Giancarlo PozziGiancarlo Pozzi

Questioni d'amicizia – "Con Floriano Bodini c'è scappata anche qualche "scazzotata", eravamo sinceri amici, è venuto anche al mio matrimonio". Giancarlo Pozzi racconta le sue amicizie artistiche. E così capita di sentire, quasi in carne ed ossa, quelle presenze che sui manuali di storia dell'arte paiono così sbiadite ed appiattite. È tutto un susseguirsi di battute, ricordi personali, aneddoti tristi o felici. Ma comunque veri.
Una serie concatenata fatta di stima, fiducia, di necessità di chiarimenti – perchè tra amici è così. Che poi si viene alle mani ma non ci si dimentica mai.
È per questo che "l'unico modo per avere un amico è essere un amico", in una donazione spoglia di interessi, come suggeriva Ralph W. Emerson.

Il racconto di Pozzi si fa divertente ed ironico: "Ho lavorato molto anche con Marcel Duchamp, un vero intellettuale, sempre molto elegante, un gran signore. Ma che aveva poca voglia di lavorare (sorride). Sono stato per diverso tempo anche a fianco di Lucio Fontata, un autentico genio capace di sbalordire e di impietrire chi lo vedeva all'opera con colori e… fiamma ossidrica". Un'intera esperienza emerge dal racconto di Giancarlo Pozzi. "Tornano tutti gli amici miei, forse non sono partiti mai: erano qui dentro di me e non l'avevo capito mai; tornano tutti gli amici miei, noi non ci siamo lasciati mai,e sono qui dentro di me", scriveva Roberto Vecchioni.