Ultimo giorno oggi per visitare a Carnago la mostra dedicata all’artista armeno Vanadur, cui ArteVarese aveva dedicato una bella intervista per i 95 anni). A tre anni dalla scomparsa di Yervant der Mossighian (in arte Vanadur) il critico d’arte Federico Masedu, curatore della mostra, ripropone la figura del pittore approdato dalla diaspora armena a Varese, che vide nel 2011 la sua ultima esposizione allo Spazio Lavit.

Della lunghissima carriera di questo “dilettante” di tenacia e talento si è scelto di valorizzare nella personale di Carnago la produzione più antica e meno conosciuta, proveniente dagli eredi e da alcune private collezioni. A partire dagli anni ’50 Vanadur si è cimentato con i generi classici della pittura: nature morte, paesaggi, ritratti e figure confrontandosi con le correnti e gli autori più importanti della pittura moderna e della sua generazione (egli nacque in Anatolia nel 1911).
Pressoché autodidatta ma nutrito di studi e passione e dotato di un innato talento pittorico, il pittore armeno nonostante gli impegni di medico non ha mai lasciato l’esercizio del dipingere arrivando a una sintesi e a un linguaggio originali.

La mostra cerca di ripercorrere in più di trenta quadri la vicenda postimpressionista e novecentista di Vanadur prima del 1980, anno a partire dal quale si può datare l’avvio di una ricerca più marcatamente espressionista.
I decenni presenti in mostra, pur necessariamente selettivi e non esaustivi, rivelano composizioni solide e armoniose caratterizzate da un vigoroso e vitale senso del colore.

La pittura per Vanadur non è mai copia o illustrazione della realtà ma reinvenzione e trasposizione del vero, del visibile, in una veste pittorica più intensa che cerca e trova via via la sua interna coerenza e bellezza. Un’aura di metafisico mistero pervade le opere, frutto di una lotta interiore del pittore con il mezzo e la materia per trascenderli in visione interiore.
L’attesa della pittura è stata ed è ripagata.

Vanadur non aveva più avuto occasione di esporre questi suoi più vecchi lavori, preferendo forse la produzione recente coloristicamente più audace, ma proprio questa lacuna la mostra in san Rocco vorrebbe iniziare a colmare. L’intento è di ricostruire con maggiore chiarezza e cognizione l’attività di un pittore, varesino d’adozione, che nel campo di una pittura sì certo “tradizionale” ha detto la sua eccome.
«L’attesa della pittura, Dipinti di Vanadur dagli anni ‘50 al 1980» – Carnago, ex Chiesa di San Rocco (associazione Baco) fino al 29 aprile sabato 16-19, domenica (e 25 aprile) 10-12.30 e 15.30-19.