L'elogio del bianco Silvana Feroldi dipinge da sempre, per passione, per amore, per bisogno di esprimere i suoi stati d'animo e le sue sensazioni. In un continuo evolversi che si riflette sulle sue tele, nei colori che impiega e nel risultato che ammalia, calamita e affascina. Nella mostra "Alla ricerca del bianco", nella suggestiva cornice della Cascina dell'Arte (via Vespri Siciliani, Busto Arsizio) che si concluderà domenica 11 novembre, l'artista ha focalizzato l'attenzione sul colore non colore per eccellenza: il bianco. Nei suoi quadri il bianco è luce, conquisa e si espande fra parole scritte e dimenticate, fra grigiori metropolitani, fra alberi astratti. Ogni tela, nella sua modernità e nel suo astrattismo, non abbandona il segno e rivela una ricerca che parte da lontano per approdare a una sintesi estrema e luminosa. Il bianco è ovunque, nella sua più ampia espressione.

Steli, ovvero fuori dalla gabbia – Ciò che colpisce nelle opere dell'artista sono gli steli, ovvero fasci di luce bianca che si irradiano dal terreno e salgano in tensione verso l'assoluto. Steli d'erba, rami, strisce… sono il leit motiv dei quadri che si immergono nel bianco. Un bianco che sebbene crei nello spettatore un senso di pace e di serenità, di pulizia e di chiarezza assoluta, in realtà è frutto di un tormentato cammino interiore, di un percorso artistico che parte dal colore e sfocia nel non colore, nell'assenza del colore stesso, come sintesi e punto di partenza. Per riuscire a scappare dalla gabbia, dalla costrizione quotidiana.

Una vita intensaSilvana Feroldi ha una storia molto particolare. L'esordio è lo studio artistico che sfocia in una professione, quella di vetrinista, che regala all'artista molte soddisfazioni come le collaborazioni per i grandi stilisti milanesi, tra cui Giorgio Armani. Poi l'insegnamento, costellato di mostre e di personali in Italia e all'estero. Sabato 10 novembre, la Feroldi sarà in una importante collettiva a Varese "Grande grande grande" curata da Fabrizia Buzio Negri a Villa Baragiola.