?p=72441 Varese – «Visioni. Le scienze della Terra nella letteratura popolare dell’Ottocento» è il titolo della mostra che dall’ 11 novembre (con inaugurazione alle 16) si apre nella Sala Risorgimento del Museo Archeologico di Villa Mirabello. Il percorso espositivo esplora la cultura visiva legata alle scienze della Terra nella seconda metà dell’Ottocento, attraverso numerose immagini tratte […]

L'articolo Visioni: le scienze della Terra nella letteratura popolare dell’Ottocento proviene da ArteVarese.com.

]]>
Varese – «Visioni. Le scienze della Terra nella letteratura popolare dell’Ottocento» è il titolo della mostra che dall’ 11 novembre (con inaugurazione alle 16) si apre nella Sala Risorgimento del Museo Archeologico di Villa Mirabello.

Il percorso espositivo esplora la cultura visiva legata alle scienze della Terra nella seconda metà dell’Ottocento, attraverso numerose immagini tratte da libri e periodici dedicati alla cosiddetta “scienza popolare”. Il XIX secolo conosce notevoli progressi in ambito scientifico, tecnico e industriale: ne consegue una divulgazione scientifica senza precedenti che si traduce con una vera e propria “esplosione” di libri e periodici destinati a un vasto pubblico, sempre riccamente illustrati. A queste pubblicazioni si accompagnano le spettacolari messe in scena delle Esposizioni Universali, anch’esse diffuse da illustrazioni di giornali, fotografie e locandine.

In questo contesto di fermento scientifico e culturale, le scienze della Terra si prestano, più di altre discipline, ad essere illustrate e “rappresentate”. Tra i soggetti più frequenti e più popolari si incontrano per esempio visioni fantastiche del cosiddetto tempo profondo o deep time, un mondo “preistorico” rivelato dai progressi della paleontologia; immagini di luoghi lontani scoperti durante le grandi esplorazioni geografiche che conoscono altresì la loro epoca d’oro; alte montagne e suggestive eruzioni vulcaniche, il mondo sotterraneo delle miniere e dei minatori. Queste immagini sono dei veri e propri palinsesti visivi: da un lato, integrano modelli iconografici a carattere scientifico sviluppati nell’ambito della produzione manualistica della prima metà del secolo (carte geologiche, disegni tecnici, riproduzioni grafiche di fossili); dall’altro, persistono i modelli pittorici preesistenti e contemporanei.

La mostra riproduce immagini tratte da libri e riviste prevalentemente italiane e francesi: in particolare i periodici «La scienza per tutti» (1879) e «La science populaire» (1880), o libri come il celebre «Viaggio al centro della Terra» (1864) di Jules Verne e «Il Bel Paese» (1876) del geologo italiano Antonio Stoppani. Vengono quindi presentati i modi di circolazione di queste nuove rappresentazioni visive nell’ambito del rapporto tra la storia delle arti e la storia delle scienze. La mostra invita a un viaggio attraverso queste immagini, la loro evoluzione e le narrazioni visive e plastiche che le scienze della Terra ispirano ancora oggi, invitandoci a riflettere sulle questioni ambientali dei nostri giorni.

L’esposizione, a cura di Maddalena Napolitani e di Ezio Vaccari, organizzata dal Centro di ricerca «Storia della montagna, della cultura materiale e delle scienze della Terra» dell’Università dell’Insubria, Dipartimento di Scienze teoriche e applicate, in collaborazione con i Musei Civici del Comune di Varese, è stata realizzata nell’ambito del progetto Prin 2017 Material and visual culture of sciences, a longue durée perspective – Unità di Ricerca dell’Università dell’Insubria e si potrà visitare sino al 10 dicembre da martedì a domenica ore 9.30-12.30 e 14-18 con ingresso libero (info 0332.255485).

L'articolo Visioni: le scienze della Terra nella letteratura popolare dell’Ottocento proviene da ArteVarese.com.

]]>
https://www.artevarese.com/visioni-le-scienze-della-terra-nella-letteratura-popolare-dellottocento/feed/ 0
Gli “echi” nelle sculture di Lena Kilde https://www.artevarese.com/gli-echi-nelle-sculture-di-lena-kilde/ https://www.artevarese.com/gli-echi-nelle-sculture-di-lena-kilde/#respond Tue, 07 Nov 2023 12:00:20 +0000 https://www.artevarese.com/?p=72318 Varese – Con Claudia Geraudo alla galleria Punto sull’Arte dall’11 novembre si apre, sempre sulla tematica dell’infanzia, anche la personale di Lene Kilde, dal titolo Echoes. L’artista norvegese propone una serie di sculture in calcestruzzo e rete metallica che raffigurano bambini, colti in diverse situazioni collegate tra loro. L’intento infatti è quello di descrivere i […]

L'articolo Gli “echi” nelle sculture di Lena Kilde proviene da ArteVarese.com.

