Milano – La caratterizza un linguaggio alternativo, un sistema di segni artificiali che descrivere una nuova e personale comunicazione. Inconfondibile la ricerca di Dadamaino, grande artista milanese, attiva dagli anni ’50 sino al 2000, alla quale l’Associazione Culturale Renzo Cortina dedica la retrospettiva intitolata “Un segno Metalinguistico”. Dopo i giovanili cimenti informali é l’amiciza e la frequentazione con maestri come Piero Manzoni e successivamente Lucio Fontana che danno l’avvio a una nuova ricerca fondata sullo studio e sull’interpretazione del segno. Fin dagli anni Cinquanta ha operato intorno ai temi della visione, della percezione del colore, dell’immaterialità connessa a una nuova nozione di tempo e di spazio, del segno inteso come calligramma di un alfabeto inventato.La mostra, allestita nella sede di via Via Mac Mahon, 14, a cura di Luca Pietro Nicoletti, è visibile online fino al 23 gennaio. Se le regole lo consentiranno potrà essere visitabile, solo su appuntamento, nei seguenti orari: martedì a sabato 10-12.30 e 16.30-19.30.

Milano – “Sul Margine” è il titolo della collettiva allestita alla galleria A arte Invernizzi. In mostra le opere degli artisti con i quali lo spazio espositivo collabora. Il percorso espositivo si snoda attraverso tecniche e linguaggi differenti: dai collages, alle opere su carta, progetti e piccole sculture realizzati tra il 1948 e il 2020. Tra le opere che si possono ammirare in mostra quelle di: Rodolfo Aricò, Gianni Asdrubali, Francesco Candeloro, Nicola Carrino, Alan Charlton, Carlo Ciussi, Gianni Colombo, Dadamaino, Philippe Decrauzat, Riccardo De Marchi, Piero Dorazio, Lesley Foxcroft, Igino Legnaghi, François Morellet, Mario Nigro,, Pino Pinelli, Bruno Querci, Ulrich Rückriem, Angelo Savelli, Salvatore Scarpitta, Nelio Sonego, Mauro Staccioli, Niele Toroni, David Tremlett, Günter Umberg, Grazia Varisco, Elisabeth Vary, Michel Verjux e Rudi Wach . (La mostra è in programma fino all’11 Febbraio con i seuenti orari: da lunedì a venerdì 10-13 / 15-19: sabato su appuntamento T. 02 29402855).

Milano –  “Tiepolo. Venezia, Milano, l’Europa” è la mostra allestita Le nelle sale delle Gallerie d’Italia. L’esposizione, organizzata in occasione dei duecentocinquanta anni dalla morte di Giambattista Tiepolo (Venezia 1696 – Madrid 1770), presenta circa 70 opere tra quelle firmate dal maestro, (una quarantina) e altre di importanti artisti suoi contemporanei (tra cui i veneti Antonio Pellegrini, Giovanni Battista Piazzetta, Sebastiano Ricci e il lombardo Paolo Pagani), ripercorre la vicenda artistica del Maestro e le sue committenze principali nelle città che lo hanno visto protagonista: con Venezia, Milano, Dresda e Madrid. E’ possibile ammirare per la prima volta esposti al pubblico, dopo i restauri, gli straordinari affreschi staccati della basilica Sant’ Ambrogio e di Palazzo Gallarati Scotti. La mostra rimarrà  in calendario fino al 21 marzo (orari:da martedi a domenica 9,30-19,30; giovedi 9,30 – 21).

