Claudia Gian FerrariClaudia Gian Ferrari

Una grave perdita – Un sorriso radioso, disarmante. Così ci ricordiamo di Claudia Gian Ferrari quando nel 2006 allestì a Villa Panza i capolavori destinati al FAI. Così diede la possibilità ai Varesini, allora accorsi in più di 12mila, di godere di una sostanziosa parte della sua meravigliosa collezione. Un grosso cappello nero con fiori rossi, elegantissima, con la capacità di osare, così la Gian Ferrari si mostrò al pubblico della Città Giardino. Coraggiosa e determinata ha portato avanti con caparbietà ogni suo progetto, investendo nell'arte d'avanguardia e mettendo insieme capolavori su capolavori. Claudia Gian Ferrari si è spenta a Milano lunedì 24 gennaio a soli 64 anni stroncata da un male contro cui combatteva da tempo.

Parte della sua storia – Nata a Milano nel 1945, era la figlia del grande Ettore Gian Ferrari, uno dei principali protagonisti della scena culturale cittadina e nazionale, ideatore nel 1942 dell'Ufficio Vendite alla Biennale di Venezia. Nel 1974 è iniziata la sua carriera di gallerista, quando ha preso ad affiancare il padre nella gestione dell'omonimo spazio fondato nel 1936. Alla morte del padre ha proseguito da sola quest'attività investendo principalmente nelle opere degli artisti tra le due guerre. La sua è una ricca collezione che annovera i maggiori rappresentanti dell'arte internazionale del '900. Convinta che l'arte fosse un bene da condividere, la gallerista ha destinato un'ampia selezione di opere (in totale 44) in prestito permanente al F.A.I., Fondo Ambiente Italiano, da esporre a Milano in Villa Necchi Campiglio. Tra le opere figurano anche dipinti, grafiche e sculture di grandi maestri italiani come de Chirico, Morandi, De Pisis, Severini, Campigli, Casorati, Martini, Gino Rossi, Sironi. E una ancor maggiore donazione era stata quella destinata al MaXXI di Roma, circa duecento opere, compresi cinque lavori di Lucio Fontana ed altrettanti di Piero Manzoni, opere di Munoz, Kiefer, Salle, Martin, dei fratelli Chapman, fino ad artisti più giovani.

L'arte per diventare immortali – Così raccontava la Gian Ferrari, con il suo contagiante sorriso, nel 2005 al quotidiano Repubblica quando annunciò la decisione di destinare le circa 200 opere della sua casa romana di Santa Maria Maggiore al MaXXI: "Non ho figli e ho voluto che la parte più importante della mia vita finisse in un museo. E poi così ho un mio ritorno: ho fatto un piccolo passo per rimanere… nella storia".