]]>
Varese – Con Claudia Geraudo alla galleria Punto sull’Arte dall’11 novembre si apre, sempre sulla tematica dell’infanzia, anche la personale di Lene Kilde, dal titolo Echoes.

L’artista norvegese propone una serie di sculture in calcestruzzo e rete metallica che raffigurano bambini, colti in diverse situazioni collegate tra loro. L’intento infatti è quello di descrivere i sentimenti dell’infanzia, i piccoli gesti quotidiani, la magia dei giochi, la felicità e la riflessione, chiamando lo spettatore a “riempire” il vuoto apparente delle sculture con il proprio vissuto.

I bambini di Kilde non hanno volto, ma “parlano” attraverso il linguaggio del corpo, con le mani, i piedi e la postura, che rivelano gesti a volte abituali altre casuali. Sta a chi guarda attivare frammenti di memoria e adeguarli agli spazi lasciati liberi dall’artista, attraversati dal “vento” dei ricordi.

Echoes è il titolo che Lene ha scelto pensando che le sculture riflettano, come una eco, il pensiero del visitatore e colmino così il vuoto (solo volutamente apparente) che “respira” oltre le mani, la vita, le gambe, il busto delle bambine, soggetti di una lunga ricerca. Un respiro che parrebbe un ossimoro rispetto al “peso” di ciò che è adoperato per creare, il calcestruzzo e la rete metallica, non certo, nella loro sostanza, materiali che diano l’idea di leggerezza.

Ma il passo finale deve compierlo la fantasia, in primis quella dell’artista e poi di chi fruisce dell’opera, rivangando magari ricordi d’infanzia, giochi e abitudini, perfino capricci o passioni, colmando di vita vissuta quel “vento” che attraversa il corpo immaginato del soggetto.

Kilde è una fine osservatrice del linguaggio corporeo e nelle sue sculture materializza attimi fuggenti, piccoli movimenti delle dita, gesti quasi impercettibili, posture che magari sembrerebbero banali, ma che riviste nell’opera parlano di noi come e più di un ritratto finito. Non è necessario scolpire emozioni attraverso la mimica di un volto, perché occhi naso bocca sono parte stessa dell’azione immaginata, di quel lembo corporeo perfettamente dettagliato che descrive grazie al suo vissuto, a ciò che l’infanzia le ha regalato oppure ha osservato nelle bambine che giocavano con lei, ma anche grazie alla continua osservazione dell’altro, alla costruzione di emozioni condivise.

Accompagna la mostra, in calendario sino al 23 dicembre, un catalogo bilingue con la riproduzione delle opere esposte. Al Vernissage (dalle 11 alle 13 dell’11 novembre) nella sede  di Viale Sant’Antonio sarà presente l’artista. Orari al pubblico: da martedì a sabato:9.30-17.

Cenni biografici

Lene Kilde nasce a Rælingen, piccola cittadina nei pressi di Oslo, in Norvegia, nel 198. Ha frequentato la Scuola d’Arte ad Asker e ha studiato scultura alla Einar Granum School of Art a Oslo. Nel 2012 ha conseguito un Master in Design del prodotto all’Oslo and Akershus University College e successivamente è stata premiata con una borsa di studio di tre anni dal prestigioso Norwegian Arts Council. Ha esposto il suo lavoro in mostre personali e collettive e Fiere di settore in Europa, Svizzera, Stati Uniti, Dubai, Libano e Taiwan. Tra le fiere di settore si segnalano SCOPE Basel e SCOPE Miami. Da gennaio 2022 è rappresentata in Italia dalla Galleria PUNTO SULL’ARTE a Varese. Le sue sculture fanno parte di collezioni private in tutto il mondo. Una sua grande installazione è stata acquistata dalla NRK, importante azienda pubblica norvegese responsabile della teleradiodiffusione in Norvegia. Vive e lavora in Svezia.

L'articolo Gli “echi” nelle sculture di Lena Kilde proviene da ArteVarese.com.

]]>
https://www.artevarese.com/gli-echi-nelle-sculture-di-lena-kilde/feed/ 0
Le “Invisibili Alchimie” di Claudia Giraudo https://www.artevarese.com/le-invisibili-alchimie-di-claudia-giraudo/ https://www.artevarese.com/le-invisibili-alchimie-di-claudia-giraudo/#respond Tue, 07 Nov 2023 09:00:42 +0000 https://www.artevarese.com/?p=72320 Varese – Il mondo dorato e onirico dell’infanzia nella personale di Claudia Giraudo, dal titolo “Invisibili Alchimie”, in apertura dall’11 novembre nella sede principale della galleria Punto sull’Arte di Viale Sant’Antonio . Esposte una decina opere frutto di un’indagine che l’artista incomincia dentro sé stessa, condotta dal proprio personale Daimon, la guida che ci accompagna […]

L'articolo Le “Invisibili Alchimie” di Claudia Giraudo proviene da ArteVarese.com.

