Alla LIUC – Università Cattaneo è in corso una ricca mostra antologica e retrospettiva dell'artista americano Stanley Tomshinsky.
Location della mostra, curata da Miro Silvera e Flavio Cruciatti, è appunto la Villa che si affaccia sul parco dell'Università, e in particolare l'area riservata all'Orientamento e all'accoglienza delle matricole.
Sono 58 le opere esposte in totale, di cui 49 tele e 9 sculture. La dimensionalità della scultura nelle fusioni e nelle saldature in bronzo e rame, le maquette in legno e gli studi sul numero e la matematica, la ricerca sul colore, le interpretazioni binarie dei sistemi umani e sociali e la biologia molecolare del DNA sono alcuni dei capisaldi della produzione artistica di Tomshinsky (New York 1935 – Milano 2004).
Un percorso, il suo, che spazia dall'esperienza scultorea degli anni '60 e '70 sino ai definitivi ed ultimi cromatismi simbolici rappresentativi dell'animo umano e delle pure energie interiori e spirituali, che richiamano infine le più intime strutture della natura dei primi anni 2000.
Tomshinsky (New York 1935 – Milano 2004) nasce da una famiglia ebrea di origine lettone, ma ben presto si trasferisce a Parigi, dove dà vita a sculture surreali, improntata all'astrattismo simbolico. Nel '66, dopo viaggi e mostre in tutta Europa, inizia la pittura a olio e si trasferisce a Milano, in una continua ricerca artistica e spirituale.

La dimensionalità della scultura nelle fusioni e nelle saldature in bronzo e rame, le maquette in legno e gli studi sul numero e la matematica, la ricerca sul colore, le interpretazioni binarie dei sistemi umani e sociali e la biologia molecolare del DNA sono alcuni dei capisaldi della produzione artistica e della ricerca di Tomshinsky. Un percorso, il suo, che spazia dall'esperienza scultorea degli anni '60 e '70 sino ai definitivi ed ultimi cromatismi simbolici rappresentativi dell'animo umano e delle pure energie interiori e spirituali, che richiamano infine le più intime strutture della natura dei primi anni 2000.
Nel '68 Dino Buzzati gli dedicò sul "Corriere della Sera" un trafiletto di poche righe, ma incisivo: "Americano, trentaduenne, vive a Milano. Con asticciole di bronzo disegna nell'aria forme umane, uccelli, totem, pesci, deità, immagini allusive ed emblematiche. ‘Astrazioni simboliche' lui le chiama. Fantasia, stilizzazione, garbo decorativo, pulizia, semplicità: ma poi Tomshinsky scrive di voler ‘…tracciare il movimento spirituale nell'ordine cosmico… esprimere l'Universo come infinito'. E allora, come la mettiamo?".

Info.
Tomshinsky a Villa Jucker

Fino al 31 luglio
ingresso gratuito
aperto al pubblico da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00