Quattro donne, quattro artiste, quattro provenienze, quattro mostre, quattro visioni. Un solo contesto. La Corte dei Brut di Gavirate, sempre più cercata da pittori e scultori che alle gallerie e ai centri espositivi preferiscono contesti vivi, scenografie dotati di vita propria, luoghi che respirano, amano, diffondono calore.
Come l'antica cascina di Groppello, che in questi giorni ospita le sculture di Isabel, le installazioni di Angela, i dipinti di Yve e Shelley Bogaard. Quest'ultima, sudafricana, opra per le diverse declinazioni di rosso, colore che imprime nelle tele, nei capelli, nella passione delle danzatrici.
I dipinti della belga Yve Policet sono invece ispirati agli anni trascorsi negli Stati Uniti: una dichiarazione d'amore alla Natura e dal mare, specchio amniotico dove i corpi fluttuano nella leggerezza dell'essere.
Colpisce, poi, la sbalorditiva installazione floreale della neozelandese Angela Jane, un tripudio di colori e di dolcezza, in bilico tra immortalità della Natura e caducità umana.
Infine le sculture della spagnola Isabel Canaves Bertos, opere di maestria geometrica, che sfida le simmetrie per farsi beffa dell'Infinito.
Il consiglio è di non perdere queste quattro mostre in una sola cornice. Suggestioni audaci, che osservano, conturbano… e indicano la via. O meglio, quattro vie verso la femminilità.