robaLa stele di Vergiate

Nuovo appuntamento per i "Mercoledì del Museo" ad Arsago Seprio. Protagonista, questa volta, la vicina Vergiate, di cui un volume, realizzato dal prof. Tamborini, ripercorre con precisione la storia.

Il relatore.
Marco Tamborini è uno storico medievista di grande spessore, che da anni collabora con case editrici, pubblica libri, articoli e saggi storici in riviste specializzate in storia locale e del territorio lombardo come autore o curatore. Numerose le sue cariche: consigliere della Società Storica Varesina, Consigliere Scientifico nazionale dell'Istituto Italiano dei Castelli, consigliere della Sezione Lombarda, coordinatore della Delegazione di Varese, Presidente dell'Associazione storica ed archeologica "M. Bertolone" di Angera.

Il metodo storico.
Parlare di storia locale significa, per Tamborini, da valido storico, affrontare anche la questione del metodo, cioè il modo di ricostruire la storia di un luogo: massima scientificità, con un occhio sempre rivolto al pubblico, spesso non specializzato, a cui il volume è rivolto. Grande spazio deve essere dato alle fonti, di qualunque tipo esse siano: documentarie, come gli atti in deposito presso gli Archivi, iconografiche, come cartoline, fotografie, immagini catastali.

Vergiate fra storia, arte e cultura.
Il volume presentato ripercorre la storia di Vergiate, con un primo capitolo dedicato alla evoluzione storica del comune dai nuclei separati al comune unitario. Nei seguenti capitoli

robaLa stele di Vergiate

vengono approfonditi i momenti di storia locale meglio documentati, come la preistoria e la protostoria, la romanità. Ma non solo, si arriva fino al XX secolo, con digressioni sulla proprietà fondiaria di Vergiate, sulle famiglie più importanti, come i Daverio, e sulle opere pubbliche dell'Ottocento, come l'acquedotto.

Le testimonianze più antiche.
Visto il contesto che ospitava la presentazione del volume, il Prof. Tamborini ha scelto di raccontare uno stralcio del proprio lavoro, dedicato alla tracce archeologiche di Vergiate e del suo territorio. Ecco quindi un salto indietro, alla preistoria, con le palafitte individuate nell'Ottocento a Corgeno, sul lago di Comabbio; poi la protostoria con la cultura di Golasecca, periodo a cui risalgono i cromlech, i recinti funerari e la famosa stele di Vergiate, una delle poche testimonianze del leponzio.

Fra romanità e Medioevo.
Come ha raccontato Tamborini, la romanità a Vergiate è testimoniata da lapidi funerarie spesso reimpiegate in edifici medievali, come nel caso del campanile della chiesa di S.Giorgio a Corgeno. Anche se il rinvenimento più noto rimane la famosa villa rustica presso l'oratorio di san Gallo. Per il Medioevo, documenti quattrocenteschi e lacerti murari attestano la presenza di un castello e di una serie di fortificazioni, di cui oggi si conserva solamente una torre.

Come ha sottolineato il relatore, il volume vuole raccontare Vergiate, mostrare la natura multiforme di un centro che in passato ha avuto una storia importante.