Definire il campo creativo di Gianfranco Baruchello significa allineare pittura, cinema, composizioni di oggetti a fini ideali e simbolici, scrittura teatrale e letteraria e uno sconfinato amore per i libri; non a caso appaiono in molte delle sue opere, alcune di queste presenti nella importante personale in corso nei suggestivi spazi della Galleria Milano, con opere storiche degli anni Sessanta.
I loro volumi, le loro sovrapposizioni, il loro cadenzato e irregolare accostamento suggeriscono immaginarie cadenze narrative e le ragnatele di screpolature presenti sulle superfici creano una percorrenza segnica tale da formare tracciati entro i quali vagare con lo sguardo.
Altri segni, altre trame dense e nere quasi fossero catrame determinano rimandi tra un'opera e l'altra, catalizzanti e disordinatamente rapaci come a definire le origini di una scrittura la cui minuziosità calligrafica al limite della percezione visiva, si compie nella composizione di frasi in modo da attrarre su di sé una attenzione totale, imponendo al visitatore un atto di intima devozione.
Il potere evocativo delle opere di Baruchello schiude a rimandi tali da aprire a spazi di memoria sia individuale che di comune appartenenza, così accade di fronte a lavori composti da molteplici materiali presenti sia in contesti industriali che nello svolgimento di mansioni quotidiane.
V'è anche un che di alchemico nell'idealità creativa di Baruchello: numeri, frammenti di frasi, formule chimiche o meccaniche fluttuano sulla superficie dei quadri e degli assemblaggi a dire ironicamente come la loro applicazione potrebbe consentire al visitatore di diventare un apprendista stregone.

Info.
Gianfranco Baruchello – "Anni Sessanta"

Milano – Galleria Milano, Via Manin 13/Via Turati 14
Fino al 5 settembre
Orari: 10-13/16-20