La copertina del libroLa copertina del libro

Comunicare con l'esterno – Sono meno di cinquanta pagine, ma racchiudono il lavoro silenzioso di chi, da anni, si occupa di portare l'arte all'interno delle celle dei Miogni. I "detenuti in azione", come li definisce il sottotitolo della pubblicazione targata Abrigliasciolta, sono i detenuti del carcere varesino che, durante i laboratori d'arte, hanno prodotto poesie, fotografie e dipinti, ora in parte raccolti nel libro.
La raccolta è impreziosita dai disegni di Ugo Pierri, che ha voluto in questo modo partecipare all'iniziativa dopo

Un disegno di Ugo PierriUn disegno di Ugo Pierri

aver assistito al recital di poesie Abrigliasciolta porta in giro per l'Italia ormai da tempo. Alcuni attori professionisti, infatti, recitano i versi composti dai detenuti e l'illustratore si è letteralmente innamorato del progetto ed ha voluto realizzare alcuni disegni ad hoc per il libro.
Scopo primo di "Banda a mano libera" è tenere aperto il canale di comunicazione tra i detenuti e l'esterno, visto che solitamente l'informazione nelle carceri circola solo in un senso, in entrata. Grazie al libro, invece, e grazie all'espressione artistica dei reclusi, ora la comunicazione riprende ad essere a doppio senso.

Carcere "Miogni" VareseCarcere "Miogni" Varese

Come nasce il libro. Fare, osservare, raccontare – Il "fare" è l'azione del dipingere. Di questo modulo di rieducazione dei reclusi attraverso un primo approccio alla pittura si è occupato, in questi tre anni, Sandro Sardella. I detenuti hanno potuto approfondire le tecniche base del dipingere, ma soprattutto hanno dato libero sfogo alla fantasia, raccontando tramite i pennelli il loro bisogno di libertà.
L'"osservare", invece, si riferisce al modulo dedicato alla fotografia, che ha avuto come referenti Miriam Broggini, Marco Guariglia e Riccardo Ranza. Le difficoltà legate allo spazio ristretto ed "obbligato" di fotografare all'interno di un carcere non hanno fermato la creatività e la voglia di imparare dei carcerati.
Il "raccontare", infine, è tipico della poesia. Ombretta Diaferia, editrice del libro ma anche referente di questo laboratorio, ha usato gli strumenti e le regole di quest'arte per stimolare la comunicazione, l'espressione e la creatività di quelli che oggi sono diventati autori di un libro.
"Banda a mano armata" raccoglie e condensa le esperienze personali dei carcerati non come semplici testimonianze, ma come tentativo di essere parte "da dentro" del mondo dell'arte.