La sala della Memoria, al MILSLa sala della Memoria, al MILS

"Meditate che questo è stato" – La lapidaria frase che chiude il libro 'Se questo è un uomo' di Primo Levi non è solo il titolo della collettiva che inaugura a Saronno il prossimo 28 marzo, è anche il monito che lo scrittore lancia alla società moderna, e che il gruppo di artisti riuniti in "E20 D'ARTE" coglie, perché la Shoah divenga costante oggetto della memoria, non esclusivamente il 27 gennaio. La mostra che viene proposta a Saronno nella settimana della cultura allarga il discorso anticipato a tempo debito (il giorno della memoria) al teatro Pio IX di Uboldo e al tempo stesso è una sorta di prova generale del progetto che i soci di "E20 D'ARTE" vogliono proporre a diversi Comuni: un'esposizione itinerante che tenga vivo il ricordo dell'olocausto lungo tutto il corso dell'anno.

Corpi e mani straziate – La drammaticità dello sterminio effonde dai corpi dei deportati che gli artisti raffigurano sulle tele singolarmente, nei campi di sterminio, o soffermandosi sulle sole mani, mani che raccontano di individui cui fu negata la dignità umana, mani scavate dalla sofferenza, dal dolore, dal duro lavoro, mani in atto di pregare, in cerca di aiuto o di una risposta al male subìto.

L'ingresso al MuseoL'ingresso al Museo

Un'opera di più e a più mani – Eloquente e di forte impatto visivo è il macrodipinto, realizzato dalle mani dei pittori in mostra, che si sviluppa su di una superficie di quasi 5 metri per 5, ottenuta dall'unione delle tele (4 per ogni artista, delle dimensioni di 80 cm per 80 ognuna), raffiguranti mani di uomini torturati, dipinte rigorosamente in bianco e nero, e proposte nello stile dei singoli artisti: Tullo Ficcarelli, Gioacchino Grassi, Oscar Legnani, Isabella Marioni, Amelio Meini, Luisa Reina, Simona Telesca, Paola Valsecchi, Fabrizio Vendramin e l'art-director Vanni Saltarelli.

Il linguaggio pittorico – Le opere esposte comunicano attraverso una pittura figurativa fatta di colori a olio ed acrilici, che mette in scena la tragedia non solo dell'olocausto degli Ebrei, ma anche di altri genocidi, passati e moderni, che purtroppo segnano la storia dell'uomo. Alcuni artisti hanno infatti voluto esprimere la tragedia e la sofferenza comuni a tutti gli stermini di massa, non solo a quella della Shoah, attraverso l'arte visiva della pittura che impone tempi di lettura molto più lenti rispetto a quelli della televisione, "così che ogni singola tela diventi uno spunto di riflessione, di meditazione, evitando per un momento quell'atteggiamento di assuefazione e d'indifferenza che ci contraddistingue ogniqualvolta vediamo le immagini di guerra, orrore e morte passare alla tv", dichiara Fabrizio Vendramin, pittore e socio di "E20 D'ARTE".

"Meditate che questo è stato"
Museo delle Industrie del lavoro saronnesi
Via Don Grifanti 6
Saronno (VA)
Inaugurazione: venerdì 28 marzo, ore 21:00
Durata: 28 marzo – 6 aprile
Orario: mar-dom. 10:00-12:00; 16:00-19:00
Ingresso libero