Chiuro – La Valtellina, in odore di divenire Patrimonio Mondiale dell'Unesco per il suo paesaggio unico di terrazzamenti dove attecchisce la vite, ha bisogno di promuoversi.

Ecco quindi l'idea di una mostra a tema dal titolo “Vite, vigna e vino”, che si svolgerà nel comune di Chiuro e nella quale due scultori della provincia di Varese sono rappresentati. Si tratta di Pietro Scampinie di Paola Ravasio, invitati anche per i trascorsi valtellinesi, visto che entrambi hanno esposto a Sondrio, ottenendo un valido riconoscimento.

Il primo, sebbene restio a lavori con il vincolo del tema, è riuscito a proporre un suo elemento tipico, uno dei suoi annodamenti plastici capace di mimare il tralcio di vite, nel suo caso avviticchiato appunto a un monolite, il tutto in gesso, su circa due metri di altezza.

La più giovane collega, che si è formata nello studio di Scampini, ha realizzato invece un “Ciclope valtellinese” in qualche modo suggeritole dall'ideatore della mostra, che la voleva aderente al territorio della Valtellina. Paola Ravasio ha quindi approntato in vetroresina il modello di una figura possente delle sue, dai volumi espansi, intenta a portare un sasso, simbolo della costruzione – durata secoli – dei muretti a secco che reggono le terrazze coltivate a vite.

Sono quindi entrambi omaggi e interpretazioni scultoree della peculiare identità del territorio valtellinese, impervio e lavorato con una cura e una dedizione tali da divenire esso stesso un bene da conservare e valorizzare, al di là del suo sfruttamento economico.

Gli scultori confidano che i loro modelli vengano notati e prescelti per essere trasposti in bronzo o in marmo. L'opera della Ravasio è risultata emblematica ed eloquente al punto da comparire sulla copertina del catalogo e sulla locandina della manifestazione. Quanto alla sua, Scampini ha già fatto sapere che la donerà agli organizzatori.