]]>
Varese – Il mondo dorato e onirico dell’infanzia nella personale di Claudia Giraudo, dal titolo “Invisibili Alchimie”, in apertura dall’11 novembre nella sede principale della galleria Punto sull’Arte di Viale Sant’Antonio .

Esposte una decina opere frutto di un’indagine che l’artista incomincia dentro sé stessa, condotta dal proprio personale Daimon, la guida che ci accompagna nel percorso vitale spronandoci a seguire ciò che è più adatto alla nostra realizzazione personale. L’Artista ha infatti deciso di vivere in solitudine in un piccolo paese dell’Astigiano, dialogando con sé stessa e la sua parte onirica, regalando a chi osserva visi di bambina e corpi di animali in un gioco di continui rimandi che indicano il difficile e inquieto percorso dell’infanzia.

La pittura di Giraudo rimanda al Realismo magico e, se da un lato appare l’influenza pittorica rinascimentale dei maestri italiani, che restituisce un contesto di grande realismo, dall’altro si creano situazioni che raffigurano una visione della realtà sospesa nel mondo onirico. L’Artista attinge continuamente nel suo mondo interiore, forse per un senso di disillusione verso una certa realtà contemporanea, tendendo quasi a evaderne. Il Realismo magico cerca lo stupore, la meraviglia, il trovare sensazioni che scavalchino il mondo ordinario per crearne di nuovi e imprevedibili.

«Per Giraudo dipingere è un bisogno primario, il pane e l’acqua dell’esistere, e la sua è una pittura di alta perfezione tecnica in continuo divenire, mutevole come la vita umana, continuamente cangiante, similmente ai colori della libellula o del camaleonte. Sono vite in boccio quelle che Claudia sceglie di rappresentare, bambine e bambini colti nella loro bellezza primordiale, prima che l’avanzare dell’età mostri la differenza di genere, ritratti in cui lo sguardo si perde in lontananza o si riflette all’interno, in una meditazione forse consapevole o nella ricerca del proprio Daimon», si legge nel testo introduttivo alla mostra.

Ed ancora, «Le bambine e i bambini dei quadri di Claudia Giraudo, seguiti dal loro Daimon come nel romanzo “La bussola d’oro” di Philip Pullman, in realtà non esistono, non sono ritratti di persone reali ma archetipi, volti e corpi inventati che si ripetono all’infinito, con i loro sguardi sul mondo, il nostro mondo, fatto soprattutto di cose materiali, lontano dall’ “invisibile” che l’Artista vuole rappresentare. Il ripetersi di caratteristiche somatiche, come i capelli rossi o le efelidi, sono un riflesso dell’inconscio, un segno istintivo, “di pancia”, che Claudia esalta da sempre, assieme alla continua ricerca di animali-medicina, gli spiriti della Natura invocati dai nativi americani, totem arcaici in grado di guidare le nostre azioni per l’intera vita».

L’inaugurazione della mostra, alla quale sarà presente l’’artista, è in programma dalle 11 alle 13. Nel pomeriggio la galleria rimarrà poi regolarmente aperta dalle 14 alle 17. L’esposizione resterà aperta fino al 23 dicembre, visitabile da martedì a sabato dalle 9 alle 17.

Note biografiche

Claudia Giraudo nasce nel 1974 a Torino. Si laurea nel 2001 con il massimo dei voti presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, sotto la guida di Franco Fanelli. Intraprende il suo percorso di ricerca nell’ambito della pittura figurativa formandosi attraverso lo studio delle opere dei Maestri Rinascimentali e Nordeuropei; questo background emerge sia nella tecnica che nella scelta dei soggetti, pur mantenendo la sua personale cifra stilistica. Espone con frequenza in fiere d’arte, gallerie private e in luoghi istituzionali pubblici, tra cui si segnalano il Museo Nazionale Etrusco Villa Giulia e il Museo Carlo Bilotti Aranciera di Villa Borghese a Roma, il Polo del 900 a Torino, il Museo Ebraico a Bologna, The Artist House a Tel Aviv e il Museo Casa del Conte Verde a Rivoli. Le sue opere si trovano anche in collezioni permanenti e acquisizioni museali nazionali e internazionali, tra cui l’Harmony Art Foundation di Mumbai (India), il Museo Macist di Biella, il Museo Eusebio di Alba (Cn), la Sala del Consiglio di Bossolasco (Cn) e il Museo Civico di Bevagna (Pg). Da PUNTO SULL’ARTE ha partecipato a numerose mostre collettive come “Fun 4 Kids” (2022) e dal 2016 partecipa alla rassegna “<20 15×15 / 20×20”. Tra le mostre personali presso la Galleria varesina si ricordano “Daimon” (2016), “L’età dell’Innocenza” (2018) e “A Kind of Magic” (2020). Vive e lavora in un piccolo paese dell’Astigiano.

