Dopo sette anni di lavori, ha riaperto giovedì 23 aprile l'Accademia Carrara di Bergamo. Nata nel 1796 dall'idea visionaria del nobile bergamasco Giacomo Carrara, che ha dato vita a un'istituzione museale a partire dalla propria passione di collezionista, si distingue nel panorama artistico italiano per identità e qualità del suo patrimonio: è da sempre considerata museo del collezionismo italiano e fra le più affascinanti raccolte d'arte europee.
Cinque i campi di intervento principali durante i sette anni di chiusura, un periodo necessario alla realizzazione di lavori, non più rinviabili: il completo aggiornamento dei servizi per il pubblico, la ristrutturazione della sede neoclassica, il nuovo allestimento, la campagna di restauri dei capolavori e la valorizzazione della collezione in Italia e nel mondo.

Ne è valsa dunque la pena dell'attesa, potendo ora godere di un museo finalmente dotato di standard di conservazione adeguati allo straordinario patrimonio che custodisce. All'investimento eccezionale di oltre 10 milioni di euro, sostenuto da parte del Comune di Bergamo è da aggiungere il fondamentale finanziamento di € 1.250.000 della Fondazione Credito Bergamasco che ha consentito di completare l'allestimento museale.

Ben seicento le opere esposte, con capolavori di Pisanello, Mantegna, Bellini, Botticelli, Raffaello, Tiziano, Lotto, Moroni e altri maestri della pittura italiana. Un tuffo nella storia dell'arte italiana che si snoda lungo un arco cronologico di cinque secoli, dall'inizio del Quattrocento sino alla fine dell'Ottocento.

«Il nuovo ordinamento delle raccolte museali avrebbe potuto seguire il criterio di un allestimento per nuclei collezionisti -spiega Maria Cristina Rodeschini, responsabile divisione Accademia Carrara e Gamec -, la scelta è invece stata quella di presentare il patrimonio seguendo in linea di massima l'ordine cronologico, che ha indubbiamente il vantaggio della chiarezza. La descrizione che accompagna ogni opera esplicita la collezione di provenienza e l'anno dell'acquisizione. Vi sono poi alcune sale nel percorso che presentano nuclei consistenti di opere che appartengono alla stessa collezione e questo racconta al visitatore le propensioni culturali, il gusto del collezionista che lo ha orientato ad acquisire determinate opere piuttosto che altre. Per fare un esempio nella sala 4 dedicata alla rinascimento in Italia centrale, la maggior parte delle opere appartenevano alla raccolta di Giovanni Morelli, Apollonio di Giovanni, Francesco Pesellino, i tre Botticelli, una sottolineatura necessaria perché il collezionismo d'arte è tra i valori identitari della Carrara, museo simbolo del collezionismo. La grande tradizione di mecenatismo che il museo esprime a partire dal luminoso progetto del fondatore, Giacomo Carrara, che ha donato la sua collezione perché fosse di pubblica utilità, cioè nella disponibilità di tutti, fa parte della vita secolare della Carrara. È una storia che si intreccia con la passione per l'arte dei collezionisti, che desiderano condividere le loro predilezioni, con altre persone. Le donazioni al museo non hanno avuto soluzione di continuità, l'ultima risale a non più di un mese fa, un'assegnazione importante per la qualità del dipinto donato e per l'intenzione che ha guidato i collezionisti. Il grande tema del collezionismo è da sempre argomento di studio del museo e continuerà ad esserlo. Quanto questo influisca sul rilancio del collezionismo in epoca moderna è una dinamica certamente da esplorare».

Niente è lasciato al caso, soprattutto per quanto riguarda l'allestimento: «La disposizione delle opere nelle sale espositive avviene secondo un sistema visivo e di allestimento che armonizza presenze artistiche e spazi, caratterizzati da studiate colorazioni delle pareti, da un'illuminazione tecnica di alta qualità, da una chiara e accessibile presentazione delle informazione per il pubblico. Uno dei concetti guida è stato che ogni sala fosse in sé compiuta e autonoma, indirizzo che invita a ritornare più volte al museo. Su tutto il principio assoluto di predisporre un luogo accogliente, che non dia segni di difficoltà, ma di naturalezza, di sobrietà, di eleganza. Se la disposizione delle opere in 16 sale su 28 è su un solo livello, in altre sale, ad esempio quella dedicata a Giovan Battista Moroni e la ritrattistica del secondo Cinquecento in Italia, la scelta è stata di allestire le opere anche su più livelli, per un massimo di due, configurando uno scenario che ricorda le quadrerie delle case nobiliari con i ritratti degli antenati. Un allestimento moderno con la memoria dell'antico pensiamo sia una formula che possa incontrare il gradimento del pubblico».

La riapertura dell'Accademia Carrara è una festa per la città e per tutti gli appassionati: per i primi tre giorni, dal 24 al 26 aprile, il museo sarà gratuitamente e straordinariamente aperto dalle 10 alle 24.