Foto di Karen BerestovoyFoto di Karen Berestovoy

Sguardo sul mondo del lavoro – Curata da Elena Di Raddo la mostra che inaugurerà a metà ottobre negli spazi espositivi di Torre Colombera, "Tute blu colletti bianchi. Idee e immagini dell'arte sul mondo del lavoro", intende far luce sul tema del lavoro attraverso la tuta, oggetto ricco di significati e simbolo di una condizione esistenziale oltre che di una mansione.

Tuta come divisa – "La tuta ricorda l'epoca più dura del lavoro industriale, quella vissuta per esempio, sottolinea la Di Raddo, "da Charlie Chaplin in Tempi moderni, ma è da intendersi", continua la curatrice, "anche come oggetto che nei tempi attuali è interpretabile nelle sue varianti delle divise da lavoro dei cosiddetti colletti bianchi o, dei lavoratori delle grandi catene di negozi, dei supermercati o dei fast food, e quindi, appunto, come metafora del lavoro e dello status di chi le indossa".

Interesse per il sociale – Tanti i nomi degli artisti, molti dei quali varesini, che spaziando tra pittura, fotografia, scultura, installazioni e video, mostreranno un'attenzione particolare per il valore sociale dell'opera, in questo caso per il carattere politico, ideologico e culturale del lavoro. "Saranno presenti Karen Berestovoy, Mario Bottinelli Montandon, Giannetto Bravi, Giovanni Cerri, Ermanno Cristini, Gianni Gangai, Dario Ghibaudo, Emily Joe, Marco Di Giovanni, Maria Teresa Gavazzi, Manuela Martines, Mauro Molinari, Marica Moro, Le Principesse, Giovanni Rubino e Luca Scarabelli con l'intento", dichiara la curatrice, di sovvertire il dilagare dell'arte consumistica e industrializzata, per usare l'idea che Gillo Dorfles sosteneva nel 1970, periodo in cui l'arte scendeva nelle strade ed entrava nelle fabbriche".