Chicco all'ArteatroChicco all'Arteatro

Arrivato alla terza edizione il Festival Castelli di Lago aumenta la sua incidenza sul territorio. Oltre ai numerosi eventi che hanno animato e animeranno fino al 26 luglio le rive dei nostri laghi, sarà un grande progetto artistico a dar seguito a questa rassegna. Un'idea originale scaturita dalla vulcanica creatività di Chicco (Enrico) Colombo – il padre del Teatro dei Burattini di Varese, per intenderci – porta a Cazzago Brabbia una ventata d'arte, da vedere e ascoltare per le vie del paese. Si tratta del progetto: Cazzago Brabbia, paese dei proverbi dipinti.
Attualmente in fase d'opera questa proposta sta prendendo forma tra le mura dell'Arteatro, sede storica delle attività di Chicco e Betty Colombo e della loro numerosa équipe. In un'intervista, rilasciata proprio in questa residenza, Enrico Colombo fa il punto della situazione e mette in luce gli aspetti più artistici del Festival.

Il festival Castelli di Lago è fortemente legato al teatro, in questa edizione si conferma un'importante contaminazione con l'arte.
In che modo l'arte si è inserita nella rassegna del 2010?
"Sono fondamentalmente tre le cose che mi preme sottolineare per quanto riguarda il settore arte di questa edizione del festival. E' in corso un cambiamento importante: per due anni abbiamo ospitato artisti, il primo anno Pietro Pirelli alle Ghiacciaie, il secondo Donatella Mora. Quest'anno abbiamo invece deciso di occuparci noi anche della parte artistica. Noi, come Arteatro, e in particolare io e mio figlio Paolo che è un po' anche l'elemento di novità di questo festival. La

Un proverbio dipintoUn proverbio dipinto

sezione arte è composta da tre iniziative che mi sembrano importanti. La prima iniziativa si chiama Il paese dei proverbi dipinti, Cazzago Brabbia. E' un progetto che nasce dall'idea di illustrare con dei dipinti murali i principali proverbi della cultura locale. Il punto di riferimento da cui muove quest'iniziativa è il testo di Luigi Stadera "Il sale della terra", un testo interamente dedicato ai proverbi. Io e Stradera abbiamo identificato dieci proverbi, divisi per tematica – sulla casa, sul denaro, sull'affetto…-, e questi dieci proverbi base, fondamentali, hanno trovato una loro traduzione visiva in dipinti murali. Accanto ad ogni proverbio base ce ne sono due o tre che servono a dilatare la comprensione del tema, questi non vengono dipinti, ma scritti sotto il proverbio principale".

Come si sviluppa, in pratica, il progetto?
"Il progetto in se stesso comprende questi passaggi: in primis uno studio dei proverbi dal punto di vista visivo e pittorico, per dare anche un'omogenità all'intero ciclo. Poi c'è l'elaborazione dei bozzetti, sette sono già esposti al piano terra della sede dell'Arteatro. Dopo l'elaborazione, i dieci studi in acrilico (1m x 1m) – che saranno presentati definitivamente a novembre 2010 – verranno stampati su tela impermeabile incorniciata (2m x 2m) e collocati su dieci muri che abbiamo già individuato per le vie di Cazzago, lungo la strada che

Un'altro proverbioUn'altro proverbio

porta dall'Arteatro alla chiesa. Si creerà così una simulazione che ci permetterà di discutere del progetto con il paese. Nessuno vuole mettere addosso a un paese se stesso, nè tanto meno occupare i posti in modo prevaricante, ma vorremmo che questa sia una cosa condivisa. L'idea finale è di realizzare dieci stazioni murarie, affacciate sulla strada e in cortili già identificati. Mi piacerebbe inoltre che nel 2011 diventasse anche un percorso teatrale con attori del posto, perchè sono loro che sanno davvero i proverbi e ne sanno parlare a fondo. Stiamo già lavorando – io e Betty – affinché si inserisca, come percorso da noi proposto, nella prossima stagione".

Da dove muove questa iniziativa?
"Quest'idea nasce perchè, come dice Stadera, i proverbi sono il "sale della nostra terra", sono sintesi molto forti della cultura, del modo di vivere, del pensiero, delle convinzioni, delle espressioni, delle fedi e della fede di questa gente, di questo popolo che è vissuto e vive intorno al lago. Questi proverbi stanno andando in via di dispersione perchè scopaiono coloro che sono testimoni, i portatori orali di questi proverbi tramandati da generazioni in generazioni. In pochi ormai parlano il dialetto e molti infatti hanno apprezzato quest'iniziativa perchè si sono riconosciuti. E poi è importante pensare ai destinatari di questo progetto: i giovani, i bambini di oggi e di domani, perchè possano conoscere che cosa c'è stato prima di loro, i valori e le situazioni, ma anche la passione che ha permesso di conservare parte della memoria storica del loro paese.
L'obbiettivo finale è quello di far diventare, stabilmente, Cazzago il paese dei proverbi dipinti".

Chicco con un teatrino di carta a Villa BorghiChicco con un teatrino di carta a Villa Borghi

Le iniziative artistiche del Festival proseguono come d'abitudine anche nelle Ghiacciaie?
"Quest'anno il tema delle tre installazioni è la Riflessione (legata a come è stato condotto il festival in questi tre anni) che trova interpretazioni diverse nelle tre ghiacciaie. Nella prima, la più grande, si trova una riflessione sul Faust di Goethe. E' una riflessione sul teatro dei burattini, sul nostro linguaggio espressivo e su un'opera di per sè speculare (il Faust). Qui si trovano specchi e burattini che creano una ragnatela di sguardi. Nella ghiacciaia centrale il tema è più ludico e interattivo. C'è Ettore, che è una marionetta a grandezza umana, che gli spettatori possono muovere dall'alto. Anche qui gli specchi intervengono facendo da quinte sul pavimento. Infine la ghiacciaia ancora più ludica e interattiva: qui il visitatore non è più spettatore ma attore ed entrando nella ghiacciaia ha diverse opportunità per riflettersi con specchi normali, deformanti, magiche, con maschere e luci".

Infine è in corso una mostra anche nell'incantevole Villa Borghi di Biandronno.
"La terza esposizione che si sviluppa nelle cinque sale di Villa Borghi a Biandronno si chiama Foresta e include undici dipinti. Sono opere che presentano degli alberi molto particolari, alberi fantastici che nascono dalla mia mostra dello scorso anno, Paesaggi in movimento. Si tratta di una mostra composta da 11 installazioni formate dalla tela, da un teatrino di carta Giapponese (il khamishibai) e da un libro. Un percorso artistico che nascendo da un'immagine si concretezza in un racconto teatrale, che si svolge nel teatrino dove c'è un operatore che sfila le immagini che io ho preparato sviluppando l'immagine di partenza e un attore che racconta, oppure legge. Il terzo elemento dell'installazione è infatti un libro illustrato.
Questa mostra presenta così il progetto teatrale-educativo che proponiamo alle scuole per il prossimo anno scolastico".

Tutte le informazioni e il programma delle ultime giornate di festival si trovano sul sito www.castellidilago.com