Edicola Macchi-Zonda - L. PogliaghiEdicola Macchi-Zonda – L. Pogliaghi

Presentato in Salone Estense, sotto Natale, un libro sui cimiteri di Varese che non dovrebbe essere allettante, e invece lo è. Edito da Macchione Editore, frutto di una collaborazione durata alcuni anni fra l'autore, l'architetto Gian Franco Ferrario, e il Comune di Varese (settori Cultura e Affari Cimiteriali), colma un vuoto che andava senz'altro riempito. Altre città hanno già provveduto, in Lombardia ad esempio, tralasciando Milano, Brescia e Pavia dispongono di volumi sulla materia.

Materia che nel caso di Varese si presenta di non facile organizzazione, contando la città ben 14 cimiteri ancora "attivi". Ferrario non si è lasciato sconfortare e ha condotto negli anni un'indagine capillare, sul campo(santo) e sui documenti d'archivio, arrivando a censire le sepolture più eminenti dal punto di vista storico, architettonico e artistico. Questa messe preziosa di dati (4000 documenti consultati, 100 visite effettuate, 1200 progetti visionati di cui 900 archiviati, 450 monumenti segnalati, 4500 fotografie, 800 famiglie, 200 artisti-progettisti), che copre il periodo dai primi dell'Ottocento al 1950, con opportuna selezione è confluita nel volume dato alle stampe grazie all'intervento sostanziale della So.Crem, la Società varesina per la Cremazione, la meno superstiziosa e la più convinta paladina, da 126 anni, della cultura funeraria.

Anche i cimiteri varesini, soprattutto quello di Giubiano, che forse meriterebbe la patente ufficiale di "monumentale", sono sorprendenti musei all'aperto, il cui patrimonio storico e storico-artistico meritava una prima organica sistemazione. E' quanto questo libro è riuscito a fare, impresa tutt'altro che facile, visto l'argomento ai più sgradito (politici, amministratori, editori compresi) e nel caso specifico fisicamente disperso e assai vario.

Un'opera di E. ButtiUn’opera di E. Butti

Certo, l'autore tradisce la sua formazione di architetto e di studioso delle specificità del territorio varesino (alcune sue pubblicazioni sono dedicate alla stagione Liberty), fornendo informazioni dettagliate e interpretazioni convincenti sull'architettura delle tombe, finalmente assegnate ai legittimi e, spesso, tutt'altro che anonimi progettisti. Ferrario ha scoperto, ad esempio, che la Edicola Perucchetti del Cimitero di Giubiano è stata progettata da Marcello Piacentini, tra i più illustri architetti del Ventennio, sino ad oggi non rilevato nella nostra provincia.

Per la scultura cimiteriale, invece, tanto indigesta quanto magnifica in non pochi casi varesini, se viene puntualmente attribuita a scultori locali di grande valore (Eugenio Pellini, per fare un nome), impegnati ad alti livelli qualitativi nel genere funerario, meritava forse una trattazione più approfondita quanto all'aspetto stilistico e iconografico.

L'edicola progettata da PiacentiniL’edicola progettata da Piacentini

Anche sulle immagini, fondamentali in un volume di questo tipo, si è ritenuto di usarle – ed è un peccato – per pura documentazione visiva di quanto trattato, compresi i bozzetti e i più importanti disegni di progetto. Uno sforzo editoriale in più, avrebbe reso il libro più scientifico e autorevole. Ma non era questo lo scopo, come dimostra la parte, la più appetibile, con le brevi biografie illustrate di 50 varesini illustri. Gli "eletti" sono stati segnalati a Ferrario da Giuseppe Armocida, già Assessore alla Cultura del Comune e storico sapido della città, promotore e consigliere dell'architetto nel lavoro di censimento. Tutti "riposano" sulle colline di Varese e si sono distinti nei vari campi dell'agire umano, dando i loro nomi al civico stradario.
 

Dinanzi a questo libro, intitolato prudentemente "Luoghi della memoria – Storia di famiglie e personaggi varesini", il Comune ha preso l'impegno di proseguire nella valorizzazione culturale del patrimonio cimiteriale, ipotizzando pannelli didattici e percorsi dentro i perimetri dei camposanti. L'editore, che sa quanto impresentabile sia il tema in questione, ha allargato il campo alla storia ancora sommersa di Varese e dei suoi personaggi, spesso trapiantati da fuori, lamentando l'assenza di un vero e proprio archivio storico della città.

Mon. Lanfranconi di E. Pellini, 1906Mon. Lanfranconi di E. Pellini, 1906

Ambrogio Vaghi, presidente della So.Crem, ha ricordato senza disagio la storia della società, forte dei più bei nomi del Libero Pensiero e capace nel 1884, soltanto quattro anni dopo la sua costruzione, di inaugurare nel Cimitero di Giubiano il Tempio Crematorio, quarto in Italia. Di questo edificio storico, oggi inutilizzato, si potrebbe farne un museo: a che cosa, non è stato delucidato.

Per finire, un sondaggio: il Sindaco di Varese, che si è presto defilato, ha citato il "monumento dell'elefante" come tra i più noti e curiosi, nel panorama funerario locale: quanti varesini sanno dove si trova? Si trova, comunque, sulla copertina del volume.

Gian Franco Ferrario

Luoghi della memoria – Storia di famiglie e personaggi varesini

Macchione Editore, 255 pp., 282  riproduzioni € 29,00