Gaudenzio Ferrari, Ultima Cena, S. Maria della PassioneGaudenzio Ferrari, Ultima Cena, S.
Maria della Passione

Si è conclusa da pochi giorni l'importante rassegna allestita a palazzo Marliani Cicogna di Busto Arsizio dedicata alla realtà -un tempo molto fiorente- delle Confraternite, quelle associazioni di fedeli la cui peculiare attività era l'esercizio di opere di carità. Il catalogo pubblicato in questa occasione e curato da Stefania Buganza, Paolo Vanoli e Danilo Zardin, ha permesso non solo di pare il punto sugli studi storici ed artistici -non sempre estesi e minuziosi- su questo argomento ma anche di aprire nuovi percorsi di ricerca.

Gettando uno sguardo sulla situazione milanese, nella seconda metà del Quattrocento all'interno delle Confraternite diviene sempre più forte la crescita del ruolo del patriziato locale e dei ceti più facoltosi. Tra la serie di opere e cantieri di particolare rilevanza messi a fuoco per questo particolare periodo storico, primeggia il luogo pio di Santa Maria presso San Satiro, uno dei più rappresentativi edifici religiosi del Rinascimento lombardo, la cui progettazione di deve nientemeno che all'urbinate Donato Bramante. La confraternita omonima era stata fondata per seguire i lavori di costruzione e di decorazione della chiesa, di cui si ricorda in primo luogo il scenografico tabernacolo ligneo (in seguito

Agostino de Fondulis, Compianto, Sacello di S. Satiro.Agostino de Fondulis, Compianto,
Sacello di S. Satiro

smantellato) e il Compianto realizzato da Agostino de Fondulis in terracotta, connotato da una coinvolgente pietà proprio per muovere lo spirito devozionale. Un altro Compianto di grande interesse è quello realizzato da Bernardino Luini nel 1516 per la cappella della Scuola del SS. Sacramento in S. Giorgio al Palazzo. Grazie al sapiente uso della prospettiva, il Maestro riesce a dilatare l'angusto spazio della cappella per creare un programma decorativo di forte impatto emotivo tutto giocato attorno al tema della Passione di Cristo. Nel clima di "riforma cattolica", sono gli altari e le cappelle di pertinenza i luoghi privilegiati in cui si concentra la committenza delle schole. È il caso di Gaudenzio Ferrari che, durante il periodo milanese, è chiamato all'opera coadiuvato dalla bottega da importanti confraternite milanesi, tra le quali quella del

Stendardo della Congregazione del Rosario, Duomo di MilanoStendardo della Congregazione
del Rosario, Duomo di Milano

Corpus Domini di Santa Maria della Passione, per cui realizza l'Ultima cena che si può ammirare in loco nella cappella del transetto sinistro, nella sua originaria cornice.

Allargando lo sguardo della ricerca, accanto a questa vasta campagna di importanti edificazioni e rinnovo decorativo, il fervore delle compagnie devozionali si concentrò anche su tutto un corredo di manufatti dal forte carattere identitario: gli stendardi figurati, i crocefissi lignei intagliati, i lanternini argentati a motivi decorativi, bastoni e vessilli processionali, preziosi tesori tutti destinati all'ostensione pubblica nel corso delle processioni cittadine, eventi centrali nella vita liturgica delle confraternite, anche in chiave di visibilità e prestigio sociale. Anche in questo ambito è il Duomo di Milano a crea i modelli "ufficiali". Nel gonfalone della compagnia del Rosario, affiancata da S. Carlo Borromeo a quella del Sacramento, vi si riconosce lo schema compositivo destinato a rivestire una grande fortuna nella decorazione delle cappelle del Rosario presenti in modo capillare nelle parrocchiali lombarde dalla prima metà del seicento.

Info:
Confraternite. Fede e opere in Lombardia dal Medioevo al Settecento

Catalogo della mostra
A cura di S. Buganza, P. Vanoli, D. Zardin.
Scalpendi editore.
Euro 20