Fontana barocca con panchina nel cortile di Villa le Lagore, 196Fontana barocca con panchina nel cortile di Villa le
Lagore, 1965 ©H. Purmann Archiv, München

«Voglio soltanto dipingere – lasciatemi solo, così che possa dipingere». Sono queste le parole che Hans Purrmann (Speyer 1880 – Montagnola 1966), importante esponente del postimpressionismo tedesco, era solito ripetere in tarda età quando, ormai vedovo da molti anni e costretto sulla sedia a rotelle da una rara malattia, aveva ridotto i suoi già sporadici contatti con il mondo esterno, rinchiudendosi in un voluto isolamento. Lo testimoniano le tre serie di opere realizzate durante gli ultimi soggiorni liguri a Villa Le Lagore: un luogo svuotato dalla presenza umana, eretto a spazio arcadico e consolatorio. Una cinta muraria, una cappella seicentesca, qualche panchina, vasi portafiori e una fontana sono i soggetti di questi quadri, segnati da una ricchissima gamma cromatica di verdi e di blu.

Nonostante i problemi di salute, infatti, l'artista non smette di viaggiare e di dipingere. L'amore per la pittura e per quel colore, che mutevole abbraccia la tela, non si esaurisce nemmeno con l'impietoso avanzare del tempo. Ne sono la prova i novanta pezzi selezionati dai due curatori Simone Soldini e Regina Bucher per questa grande esposizione che, suddivisa tra gli spazi del Museo d'arte di Mendrisio e della Casa-Museo di Montagnola (comune del Canton Ticino che diede i natali al poeta e scrittore Hermann Hesse), ripercorre le tappe più importanti del suo percorso artistico, nonché le sua cerchia di amicizie con gli artisti e gli intellettuali più incisivi del Novecento. Prima fra tutti quella con il maestro delle "belve" francesi, Henri Matisse, che come scrive lo stesso Purrmann in una lettera alla futura moglie Mathilde Vollmoeller, non mancava di elogiare il suo lavoro, «deliziato dalla ricchezza dei […] colori e dalla loro armonia». Dipingono fianco a fianco, si incontrano nei rispettivi studi e intraprendono numerosi viaggi. Un rapporto di reciproca stima e collaborazione che durerà fino alla morte del grande maestro francese. È grazie a lui che Purrmann cede al piacere di un cromatismo puro e intenso. Come in Paesaggio di mare a Cassis (1909), stendardo del suo lungo soggiorno parigino che alla scelta cromatica densa e accesa unisce una costruzione "per tasselli".

Forza plastica che sembra momentaneamente sciogliersi nella pennellata liquida e rarefatta di Neve a Berlino-Grunewald (1915), per poi ricomporsi, dopo la breve

Hans Purrmann, Albert Weisgerber e Henri Matisse, Monaco 1910, ÂHans Purrmann, Albert Weisgerber e
Henri Matisse, Monaco 1910, ©H.
Purrmann Archiv, München

parentesi tedesca, nei suoi quadri dedicati al paesaggio italiano. A Sorrento, Ischia, Roma – ma anche Venezia, Trento, Fano, ecc. – l'artista trova un felice equilibrio tra disegno e colore. La forma si solidifica, si scompone in blocchi cubiformi (che ricordano indubbiamente le composizioni cézanniane) o in masse vaporose di colore plasmate dalle calde luci mediterranee. Segue tra il 1935 e il 1943 la carica di direttore artistico del prestigio istituto di Villa Romana a Firenze: è qui che Purrmann conquista il definitivo controllo del mezzo pittorico, perfezionato ulteriormente con l'arrivo in Ticino, dove rimarrà fine alla morte. Dopo l'inevitabile sconforto provocato dalla morte dell'adorata consorte, Purmann sfrutterà pienamente il clima mite della svizzera italiana per dipingere all'aria aperta e per realizzare una serie di vedute atmosferiche, dove la Natura viene sviscerata in tutti i suoi aspetti e le sue manifestazioni più spettacolari.

Proprio in Svizzera, a Montagnola, conoscerà Hermann Hesse con cui istaurerà un rapporto piuttosto difficile ma prolungato nel tempo e improntato su un ironico e beffardo "gioco intellettuale". Un proficuo scambio di idee che culminerà nella poesia-regalo del 1953, Il vecchio maestro nella bottega. Chiude la mostra una sala dedicata al Purrmann collezionista. La sua passione per la storia dell'arte si riflette, infatti, anche nel ricerca di oggetti provenienti dalle epoche più disparate. Bassorilievi, specchi, vasi, sculture, ritornano secondo costruzioni volutamente artificiose nelle sue coloratissime nature morte. Un'esposizione da non perdere quella organizzata dai due musei elvetici che portano così alla luce la figura affascinante di un pittore colto.

Hans Purrmann. Un maestro del colore
Dal 10 aprile al 28 agosto 2011
Museo d'arte, Mendrisio
Tel. +41 (0)91.6403350
museo@mendrisio.ch
Museo Hermann Hesse, Montagnola
Tel. +41 (0)91.9933770
info@hessemontagnola.ch