Ugo RondinoneUgo Rondinone

Tecnica mista, spiega la curatrice della mostra Marina Pugliese nell'audioguida creata dallo studio di narrazioni sonore Storyville, è la definizione generica che si trova spesso nelle didascalie delle opere per indicare l'uso di materiali più o meno complessi, come collage, fotomontaggio, assemblaggio, installazione, perfomance, materiali plastici e dispositivi audio-visivi. Tredici tecniche esemplificate da altrettante opere d'arte, provenienti dalla collezione del neonato museo milanese, gettano uno sguardo «dietro le quinte dell'arte del Novecento per capire come e perché gli artisti hanno inventato nuove tecniche».

Dalla celebre Venere dei porti (1919) di Mario Sironi, che mescola collage e pittura per creare un paesaggio intriso di riferimenti metafisici e tardo-futuristi, si passa alla Natura modulare (1966) di Gino Marotta, che lavora sul paradosso tra materiali utilizzati e tematiche naturali realizzando una foresta in plexiglas verde da attraversare con lo sguardo; fino ad arrivare al fotomontaggio Once Upon a time (2003) di Ugo Rondinone dove dei file digitali stampati e montati su un pannello vanno a formare l'immagine di un pagliaccio, il poeta John Giorno.

Tra le opere più suggestive del percorso espositivo meritano una menzione l'installazione Coma

Mario SironiMario Sironi

(2000-2001) di Alexander Brodsky e la Scultura da prendere a calci (1959) di Gabriele Devecchi. Brodsky propone una riflessione sulla fragilità della città contemporanea attraverso un lavoro estremamente complesso realizzato nel 2001 per la Triennale di Milano: in una vasca di zinco una grande metropoli composta da una serie di edifici in terra cruda viene sommersa da fiotti di olio nero che alludono ai petrodollari dello sviluppo di Mosca che affogano la città. Devecchi, protagonista dello storico Gruppo T di Milano, trasforma invece lo spettatore nel vero protagonista dell'opera. Il visitatore è chiamato a prendere a calci un grosso parallelepipedo formato da otto moduli in schiuma di poliestere, uniti da una serie di elastici, per modificare in piena libertà la forma dell'oggetto.

Chiude l'esposizione il percorso sonoro ideato da Marza Migliora, In Quelli che trascurano di rileggere si condannano a leggere sempre la stessa storia (2009/2010) l'artista affida al suono e alla voce di un gruppo di persone – invitate a raccontare le impressioni evocate dalla visione di una selezione di opere esposte all'interno del Museo – il compito di creare nuovi percorsi emozionali ed espositivi. Il XX secolo è stato un periodo di cambiamenti formali e tecnici, e «l'utilizzo, oltre ai mezzi tradizionali, di materiali sperimentali – conclude la Pugliese – […] ha esteso le possibilità espressive ma al contempo ha reso le opere molto più complesse tecnicamente e fragili da conservare».

Museo del Novecento
Piazza Marconi 1, Milano
Tel. 0243353522
c.museo900@comune.milano.it
Orari
: lunedì dalle 14.30 alle 19.30,
martedì-mercoledì-venerdì-domenica dalle 9.30 alle 19.30
giovedì e sabato dalle 9.30 alle 22.30
Ingresso gratuito fino al 26 agosto
dal 27 agosto 5 €, gratuito sotto i 25 anni