BoscoBosco

Rasa di Varese – (…) Le pareti neutre rappresentano la giusta cornice per quei dipinti di Simona Zonca. Hanno respirato la stessa aria, quella della natura circostante, ed ora vivono le medesime emozioni.  Ritrovo le immagini del sentiero che avevo seguito fino a pochi minuti prima e mi piace pensare che qualcun altro abbia addirittura già rielaborato quelle visioni ed ora le offra proprio a me, come premio per l'impegno dimostrato. L'artista ha dimostrato una straordinaria capacità di percepire la sensazione, di associarla ad altre e di trasformarla in immagine pittorica grazie all'intuizione creativa ed all'abilità tecnica. E il tutto acquista toni nuovi, quasi familiari. Non c'è la vita e la pittura, ma la percezione pittorica.

Non ci sono le sensazioni del bosco e le armonie cromatiche, ma la rielaborazione multisensoriale in pochi colori o in una rapida sfumatura.  Simona Zonca qui permette al buon osservatore di guardare oltre la forma ed il colore per scoprire ed interrogare la dignità dei personaggi che popolano i suoi lavori. L'albero, il soggetto principale ripreso nei dipinti, è un organismo estremamente complesso, in grado di condurre vita autonoma, con un lungo ciclo biologico durante il quale, come tutti gli altri esseri viventi, si nutre respira cresce si riproduce e muore.

Ma dal momento in cui attecchisce sul suolo del bosco, un giovane albero deve svolgere un unico compito vitale: catturare la sua parte di luce. In mancanza di questa le foglie non possono procurarsi energia e, senza energia, l'albero è destinato a morire. Se un albero germina all'aperto, ottenere luce non è un problema, mentre nel profondo di un bosco le cose non sono altrettanto semplici. Qui gli alberi sono fitti e la lotta per la luce è aspra e mortale. La maggior parte dei germogli soccombe: solo pochi hanno miglior fortuna. Se un albero vicino cade, la volta del bosco si apre all'improvviso, offrendo alla pianticella abbastanza energia per sopravvivere.

Questa è la dignità dell'essere vivente, mentre l'immagine è pura apparenza, una maschera dietro cui nascondersi per vedere indisturbati ed il colore diventa il magico sipario della vita.  Quanto la vita dell'albero è paragonabile a quella dell'uomo e quanto la sopravvivenza di un bosco è simile a quella della nostra società! E Simona Zonca ne fa un unico racconto sintetico ed analitico, umile ed energico allo stesso tempo con semplicità e devozione, con passione e desiderio.

Rossi, blu, gialli e verdi illuminano le stanze delle antiche cantine, che per un attimo sono teatro di una performance pittorica dagli evidenti toni surreali. Macchie dal colore rosso acceso, giallo abbagliante, blu mistico e verde terreno riempiono le tavole telate con discrezione, senza invadere, senza esagerare, proponendo una concezione insolita ed originale del mondo. Lottare per ottenere uno spiraglio di luce equivale a combattere a difesa della verità. In entrambi i casi vale la pena affrontare le avversità, se ciò che si conquista è l'energia vitale utile alla sopravvivenza del pensiero e della fantasia creativa.

Con la mente mi allontano un attimo dall'ambiente naturalistico che ho ammirato finora, per lasciarmi andare alla libera e fantastica interpretazione del reale, deliziosamente realizzata da Simona Zonca.

I quadri che stanno davanti a me rappresentano dei boschi: silenziosi, fitti, aggrovigliati eppure ben disposti ad accogliere gli sguardi indagatori dell'osservatore. Sembrano in posa, come dei bravi attori alla loro prima apparizione su un palcoscenico, in attesa di uno scatto fotografico che poi li immortalerà sui più importanti quotidiani del giorno dopo. E i giochi di ombre e di luce sul suolo, nel sottobosco, amplifica maggiormente quell'atmosfera di attesa, creando suggestive evasioni oniriche.

 

Vedo i boschi dunque, nulla di più legato alla natura, eppure di questa avverto non i colori, completamente trasfigurati, ma le sensazioni, quelle autentiche: la freschezza e la bellezza della natura quando è libera ed incontaminata, quando è vera e non artefatta.

Posso distinguere le forme degli alberi, degli arbusti e dei cespugli, ma ciò che mi costringe a pensare e mi stimola all'osservazione è quell'aura intrisa di mistero e di misticismo che sta dentro l'opera. Anche se non riconosco i luoghi precisi, ho le medesime percezioni che ho vissuto camminando nel bosco circostante. Avverto l'umidità sulla pelle e sento l'odore di vegetazione e di terra bagnata appena smossa dal mio lungo peregrinare. Simona Zonca riesce a riesumare un'ampia gamma di ricordi, di esperienze e di emozioni attraverso un colore ed il suo felice accostamento a pochi altri. Sembra talvolta un gioco informale che diventa leggibile soltanto grazie a qualche particolare più vicino alla descrizione reale.

E dai suoi lavori affiora uno stato onirico sempre latente, sempre pronto a mostrarsi al momento giusto, mosso dalla forza di una passione che non ha mai lasciato la mente e la mano dellartista, fin dagli esordi.

Andando per boschi…
dal 17 giugno al 2 luglio
Rasa di Varese
Casa Tognola
a cura di Stefania Barile
sabato e domenica dalle 16 alle 19