Chiara PalumboChiara Palumbo

Si aprirà il 17 maggio a Genova, presso la Galleria Nazionale di Palazzo Spinola, una mostra incentrata su una delle imprese di Lodovico Pogliaghi: il ripristino degli affreschi della facciata a mare del Palazzo San Giorgio.

La Galleria Ghiggini di Varese ha concesso in prestito tre disegni riferibili all'intervento del Pogliaghi, studiati e "riconosciuti" da Chiara Palumbo, che abbiamo intervistato in ordine alla mostra e al suo contributo.

Qual'è lo spunto di questa esposizione genovese dedicata a Lodovico Pogliaghi?
"Palazzo San Giorgio è uno dei più importanti di Genova, decorato ad inizio Seicento da Lazzaro Tavarone. Ma gli affreschi della facciata a mare, anche per l'azione della salsedine, erano andati pressoché perduti, cosicché…".

Studio per Guglielmo EmbriacoStudio per Guglielmo Embriaco

Ecco un lavoro da Pogliaghi…
"Certo! Nel 1912 una commissione per il restauro delle pitture in facciata, di cui facevano parte Camillo Boito e Alfredo d'Andrade, ha studiato il caso e incaricato Lodovico Pogliaghi di "rifare" la storica decorazione".

Qual'era il tema degli affreschi?
"Delle allegorie, soprattutto, riferite al mare e ai commerci, con sei grandi figure di personaggi storici che hanno segnato la storia di Genova. Si trovano entro nicchie dipinte, hanno un colore giallo-bronzeo e sono raffigurate a mo' di statue. Al centro, invece, vi è la scena di San Giorgio che trafigge il Drago".

Quali sono i disegni da lei scoperti esposti a Genova?
"Sono in tutto tre, appartenenti al corpus di proprietà della Galleria Ghiggini, che mi ha dato l'opportunità di studiarli: uno studio per il Guglielmo Embriaco, il busto di Nettuno con quello di Giano – già esposti nella mostra varesina del 2006 – e un altro studio per Biagio Assereto, ancora inedito".

Studio per Nettuno e per GianoStudio per Nettuno e per Giano

Ci saranno dei prestiti dal Museo Pogliaghi del Sacro Monte?
"Sì, dalla casa-museo, purtroppo chiusa da anni, provengono tre cartoni preparatori per le figure, per fortuna, restaurati per l'occasione. Genovese è invece un bozzetto ad olio".

Qual'è il suo contributo scientifico alla mostra?
"Mi è stato chiesto di redarre le schede descrittive dei disegni-Ghiggini in catalogo, compito che ho accettato di buon grado".

Ha avuto rapporti di altro tipo con i curatori della mostra di Genova?
"No, anche se a partire dalla prima mostra sul Pogliaghi da me curata per Ghiggini si sono instaurati dei contatti con la Sovrintendenza ai Beni Artistici di Genova, inerenti il restauro del Palazzo San Giorgio".

Uno scorcio di Palazzo San GiorgioUno scorcio di Palazzo San Giorgio

Come valuta questo incarico genovese nel percorso artistico di Pogliaghi?
"E' un'impresa che rivela tre cose: il vasto campo di azione del nostro, la sua cultura visiva straordinaria e la sua maggiore libertà, quando svincolato dalla committenza ecclesiastica. Quello di Palazzo San Giorgio è infatti un Pogliaghi "laico andante"".

Chiara Palumbo si va con merito accreditando, non solo in Varese, come specialista su un artista non ancora sufficientemente studiato e valorizzato, a 150 anni dalla nascita. Con un lavoro paziente di raffronti la studiosa varesina è riuscita a dare una congrua lettura dei disegni conservati da Ghiggini, presentandoli a piccole dosi al pubblico.

La mostra di Genova, curata da Caterina Olcese Spingardi e da Gianluca Zanelli, rispettivamente Sovrintendente per la città e direttore della locale Galleria Nazionale, fornirà nuovi elementi e valutazioni sul "professore", così come la giornata di studi a lui dedicata il prossimo 23 maggio in Palazzo Spinola.

Questo crescente ritorno d'interesse potrebbe anche contagiare la Biblioteca Ambrosiana di Milano e la Fondazione Pogliaghi, istituzioni un po' addormentate che vegliano sui destini – ancora nebulosi – di una casa-museo tanto preziosa quanto bisognosa di un degno conservatore.