Mani giunte, Acquaforte, puntaseccaMani giunte, Acquaforte, puntasecca

Curata da Lorenza Salamon, la piccola esposizione ospitata alla Fondazione Federica Galli di Milano – ente che si pone l'obiettivo di diffondere l'arte della stampa in tutta la sua ampiezza – "mette in mostra" tutta la passione che l'artista Safet Zec (classe 1943) ha sempre nutrito per l'arte incisoria. Nemmeno lui è rimasto immune al fascino e alle possibilità espressive della calcografia, e in particolare della ceramolle, che grazie alla sua duttilità gli ha permesso di esprimersi con «la medesima freschezza e immediatezza del disegno». Come nei dipinti, anche nelle incisioni – spesso di grandi dimensioni – dominano oggetti e luoghi sofferti: nature morte, corpi umani, paesaggi urbani e bucolici intrisi di ricordi, immersi nell'ombra e scolpiti da una luce quasi abbacinante.

Figura di spicco del balcanico "Realismo poetico", Safet Zec si è avvicinato all'acquaforte appena quindicenne, coltivando poi una conoscenza e una passione che lo hanno portato a esplorare le tecniche dell'acquatinta e della puntasecca. In questi fogli i segni si coagulano e si sciolgono, diventando tracce di un passato carico di sofferenze impossibili da cancellare. Gli orrori della guerra avevano infatti tolto colore ai suoi lavori e lo avevano isolato, tanto da indurlo a distruggere molte

Pane, 1997, acquatinta a coloriPane, 1997, acquatinta a colori

delle sue creazioni. Solo il sodalizio con lo stampatore Corrado Albicocco – conosciuto a Udine nel 1992 – ha restituito nuova linfa a una "geografia domestica" che oggi ci invita a guardare dentro le cose, ad andare oltre la loro coriacea superficie per coglierne la vera essenza. Oltre alle grafiche realizzate con la ceramolle, si possono ammirare anche le veline da riporto, le matrici incise e un video, utile a coinvolgere lo spettatore nella realizzazione delle sue opere.

Biografia
: nato in Bosnia nel 1943, ultimo di otto figli di un calzolaio, durante la seconda guerra mondiale Safet Zec si trasferisce a Sarajevo da Rogatica, un paese a est della Bosnia. Formatosi alla Scuola superiore di arti applicate di Sarajevo il suo straordinario talento si manifesta sin dall'infanzia e quando giunge all'Accademia di Belgrado è considerato ormai un prodigio. Dalla fine del conflitto l'artista ha ripreso un'assidua frequentazione con la sua terra, dove oggi si trova il suo studio, recentemente riaperto ed è ora centro di numerose iniziative culturali, oltre che sede espositiva delle sue opere.

Fondazione Federica Galli
Fino al 15 luglio 2012
Viale Bianca Maria 26, Milano
Orari: da lunedì a venerdì, dalle 15.00 alle 19.30
Ingresso gratuito