L'articolo Le “Invisibili Alchimie” di Claudia Giraudo proviene da ArteVarese.com.

]]>
https://www.artevarese.com/le-invisibili-alchimie-di-claudia-giraudo/feed/ 0
Dieci street artist rivisitano “Tamar di Giuda”, l’opera di Hayez https://www.artevarese.com/dieci-street-artist-rivisitano-tamar-di-giuda-lopera-di-hayez/ https://www.artevarese.com/dieci-street-artist-rivisitano-tamar-di-giuda-lopera-di-hayez/#respond Tue, 10 Oct 2023 09:00:17 +0000 https://www.artevarese.com/?p=72018 Varese – Per la prima volta un’opera della collezione permanente del Museo di Arte Moderna e Contemporanea del Castello di Masnago viene rivisitata da street artist di fama internazionale e ne nasce una mostra. L’esposizione promossa dall’Associazione Wg Art, si svolge nell’ambito del progetto TIME TO START, un grande evento performativo che coinvolge per il […]

L'articolo Dieci street artist rivisitano “Tamar di Giuda”, l’opera di Hayez proviene da ArteVarese.com.

]]>
Varese – Per la prima volta un’opera della collezione permanente del Museo di Arte Moderna e Contemporanea del Castello di Masnago viene rivisitata da street artist di fama internazionale e ne nasce una mostra. L’esposizione promossa dall’Associazione Wg Art, si svolge nell’ambito del progetto TIME TO START, un grande evento performativo che coinvolge per il quarto anno la città inserendosi anche nel programma della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI Associazione Italiana Musei d’arte Contemporanea Italiani.

Si tratta dell’opera “Tamar di Giuda” di Francesco Hayez, uno dei massimi esponenti della pittura italiana dell’Ottocento. L’opera è forse il dipinto più importante, sia dal punto di vista storico che pittorico, conservato presso il Museo. Donata al Comune di Varese da Massimo Vita nel 1971, è da considerarsi uno dei massimi capolavori della prima maturità artistica del pittore veneziano. Il quadro rappresenta Tamar, il personaggio biblico che nel libro della Genesi sposò i primi due figli di Giuda: Onan e Er, che per diversi motivi caddero in disgrazia agli occhi del Signore che li fece morire. Giuda incolpò Tamar e non volle darle in sposo, come voleva la tradizione ebraica, Sela, il terzo figlio. Tamar escogitò allora uno stratagemma: si travestì da prostituta e senza essere riconosciuta (si era velata il volto) sedusse Giuda che, per unirsi a lei, le promise un capretto del suo gregge e le lasciò in pegno il suo sigillo, il cordone e il bastone. Quando Giuda venne informato che sua nuora si era prostituita ed era rimasta incinta, la condannò al rogo: la donna inviò allora al suocero gli oggetti che le aveva lasciato e gli mandò a dire che l’uomo con cui si era prostituita era il proprietario di quelle cose. Giuda riconobbe il sigillo e gli altri oggetti e  il suo peccato, cioè di non aver dato in marito a Tamar il suo terzo figlio. Hayez preferì non raccontare per intero la vicenda, affidata solo al richiamo offerto dal bastone e dall’anello che Tamar regge con la mano sinistra, ma decise di concentrarsi sul fascino della figura isolata, la cui malinconica bellezza sembra volersi nascondere sotto l’ampio mantello.

L’associazione Wg Art ha invitato 10 artisti: Francisco Bosoletti, David De La Mano, Iconosaik, Kraser, La Fille Bertha, Marco Oggian, Pax Paloscia, SeaCreative, Theic e Ufocinque, a realizzare un’opera inedita reinterpretando il mito e il quadro di Hayez in chiave moderna in un percorso espositivo lungo le sale del Museo

Per questa edizione l’organizzazione ha scelto di non presentare le opere in giro per la città, come le precedenti annualità, ma di esporle solo all’interno degli spazi museali del Castello, in modo tale da ricreare un rapporto più stretto con l’opera originale. La mostra sarà visitabile fino al 29 ottobre.

 

L'articolo Dieci street artist rivisitano “Tamar di Giuda”, l’opera di Hayez proviene da ArteVarese.com.

]]>
https://www.artevarese.com/dieci-street-artist-rivisitano-tamar-di-giuda-lopera-di-hayez/feed/ 0