Milano – Tra le mostre allestite a Palazzo Reale anche la grande retrospettiva intitolata “Prima, donna”, dedicata alla fotografa Margaret Bourke-White (New York, 1904 – Stamford, 1971). La mostra raccoglie, in una selezione del tutto inedita, le più straordinarie immagini realizzate da Margaret , figura tra le più rappresentative ed emblematiche del fotogiornalismo, nel corso della sua lunga carriera. Accanto alle fotografie, una serie di documenti e immagini personali, video e testi autobiografici raccontano la personalità di un’importante fotografa, una grande donna, la sua visione e la sua vita controcorrente. Pioniera dell’informazione e dell’immagine, Margaret ha esplorato ogni aspetto della fotografia: dalle prime immagini dedicate al mondo dell’industria e ai progetti corporate fino ai grandi reportage per le testate più importanti come Fortune e Life; dalle cronache visive del secondo conflitto mondiale ai celebri ritratti di Stalin e Gandhi, all’America dei conflitti razziali fino al brivido delle visioni aeree del continente americano. (Fino al 14 febbraio).

Milano -” OrnAmenTumEtKrimMen” è il titolo della personale dell’artista e attivista sudafricano Kendell Geers, allestita negli spazi di M77 in via Mecenate. La mostra, a cura di Danilo Eccher, presenta una selezione di opere storiche, recenti e installazioni site-specific progettate per interagire con gli interni della galleria. Il percorso si apre con la grande installazione “Hanging Piece” del 1993, realizzata con mattoni di argillache pendono dal soffitto con delle corde rosse. L’artista, europeo di origine, africano di nascita, si definisce animista e mistico, sciamano e alchimista, punk e poeta. Le contraddizioni intrinseche all’identità dell’artista sono incarnate nel suo lavoro. Le sue opere coniugano storia personale e politica, poesia e miseria, violenza e tensione erotica. Geers lavora con vari media e tecniche che vanno da oggetti di uso comune e installazioni di larga scala all’uso di neon sconfinando nella performance e nel video. Il titolo della mostra si basa sul saggio del 1908 “Ornamento e Crimine” dell’architetto austriaco Adolf Loos, pioniere dell’architettura moderna che condannò le decorazioni sulle facciate degli edifici come un eccesso inutile, persino pericoloso, guidando il corso dell’architettura verso il concetto di funzionalità. (fino al 30 gennaio).

Milano – Alla Galleria Giampaolo Abbondio la mostra di Zhang Huan intitolata “The body as language”. L’esposizione presenta una serie di opere fotografiche che documentano le performance, realizzate tra gli anni novanta e il primo decennio del 2000, dall’artista cinese che usa il corpo come forma di espressione per interpretare la realtà. Giocate sul confine tra Oriente e Occidente, le performance di Huan esplorano il corpo come incontro e scontro di diverse culture e temporalità. Prendendo inspirazione dall’immaginario popolare cinese e da elementi delle filosofie orientali a lui vicine, l’artista reinterpreta mitologie e indaga il potere dei rituali nella formazione e demistificazione dell’identità. Il titolo della rassegna è un tributo a Lea Vergine, la prima studiosa italiana che riconobbe alla body art la giusta considerazione storica e critica. (via Porro Lambertenghi 6. Fino al 30 gennaio).

Milano – Le vetrine della Buildingbox sono dedicate alle opere di Massimo Micheluzzi e Simone Crestani. Con loro si conclude il confronto fra due diverse generazioni di artisti, e la stagione dedicata al vetro. Di Massimo Micheluzzi (Venezia, 1957) si possono ammirare due sculture in vetro soffiato che ricordano delle maquettes di architettura. Simone Crestani (Marostica, 1984) presenta invece, “Tensione Estetica”, rappresentata da un albero sradicato che sembra divincolarsi dalle corde che lo trattengono dimostrando come la natura, per quanto costretta dall’intervento umano, vince sempre. Le opere sono visibili giorno e notte dalle vetrine di via Monte di Pietà 23. (finoal 31 gennaio).

