Carlo MeazzaCarlo Meazza

Laghi del cuore – Ancora Piero Chiara, ancora le sponde e le onde del Maggiore. Le foci dei fiumi che vi si tuffano, le ville della Belle Epoque, le acque increspate dall'inverna, i pontili solitari, i castelli di Cannero abbandonati, le isole Belle dei Borromeo. Sempre e comunque laghi del cuore. Già lo scorso anno Carlo Meazza, in occasione del ventennale della scomparsa di Chiara era andato sulle tracce dello scrittore, nei luoghi così immediatamente riconoscibili dalle pagine dei suoi libri.

Ut fotografia poesis – Ad un anno di distanza, il fotografo varesino aggiunge un'altra guida ideale al suo viaggio dintorno e dentro quel lago che da tempo ha assunto il ruolo di fonte inesausta di ispirazione per il suo vagabondare da flaneur con la macchina fotografica: Vittorio Sereni, altro nativo lacustre ed illustre, le cui liriche lacerano la pagina bianca e illustrano senza descrivere l'immagine a fianco: "Ecco le voci cadono e gli amici/sono così distanti/che un grido è meno/ che un murmuere a chiarmarli./Ma sugli anni ritorna/il tuo sorriso limpido e funesto/simile al lago/che rapisce uomini e barche/ma colora le nostre mattine". Ed eccolo, di fianco, uno sterminato tramonto contrastato di neri opprimenti dalla sponda di Luino. O barche a vela che tagliano l'acqua; "(…) e non era più un lago ma un attonito/specchio di me una lacuna del cuore".

Isola BellaIsola Bella

L'abbraccio dilatato – Cambia il formato, Meazza. Abbandona il 6×7, utilizzato in precedenza, per riutilizzare lo stesso sguardo panoramico della sua Hasseblad, un formato orizzontale che dilata gli spazi, lo stesso utilizzato per la sua recente fatica fotografica, "Ritorno al Ponte di Falmenta 2007"; uno spazio visivo rettangolare che sembra abbracciare le anse, le insenature, racchiudere cielo e terra, e terra e lago, in un unico gesto. Che è sempre  e comunque un gesto d'amore. Per la natura che lo circonda, per  gli autori vi hanno vissuto lasciandovi tracce di parole non retoriche.

L'affinità poetica – "Se pensiamo alla cosiddetta 'linea lombarda' di ancheschiana memoria, – scrive in prefazione Lorenzo Scandroglio – (…), non si può non riconoscere che alcuni dei suoi leitmotiv (l'aderenza alle cose, il disincanto e l'antilirismo, il parlato basso, la sobrietà dei toni), assolutamente pertinenti per il poeta Vittorio Sereni, ricorrono qui nel libro di Carlo Meazza come un retaggio, come una eredità. Questo libro è la dichiarazione di una affinità a una poetica". Un'affinata coadiuvata dalla resa scabra dei bianchi e dei neri di Alberto Bortoluzzi e dalla lineare cura grafica di Claudio Benzoni.

Lago Maggiore
Edizioni C.M. – Carlo Meazza Editore in coedizione con Arterigere