Milano – Il corpo come unità di misura tra sé e lo spazio circostante, tra sé e l’altro, tra sé e gli oggetti.

Il gesto a definire distanze, a calibrare movimenti, a scandire pause al fine di conferire senso a quanto accaduto un attimo prima e un imminente dopo.

“Vicino al cuore/Close to the heart” a cura di Chiara Nuzi e Alberto Salvadori propone per la prima volta presso la Fondazione ICA opere storiche e inediti, tra cui disegni, acquarelli, installazioni, video legati al percorso di Simone Forti, artista di levatura internazionale che sino dagli anni ’50 ha sperimentato attraverso performance riflessioni etiche e filosofiche sul corpo.

Nata a Firenze nel 1935, solo tre anni dopo la sua famiglia, di origini ebraiche, a causa delle leggi razziali fasciste è costretta a trasferirsi a Los Angeles.

La sua formazione artistica inizia a San Francisco per poi proseguire, negli anni ’60 a New York dove stringe collaborazioni con i più significativi, registi, coreografi, musicisti attivi in quei decenni, sino ad arrivare agli studi sul “suono puro” di John Cage.

Ad affiancare la mostra della grande performer concorre, all’interno della Project Room, “When the towel/Drops Vol 1! Italy” a cura di Claudia d’Alonzo, videoinstallazione del collettivo Radha may composto da Elisa Giordana Papa, Napur Mathur e Bathsheba Okwenje; particolareggiata riflessione sull’azione della censura sul corpo femminile nell’ambito del cinema italiano e straniero dal dopoguerra sino agli anni ’60.

A farne le spese furono registi come Mauro Bolognini, Ingmar Bergman e Michelangelo Antonioni.

Fondazione ICA, Via Orobica 26. Fino al 2 febbraio 2020. Orari: giovedì-domenica 11-19

Mauro Bianchini