"Un paese""Un paese"

Incontro tra arti – Prosegue a Castellanza l'omaggio al grande maestro Cesare Zavattini. Quest'anno, a vent'anni dalla scomparsa, la città ne ha ricordata la figura proponendo, nell'ambito delle rassegna estiva di cineforum all'aperto, il film "Il giudizio universale" (1961) scritto e sceneggiato da Zavattini e diretto da Vittorio De Sica. Giovedì 23 luglio un'altra serata di "Estate Spettacolo" ha voluto riportare in vita l'opera "Un paese", ritratto della sua città natale Luzzara (RE), frutto del lavoro e del rapporto di amicizia tra Zavattini e il fotografo americano Paul Strand. A condurre la serata Roberto Ferdani attraverso la lettura dei testi scritti appositamente da Zavattini a commento delle immagini del fotografo americano. La proiezione delle immagini, realizzata da Barbara Chiarini, è stata accompagnata, inoltre, dalla musica dal vivo di Enrico Penzi al pianoforte e Fabrizio Fogagnolo al contrabbasso.

Un paese per due –
"Un paese" diventa luogo di incontro tra scrittura e fotografia, attraverso un progetto a due mani che nasce nel 1952, quando Zavattini, entrando in contatto con un fotografo americano che cercava un villaggio da fotografare nella sua schietta quotidianità, gli propose di visitare Luzzara. Il progetto prese così forma: un libro di foto accompagnate da un testo fatto "tutto con le parole dei luzzaresi, vale a dire una trentina o quarantina o cinquantina di interviste le quali messe insieme daranno il carattere del paese, gli interessi del paese" come dichiarò l'autore stesso. Il libro prese forma piano piano, a distanza, attraverso le lettere che "Za" e Strand si scrissero, uno dalla Bassa e l'altro da Parigi, dove risiedeva. Tre anni dopo, da quell'incontro fortunato nacque un capolavoro mondiale del racconto fotografico, edito da Einaudi: il libro, alla fine, fu intitolato semplicemente "Un paese".

Cesare ZavattiniCesare Zavattini

Fascino neorealista – Nella sala proiezioni di Villa Pomini hanno preso vita volti e luoghi della Luzzara degli anni cinquanta, a cui Roberto Ferdani ha prestato la voce. A commento delle immagini le parole di contadini, mondine, giovani e anziani, "bifolchi" e bambini ritratti, registrate da Zavattini attraverso le sue interviste. Scelti anche altri testi e poesie del maestro, tra cui alcune in dialetto pubblicate negli anni '70. Le immagini di Strand, quasi commoventi nella loro purezza realista, offrono uno spaccato di un piccolo paesino della Bassa del dopoguerra italiano, ma che nel contempo vuol essere emblema di tutti i paesi del mondo. La sua gente, i suoi cortili, le sue cascine, i suoi campi diventano ancor più reali e presenti attraverso le parole a volte ingenue, a volte sorprendentemente sagge e profonde dei suoi protagonisti, custodi di una cultura contadina fatta di cose semplici, di una vita ancora strettamente legata alla natura, ai suoi cicli, alle sue stagioni. Parole che riflettono un mondo povero e semplice e una sguardo alla vita senza troppo pretese o aspettative. Una vita da cortile, da stalla, che parla di riso, latte e formaggi, di cucito, di figli perduti in guerra, di amore, di speranza, di povertà. Una vita che noi non conosciamo e forse per questo più vera.