Continua il viaggio di Artevarese nella Milano ambrosiana, quando la città non era solo capitale dell'impero romano, ma anche importante luogo della cristianità d'Occidente. Una Milano oggi scomparsa, che rivive grazie agli scavi archeologici e ai Musei, che di quel periodo conservano i fasti.

La via porticata. Nel progetto urbanistico di Ambrogio rivestiva una grande importanza la basilica di S.Nazaro, posta nella zona sud della Mediolanum dell'epoca, in prossimità di quella che oggi ancora è conosciuta come Porta Romana. Qui nel corso del IV secolo d.C. venne innalzato un arco onorario e venne edificata una elegante via porticata, che costituiva un accesso scenografico alla città stessa. Forte è il significato simbolico della via porticata, esempi della quale negli stessi decenni erano presenti a Roma, Istanbul, Salonicco e Treviri – le altre capitali dell'impero-. Simbolico perché queste vie solitamente conducono alle principali basiliche dei Martiri, come a Roma San Paolo e S.Lorenzo fuori le mura.

San Nazaro. Non a casa a metà della via milanese sorge la basilica Apostolorum, cioè degli Apostoli, conosciuta oggi come S.Nazaro, voluta da Ambrogio, che qui trasferì le reliquie dei santi Pietro e Paolo, Apostoli, ma anche primi martiri della religione cristiana. Nei suoi scritti Ambrogio indica come romana la basilica milanese, non solo per un motivo topografico, ma pure per un collegamento ideale con la vecchia capitale.


Un'antica necropoli.
La basilica, iniziata nel 382 d.C., si stabilisce sull'area di una precedente necropoli, di epoca tardo-romana, come da consuetudine posta lungo le vie, in posizione periferica rispetto al centro abitato. La pianta dell'edificio è a croce greca, una novità nel panorama milanese, e in generale nell'Occidente, e riprende il modello della chiesa degli Apostoli a Costantinopoli, a sottolineare il legame con l'altra capitale e il simbolo concreto della vittoria di Cristo sugli ariani.

L'edificio di Ambrogio. L'aspetto attuale dell'edificio risale al secolo XI, ma è possibile stabilire da quanto rimane l'antica struttura. Infatti la basilica aveva un corpo longitudinale di 56 metri, con due bracci rettangolari dotati di esedre semicircolari; la navata principale terminava con una abside e la copertura del soffitto era a travi lignee. Il materiale da costruzione era costituito principalmente da ciottoli di fiume, ma anche da elementi di reimpiego.

Il corpo di S.Nazaro. Una decina di anni dopo la costruzione, Ambrogio ritrovò, secondo la leggenda avvisato in sogno, le reliquie di S.Nazaro e così apportò delle modifiche all'edificio. La zona orientale della chiesa fu rialzata e dotata di una abside, destinata ad ospitare in un altare le reliquie del Santo.

Il medico Dioscoro. Nulla rimane degli antichi arredi, se non un frammento di pavimento in piastrelle nella nicchia del braccio Sud, dove trova posto la sepoltura di Dioscoro, indicata dalla sua iscrizione funeraria. La lapide, in marmo, è scritta sia in latino, lingua ufficiale, sia in greco, lingua originaria di Dioscoro, di professione medico.