
L'architetto David Antognazza, direttore dei lavori, insieme agli operatori, hanno fatto in breve il punto sulla situazione: "I lavori di preparazione di questa struttura devono essere seguiti e preceduti da assistenza archeologica. Poi scavando la trincea sono emersi tutta una serie di evidenze a carattere archeologico che stiamo documentando, quando questa fase sarà terminata i risultati verranno registrati e resi noti".

L'esistenza della chiesa è documentata già nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani, una sorta di "catalogo" redatto da Goffredo da Bussero alla fine del Duecento in cui l'autore stende un repertorio alfabetico dei santi venerati sia nella città di Milano che in diocesi, annotando per ognuno gli altari, oratori o chiese ad essi dedicati. Fu questa la prima chiesa esistente in Venegono Inferiore e come tale, anche se situata in posizione decentrata rispetto all'ubicazione del paese, sin dalle sue origini svolgeva la funzione di chiesa parrocchiale ufficiale come emerge dalle Visite Pastorali di san Carlo Borromeo.

Nei deceti della visita pastorale del 1716, risulta che presso la chiesa di San Michele vi fossero i sepolcri in cui venivano deposti i cadaveri di persone morte per peste o qualche altra epidemia.
Risulta che tra il 1780 e il 1781 la comunità di Venegono Inferiore costruisce nuovi sepolcri per ottemperare a ordini governativi che avevano lo scopo di porre fine alla consuetudine di seppellire i defunti nelle chiese. Come conseguenza, anche la chiesa venne ristrutturata per rispondere alle nuove esigenze.
La struttura della chiesa viene modificata aprendo l'ingresso al posto della vecchia abside e realizzando una nuova abside al posto della vecchia entrata. E' molto probabile che i "nuovi sepolcri" non siano altro che l'attuale cimitero e che quindi le autorità di Venegono abbiano deciso di modificare l'ingresso della chiesa per renderla pià facilmente agibile.