Milano – Nelle sale della galleria Fumagalli  la mostra  “Light Works. 1968 – 2017” di Keith Sonnier. L’esposizione, organizzata in collaborazione con l’artista poco prima della sua scomparsa avvenuta lo scorso 18 luglio, raccoglie una selezione di disegni di piccolo e grande formato della serie “Cat Doucet”, realizzati a metà anni Novanta, che ben documentano il suo processo creativo. Noto soprattutto per la sua produzione scultorea, Keith Sonnier è parte di quella generazione di artisti che fin dagli anni ‘60 ha messo in discussione le categorie e i mezzi dell’arte tradizionale, sperimentando materiali industriali come feltro, lattice, fibre di vetro, plastica, lampadine a incandescenza, e introducendo dal 1968, il tubo al neon che piega e intreccia a formare disegni di luce nello spazio. (La mostra allestita nella sede di Via Bonaventura Cavalieri 6, rimarrà in caledario sino al 31 gennaio 2021. Orari: martedì – sabato 11-19. Info: T. +39 02 36799285).

Verona – Ha riaperto alla Volumnia, lo spazio dedicato all’arte e al design, all’interno di una chiesa sconsacrata nel centro cittadino che ospita la personale di Giorgio Milani intitolata “La scrittura come enigma”. L’esposizione, curata da Elena Pontiggia, presenta oltre cento opere dell’artista piacentino, fra quadri e sculture in gran parte inedite, divise in dieci sezioni che documentano i cicli più importanti: dalle Torri di Gutenberg alle Babeli e ai Poetari Oriente Occidente, dalle Sublimazioni alle Sindoni di Gutenberg fino ai Canti ad Ombre Rare. La cifra espressiva di Giorgio Milani ruota attorno ad assemblaggi di caratteri mobili in legno per la stampa non più in uso che l’artista trova e raccoglie nei magazzini di vecchie tipografie e ricicla come materiali per l’arte. Sono caratteri che, idealmente, conservano la memoria del passato e del sapere umano. La mostra è accompagnata da un catalogo con testo introduttivo di Elena Pontiggia e un’intervista di Matteo Galbiati a Giorgio Milani. Fino al 28 febbraio; ingresso su prenotazione T. 335 6456147. (orari: martedì – sabato, 15/19).

Carpi (MO) – Sospesa fino al 15 gennaio ai Musei di Palazzo dei Pio l’esposizione che ripercorre la vicenda umana e professionale di Bernardino Ramazzini, autore del De Morbis Artificum Diatriba che ha portato alla nascita della moderna medicina del lavoro. La mostra, curata da Manuela Rossi e Tania Previdi, presenta una serie di documenti originali, prime edizioni dei libri di Ramazzini, volumi a stampa coevi, dipinti di autori quali Antonio Cifrondi e Giuseppe Graziosi che contestualizzano l’ambiente in cui il medico carpigiano si è trovato a operare. Il percorso espositivo della mostra, organizzata nell’ambito del programma del festivalfilosofia 2020, prende avvio dalla prima metà del Seicento e si spinge fino alla contemporaneità, analizzando temi estremamente attuali, come la sicurezza dei luoghi di lavoro e la prevenzione dei rischi professionali e ambientali.

Lugano – Il Masi dedica una grande mostra a Hans Josephsohn, uno tra i principali scultori della seconda metà del XX secolo. L’esposizione , organizzata in  occasione del centenario della nascita dell’artista  presenta una selezione di opere in ottone realizzate tra il 1950 e il 2006, che si concentrano sull’essenzialità della figura umana  documentando tutte le tipologie del suo lavoro: figure in piedi, sedute, distese, mezzi busti e rilievi. Sebbene il punto di partenza per le sue sculture siano modelli reali, il lavoro di Josephsohn rifugge un approccio realistico privilegiando immediatezza e vivacità, enfatizzando elementi anatomici e sommando diversi punti di vista che rendono difficile individuare la frontalità della scultura. Fino al  21 febbraio. (Orari martedì, mercoledì e venerdì: 10 – 17; giovedì: 10-20; sabato, domenica e festivi: 10 – 18).

