Milano – Il cielo pare in procinto di cadere sulla terra. Così si preannuncia la mostra “Metal Panic” di Marcello Maloberti, a cura di Diego Sileo, con scritta al neon capovolta, sorretta da un braccio meccanico di un autocarro abitualmente utilizzato per le manutenzioni edilizie posizionato nel piazzale di fronte all’ingresso del PAC, installazione presentata per la prima volta alla Bangkok Art Biennale 2022.

L’idea di capovolgimento della realtà, si manifesta di nuovo nella prima sala espositiva; anche il cartello stradale che indica l’ingresso a Milano vede il nome della città capovolto.

La “M” gigante che dà il titolo all’opera rimanda a Mussolini appeso a testa in giù a Piazzale Loreto nel 1945. La parete accanto è attraversata dal fregio “CHANCE DI UN CAPOLAVORO” titolo che si rifà a un’opera di Marco Mazzucconi del 1989.

Una serie di forbici sono ammorbidite all’estremità da minimali interventi segnici.

L’idea di percorrenze divise trova snodo nella gelida sinuosità di un guard rail, tra i distinti spazi domina il silenzio.

Poco accanto in una pozzanghera plumbea, riproduzioni frammentate di opere di Mario Sironi si sovrappongono assumendo la forma di un disarticolato puzzle privo di leggibilità.

In antitesi con il titolo “Martellata”, le otto scritte al neon, posizionate sulle vetrate di sfondo del giardino che il PAC condivide con la Galleria d’Arte Moderna, sono il prosieguo di una azione iniziata nel 1990 che comprende aforismi, dichiarazioni politiche, atti poetici legati al sacro, al mistico e al sogno.

Tale visione si connette con “Bolidi” installazione composta da tavoli-cipresso quale richiamo all’opera di Hélio Oiticia e ai “Sette savi” (1981) di Fausto Melotti.

La parte espositiva superiore vede una lunga tovaglia a scacchi bianchi e rossi da pizzeria che accostata alla bandiera nazionale rimando alla tradizione dello spettacolo teatrale del nostro paese.

La dinamicità spaziale presente in “Petrolio” fa riferimento all’omonimo romanzo di Pasolini, rimasto incompiuto alla sua morte.

L’installazione copre l’intero spazio della sala in cui è collocata: nelle pagine aperte di libri accostati gli uni accanto agli altri, compaiono dei coltelli a rappresentare la cesura metafisica dovuta alla morte violenta di Paolini.

Sradicata dal terreno l’indicazione di Casalpusterlengo e posizionata a terra riconduce a una fotografia scattata nel 2006 dove Maloberti appeso al cartello stradale mette in evidenza il suo sforzo atletico, ma altresì l’installazione tende ad affermare l’attaccamento dell’artista alle sue origini, ma anche l’inevitabilità di un distacco.

Da qui la consonanza con “Famiglia metafisica”.

L’artista accanto alla madre e alla nonna appare ritratto nel salotto di casa; momento di consacrazione della realtà domestica in provincia e dei relativi valori umani e affettivi.

L’intera esposizione è percorsa da una colonna sonora ricavata da una partitura per fucile, trasfigurando la natura offensiva dell’arma in uno strumento musicale.

Marcello Maloberti – “Metal Panic” – Milano – PAC, via Palestro 14. Fino al 9 febbraio. Orari: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 10-19,30; giovedì 10-22,30. Biglietti: intero Euro 8, ridotto Euro 6,50. (Ph. – Andrea Rossetti)

 

Mauro Bianchini