Gli affreschi di Villa PerabòGli affreschi di Villa Perabò

Nuovi apporti storici – Vede la luce il XXV volume (annata 2008) della Rivista della Società Storica Varesina. Tra i contributi che approfondiscono aspetti e vicende storiche del passato varesino, segnaliamo (anche perché in parte già anticipato e promesso) lo studio di Laura Giacomini, dedicato alla Villa dei Perabò al Miogno.

Quel belvedere varesino – Era composta da "terreni coltivati a prato e vigna" la proprietà che il "Magnificus iuris utriusque doctor" Francesco Perabò acquistò il 9 febbraio 1552 nel territorio di Biumo Superiore. Negli anni successivi, sempre per suo volere, venne costruito un bel "casamento in amena posizione". Lo stesso che oggi, insieme alla villa che in quei terreni fu costruita all'inizio del Novecento, risulta inglobato nel complesso del convitto De Filippi. Dunque una residenza che, rispondendo appieno ai dettami della trattatistica architettonica del secondo Cinquecento, coniugava residenza nobiliare e tenuta agricola. E sul felice connubio tra lavoro del massaro e delizie dominicali, ci informa anche Bartolomeo Taegio nel suo dialogo "La villa" composto nel 1559 dove elogia l'agricoltura "arte dilettevole, nobilissima, utile, necessaria, maestra di diligenza". La Giacomini, che specifica come la tenuta Perabò fosse condotta a mezzadria, data la costruzione al periodo compreso tra 1555 e 1561, anno della morte del Perabò.

Gli artisti che vengon dal nord – E Andrea Spiriti, che introduce il saggio della studiosa, precisa: "la collocazione dell'edificio al 1555/1561 ben collima con l'attribuzione degli affreschi, che formulo in questa sede, ad Hans Bocksberger il Vecchio, autore nel 1539 del ciclo nella torre del Falcone al castello del Buonconsiglio di Trento".

L'Adorazione attribuita a MorazzoneL'Adorazione attribuita a Morazzone

Nuove domande, nuove risposte – Tra gli articoli apparsi sul medesimo volume della Rivista, segnaliamo anche "Un affresco inedito del Morazzone a Castiglione Olona", firmato da Andrea Spiriti e "L'abate varesino Giovanni Antonio Francesco Albuzzi: conoscitore e critico d'arte" di Laura Facchin. Nel suo contributo, Spiriti riepiloga i dati fondamentali riguardanti l'Adorazione dei pastori con S. Vittore (1596-97), dipinta dal Morazzone e conservata nella chiesa di Santa Maria in Campagna a Castiglione Olona. Alle pagine seguenti, Michela M. Grisoni mette sul tavolo inedite ricerche su "Carlo Ermes Visconti: tra privato collezionismo e tutela dei monumenti patri".

Varesini V.I.P. – Laura Facchin, anche attraverso un approfondito scavo documentario, ricostruisce e ripercorre le tappe principali della vita di uno dei più eminenti varesini, l'abate Giovanni Antonio Francesco Albuzzi, esimio benefattore dell'Ospedale, autore di una "Serie delle vite e ritratti de' pittori lombardi" e ultimo discendente di una stirpe originaria di Porto Valtravaglia, documentata sin da tempi remoti. Proprio nella Quadreria dell'Ospedale cittadino, un grande dipinto, commissionato nel 1802 al pittore Paolo Petter, ci restituisce la fisionomia del nobile abate. La Facchin, docente di Storia della Città e del Territorio presso l'Università degli Studi dell'Insubria, già aveva partecipato tre anni or sono al convegno "Immagini d'arte: la quadreria dell'Ospedale di Varese" con un intervento dal titolo "La serie dei ritratti: continuità e novità dal Sei al Settecento".