Mendrisio – Ad André Derain è invece dedicata la mostra ospitata nelle sale del Museo d’Arte, organizzata nell’ambito delle esposizioni intitolate ai grandi maestri moderni. L’esposizione intende esplorare tutti i principali aspetti della ricerca dell’artista e in particolare rimette a fuoco, valorizzandole, le peculiari qualità della sua complessa e articolata produzione realizzata fra le due guerre e fino alla sua morte. Un centinaio le opere esposte, suddivise in specifiche sezioni dedicate alle tematiche centrali della sua ricerca, nel campo della pittura, del disegno, della scultura e del suo impegno in ambito teatrale. Per quanto riguarda la pittura si è messa in luce l’evoluzione e le sperimentazioni stilistiche e tematiche: dal paesaggio, alla natura morta, al ritratto, al nudo femminile, fino alle composizioni più articolate. Significativa, anche se più ridotta, la produzione scultorea. Infine, una sezione mette in luce il lavoro teatrale, aspetto meno noto dell’artista, attraverso una selezione di disegni, bozzetti e documenti fotografici. Fino al 31 gennaio (orari: martedì – venerdì 10 – 12/14– 17; sabato – domenica e festivi 10– 18).

Varese – Alla Showcases Gallery, prorogata la mostra “Polimodularità Fluorescenti di Dario Zaffaroni. I quadri-scultura dell’artista, collocate in ambito astratto geometrico, rappresentano forme in movimento in un unitario rapporto spazio – temporale. Dell’artista, noto nel panorama contemporaneo sono esposte una trentina di opere. Zaffaroni, nella prima parte della sua lunga carriera ha lavorato con Dadamaino e successivamente ha frequentato altri artisti dell’avanguardia milanese quali: Colombo, Calderara, Scaccabarozzi, Tornquist, Varisco. Le sue “polimodularità cromatiche”, rigorose, geometriche, affiorano da fondi monocromi, prevalentemente neri o bianchi, e coinvolgendo lo spazio, fanno del colore un “incipit”, di luce e movimento, dove l’intervento plastico si fonda sulle valenze cromatiche, creando una raffinata tessitura tra colore e forma.

Busto Arsizio – La Galleria Cristina Moregola ospita la mostra “Tutto lo spazio che vuoi” di Alfredo Casali. L’esposizione, organizzata in occasione della sedicesima Giornata del Contemporaneo promossa da 𝗔𝗠𝗔𝗖𝗜,  presenta una serie di opere realizzate dall’artista tra il 2009 e il 2020. Con un linguaggio minimale ed essenziale, o meglio esistenzialista, le opere di Casali raccontano il vissuto attraverso pochi e ricorrenti elementi collocati in uno spazio rarefatto, privo di un centro a cui fare riferimento. Le tele appaiono come luoghi dove le cose accadono e si manifestano a partire da una situazione di immobilità  nei quali gli oggetti trovano posto entro una dimensione spaziale senza limiti e confini. La mostra, negli spazi di Via A. Costa 29 è in calendario sino al 30 gennaio. (Orari: mercoledì – sabato 16-19. Su appuntamento 340.8670647).

Saronno – Cinema e fotografia si fondono nella mostra “Light, camera, action! Hollywood & Cinecittà” allestita al Chiostro arte contemporanea di viale Santuario. Il percorso si snoda attraverso 120 fotografie vintage, in bianco e nero, dedicate al cinema hollywoodiano e romano, tra figure e titoli dagli anni ’50 agli ’80. Sono ritratti: momenti salienti, scene corali, scatti del backstage di set cinematografici italiani e americani. Le stampe furono prodotte da svariate agenzie tra cui Ansa in Italia e quella della Century Fox a Los Angeles, distribuite alle redazioni per promuovere le uscite su grande e piccolo schermo. La mostra, a cura di Marina Affanni, Valentina Palumbo e Anna Piuri, rimarrà in caledario sino al 28 febbraio.( Orari:da martedì a domenica 10/12.30 da martedì a venerdì 16 /18.30; sabato e domenica solo su appuntamento T. 39 029622717.