Camille Claudel, 'Il valzer', 1889Camille Claudel, 'Il valzer', 1889

La vie en rose – Valorizzare la figura della donna come pittrice e non più solo come soggetto dipinto, restituendole il ruolo di co-protagonista nella scena artistica, è ciò che si propone la mostra L'Arte delle Donne, dal Rinascimento al Surrealismo, in programma a
Palazzo Reale, fino al 6 aprile 2008. L'esposizione è curata da un comitato scientifico presieduto da Hans Albert Peters e presenta oltre 260 opere realizzate tra il XVI e il XX secolo da 140 artiste, tra cui Rosalba Carriera, Lavinia Fontana, Elisabetta Sirani, Nathalie Gontcharova, Camille Claudel, opere provenienti da musei e collezioni europei ed extraeuropei come il Museo Nacional del Prado e il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid, il Centre National d'Art et de Culture Georges Pompidou di Parigi, il National Museum of Women in the Arts di Washington, il Museo Nazionale di Capodimonte di Napoli. L'esposizione merita un'ulteriore segnalazione perché si propone, nell'Anno Europeo delle Pari Opportunità, di promuovere ed evidenziare il ruolo della donna nell'arte e di recuperare il valore storico, sociale e antropologico delle opere di alcune fra le più illustri artiste della storia e di considerare come sia cambiata l'immagine della donna artista nel corso degli ultimi cinque secoli.

Le lettere delle donne – "Certo in nessun'altra età", scriveva Giorgio Vasari nelle sue 'Vite', "s'è ciò meglio potuto conoscere, che nella nostra; dove le donne hanno acquistato grandissime lettere". Il percorso espositivo prende le mosse dalle figure di Sofonisba Anguissola e Lavinia Fontana, le più note protagoniste del Cinquecento italiano. Figura mitica, per aver ricevuto, vecchissima e cieca, l'omaggio di una visita di Anton van Dyck, Sofonisba Anguissola, cremonese, si specializzò, come le sue sorelle, nel ritratto e nell'autoritratto, introducendo un tema destinato a divenire uno dei filoni principali della produzione femminile fino ai nostri giorni. "Dama di honore de la Reyna" di Spagna, l'Anguissola, di cui si espongono due tra le opere maggiori, fu anche la prima donna a godere dell'appoggio dei monarchi europei. Ma è la romana Artemisia Gentileschi ad avere ricoperto un ruolo indiscutibile nell'affermazione della donna artista, non solo perché grande pittrice, ma anche perché ispirò, negli anni Settanta del secolo scorso, un nuovo interesse anche di natura femminista e sociale, su tutto il mondo femminile nelle arti. Figlia di Orazio Gentileschi, subì violenza da Agostino Tassi e lo denunciò. Gli atti del processo per lo stupro subìto rappresentano uno dei primi documenti di questo tipo e spiegano l'oscuro fascino che, unendosi a quello della sua pittura, la trasformò in una eroina senza tempo. Giuditta, Susanna, Betsabea divengono i soggetti preferiti di Artemisia e delle artiste seicentesche, che scelsero di rappresentare donne eccezionali della storia classica e della storia biblica, femmes fortes in cui identificavano il loro stesso destino.

Elisabeth Vigée Lebrun,' Autoritratto'Elisabeth Vigée Lebrun,' Autoritratto'

Les femmes fatales – Con l'Ottocento le schiere s'infoltiscono: Berthe Morisot, cognata di Edouard Manet e protagonista dell'Impressionismo, Eva Gonzalès e l'americana Mary Cassatt, scoperta da Degas e da lui introdotta nell'ambiente impressionista. Suzanne Valadon, madre di Maurice Utrillo, fu una figura in intelligente equilibrio tra i due secoli, tanto da anticipare molte delle visioni fauviste o cubiste. Negli stessi anni si consumò anche la vita tormentata di Camille Claudel maggiore scultrice dell'Ottocento, la cui esistenza fu segnata dalla relazione con Auguste Rodin, suo maestro. La mostra accoglie il famoso ritratto che la giovane allieva eseguì dell'amante, e un bronzo raffigurante La Valse. Grande scultrice, potente artigiana, infaticabile lavoratrice, era la sola donna dell'atelier di Rodin che potesse tagliare il suo marmo, compito da uomini. Si giunge così al Novecento: artiste quali Gabriele Münter, Marianne von Werefkin, Paula Modersohn-Becker vissero da protagoniste l'atmosfera cosmopolita della Germania del primo espressionismo gareggiando con le prime donne italiane lanciate nell'entusiasmo mediatico del futurismo. Meteore fuori dal coro, Tamara de Lempicka (1902-1980) e Frida Kahlo (1907-1954) sconcertano non solo con le opere, ma anche con le loro biografie con le quali seppero tracciare linee uniche e indipendenti tra le correnti del secolo. Il Novecento, infine, spalanca la complessità del contemporaneo presentando voci sparse, ormai non più elencabili secondo un ordine, né di nazione, né di tendenze, come Meret Oppenheim (1913-1985), indiscussa protagonista di uno sperimentalismo sempre all'avanguardia.

 

L'ARTE DELLE DONNE dal Rinascimento al Surrealismo
Milano, Palazzo Reale

5 dicembre 2007 – 6 aprile 2008
Orari: lunedì dalle 14.30 alle 19.30;
martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 9.30 alle 19.30;
giovedì dalle 9.30 alle 22.30.
Informazioni e prenotazioni: www.ticket.it; tel. 02.54915