Gemonio – Prosegue fino al 31 agosto, l’omaggio che il Civico Museo tributa a Floriano Bodini nel ventesimo anniversario dalla scomparsa. La mostra, curata da Sara Bodini, Lara Treppiede e Caroline Vezzani, è focalizzata monograficamente su una particolare scultura del maestro, risalente al 1976: “Biografia inquieta di un personaggio femminile”.

Come in un’immagine del XVI secolo, l’opera è ricca di simboli e allusioni e tratteggia una sorta di ritratto psicologico – e per certi versi ermetico – di Wanda Broggi, prima moglie di Bodini e madre della primogenita Paola, nata nel 1964.

Separazione, perdita e ruolo sociale della donna, sono gli altri temi che emergono in questo lavoro allegorico che, come scrive l’artista: «è una scultura somma di molti fatti, di numerosi problemi che si accavallano, da quello dell’emancipazione della donna a quello del rapporto tra uomo e donna. In questa scultura ho cercato di far emergere le contraddizioni di questa “liberazione”, le tensioni reali femminili che fervono, e il loro scontrarsi con la mentalità dell’uomo che lavora (…), il dilaniarsi della figura femminile tra il duplice ruolo ‘familiare’, che la storia le ha assegnato, e quello ‘diverso’ e ‘nuovo’, al di fuori della famiglia. Questa scultura mi è costata molta fatica».

Il corpo della donna, che custodisce in seno una scimmia, è teso fino allo spasimo, raggiunto nel piede sporgente, e ingloba parti meccaniche e ingranaggi. La presenza di un animale per accentuare le caratteristiche dei personaggi ritratti è abbastanza tipica nei lavori di Bodini di questi anni, come può ricordare il confronto con “Ragazza e toro” del ’75. Il ricorso a questo espediente espressivo ricorre in numerose sculture e disegni che hanno per soggetto la figlia Paola, raffigurata con i suoi cuccioli o animali giocattolo, o nella scultura intitolata “La madre”, del 1973, in cui una figura di donna compare accanto ad una gallina, o, più tardi, in “Ragazza e cane” del 1983.

“Animali che fanno corpo con l’uomo e con la figura” fa notare Lajolo, accostando il nome di Bodini a quello del poeta Umberto Saba del quale ricorda alcuni versi: “Guardo, donna, il tuo cane che, adorato, ti adora”; e le similitudini con la moglie: “La bianca pollastra”, “La gravida giovenca”, “Sei la pavida coniglia” (Lajolo, 1975).

Un’altra fusione di Bodini, col medesimo soggetto iconografico, è parte integrante della collezione del Museo all’aperto di Hakone, in Giappone. A Gemonio, Lara Treppiede spiega: “Un’unica scultura proposta al pubblico, un lavoro che, passati decenni dalla sua realizzazione, risulta moderna nella cifra stilistica di Bodini, ma soprattutto nel significato, nel messaggio, nella capacità di esprimere una dimensione sociale attuale. Una figura femminile che solca il tempo, che accoglie il visitatore in un dialogo rivolto al futuro”.

“… una scultura che nasce non solo come ritratto, ma come sedimentazione di una vicenda personale profonda. L’opera è il culmine di un processo interiore e affettivo che si era andato complicando negli anni. Bodini, già nel 1970, inizia a lavorare ad alcune opere che prefigurano questa, col titolo di “Instabile equilibrio”. Un “equilibrio instabile” anche nel legame con Wanda, che si interrompe nel 1974”, commenta Sara Bodini.

Prossimi eventi in programma

Domenica 12 luglio, ore 18.00 – Performance dell’artista Gianmarco Porru, ingresso libero – info@museobodini.itwww.museobodini.it

Clara Castaldo