"Le Romite rappresentano un esempio di come dovrebbe lavorare ogni gruppo di ricerca con dedizione, concentrazione e precisione". L'elogio muove niente di meno che dal Magnifico Rettore Renzo Dionigi. Destinatarie le venticinque suore che a tuttoggi vivono, lavorano, pregano, in ordine inverso nel Monastero di Santa Maria del Monte sopra Varese.

Sono loro infatti, le sorelle di clausura dell'ordine di Sant'Ambrogio ad Nemus, le autrici della monumentale Storia del Monastero, quarto volume previsto ma primo ad essere pubblicato, dell'altrettanto monumentale Storia di Varese, il progetto editoriale (Nicolini editore), voluto e ideato dal Centro Internazionale di ricerca per le storie locali e le diversità culturali dell'Università dell'Insubria.

Un progetto nato alcuni anni grazie all'impulso di un comitato scientifico che vede al suo vertice il rettore Dionigi e al suo interno studiosi di discipline diverse con l'intento di equiparare Varese con altre città lombarde già dotate di una propria storia, codificata, scritta, tramandata.

La vista dal MonasteroLa vista dal Monastero

Se per l'opera nella sua organicità ci vorranno almeno due anni ancora – 5400 le pagine complessive, 4100 le illustrazioni, 121 gli autori, 9 volumi – le suorine del Sacro Monte, sono state le più solerti, le più rapide. Laureate in molti casi in storia e in archivistica, le Romite hanno scritto la storia del loro monastero, una storia di stretta appartenenza, come di un motore propulsivo che attraversa nei suoi cinque secoli di vita il contado, e poi la città di Varese.

Attingendo alle fonti esterne, tramite fidati collaboratori hanno esplorato l'Archivio di Stato di Milano e l'Archivio Storico della Diocesi, ma sopratutto setacciando l'archivio conservato all'interno del loro convento hanno dato vita ad un volume di 500 pagine, arricchito da una pregevole e spesso inedita raccolta iconografica – per lo più di opere anche queste interne e non visibili al pubblico – che apre importanti squarci di luce sulla storia del monastero anche nei suoi rapporti con il Governo di Milano e con le autorità ecclesiastiche.