Veduta dei resti dell’anfiteatroVeduta dei resti dell'anfiteatro

Un po' più grande dell'Arena di Verona, così, in base agli scavi archeologici, doveva essere l'anfiteatro di Milano. Ma oggi di questa grandezza rimane ben poco. La religione cristiana e i divieti di S.Ambrogio via via svuotarono le gradinate e i blocchi che costituivano l'edificio divennero materiale edile per la vicina basilica di S.Lorenzo.

Dove e quando.
L'anfiteatro di Milano sorgeva, come nella migliore tradizione, fuori dalla cinta muraria urbana, in prossimità della Porta Ticinensis e di altre vie dirette a Sud-est, in uno spazio un po' decentrato per ovvi motivi di ordine pubblico. Fu costruito nel corso del I secolo d.C. quando Milano era diventata una città di tradizione, usi e leggi romane, nonostante le proprie origini celtiche.

Le indagini archeologiche.
Prime indicazioni sulla collocazione dell'anfiteatro furono fornite già alla fine dell'Ottocento, ma solo negli anni Trenta furono condotti scavi e indagini da Alda Levi prima e Aristide Calderini poi nelle cantine delle case della zona, che portarono a stabilire le dimensioni dell'edificio. Negli anni Settanta si propose un tentativo di ricostruzione dell'alzato, in

Ricostruzione dell’anfiteatro di MilanoRicostruzione dell'anfiteatro di Milano

seguito a ricerche sul campo. L'aspetto dell'anfiteatro doveva essere di grande impatto: una loggia porticata al pianterreno, una facciata a tre ordini architettonici per una altezza complessiva di 38.40 metri, con una successioni di capitelli dorici, ionici, corinzi e attico fenestrato.

E oggi?
L'anfiteatro è oggi inserito in un parco archeologico, il Parco dell'anifiteatro, con annesso Antiquarium, dedicato ad Alda Levi, insigne archeologa degli anni Trenta, vittima delle leggi razziali del fascismo. Sono visibili le fondazioni di sette muri radiali, cioè i muri che sostenevano le gradinate per gli spettatori e il muro interno ellittico che li collegava. Le altre strutture si trovano ancora nei sotterranei dei palazzi circostanti, cresciuti nel boom edilizio degli anni Sessanta, quando ancora non esistevano leggi che regolassero l'archeologia preventiva.

L'Antiquarium una finestra aperta sul suburbio di Milano
.. Nell'Antiquarium sono conservati materiali provenienti dagli scavi che negli anni hanno caratterizzato la zona intorno all'anfiteatro, zona che costituiva, in epoca romana, un vero e proprio quartiere di Mediolanum: il cosiddetto suburbio, a sud-est, fuori dalle mura, compreso fra S.Ambrogio e S.Eustorgio. Qui si trovava un fossato e si aprivano diversi canali artificiali alimentati dalle acque dell'Olona e del Seveso. La zona aveva carattere misto polifunzionale, ora con domus come quella di via Cesare Correnti, strutture artigianali, come il probabile laboratorio farmaceutico in Via Conca

La stele di UrbicusLa stele di Urbicus

del Naviglio, necropoli, come quella dell'Università Cattolica.

Urbicus, il gladiatore.
L'Antiquarium propone una collezione di oggetti di diverso tipo, ceramiche, lucerne con decorazioni legate al mondo dei gladiatori. Fra questi una bella stele funeraria, dedicata ad Urbicus, un giovane gladiatore, morto a soli ventidue anni, per tredici volte vincitore delle gare con colleghi. Di origine fiorentina, è ricordato nella stele dalla moglie Lauricia, dalle figliolette Olimpia e Fortunose e dai suoi tifosi. L'immagine scolpita sulla pietra informa anche sul modo di combattere del giovane: era un secutor, cioè un inseguitore, che durante i combattimenti incalzava gli avversari. Indossa una pesante veste corta, è armato di breve spada, grande scudo ricurvo e un solo parastinco. Lo accompagna un cane, forse partecipe alle gare del padrone. Una immagine delicata, quasi domestica.

Il murmillo.
Sempre nel piccolo museo è possibile ammirare una statuina fittile, che raffigura un gladiatore. L'abbigliamento, composto da un lungo perizoma, il subligaculum, elmo a cresta, schinieri e manica sul braccio (fascia di protezione) permette di identificare il gladiatore come un murmillo. Infatti esistevano più classi di gladiatori, ciascuna delle quali caratterizzata da un preciso tipo di armatura.
Giochi gladiatori e anfiteatri, un connubio che piaceva allora così come incuriosisce oggi. Un invito a tutti per visitarne i resti a Milano e immaginare quando, secoli fa, il giovane Urbicus seguiva gli avversari.