Dice di lui Luisa Oprandi
(…) Eugenio Ricci interloquisce con la pittura in uno scambio continuo tra dato oggettivo ed intuizione: lo scorcio di lago, la via Sacra e le cappelle, l'angolo raccolto del borgo o del paese sono lì, chiari, netti, distinti, immersi nella luminosità dominante di ogni tela ed hanno un nome, un tratto fisionomico, una singolarità paesaggistica o architettonica che li definisce. E' quello il momento in cui il pittore dà il nome alle cose, le riconosce, come a dire che la realtà, sempre riproposta in chiarezza di luce, è parte della vita, luogo concreto e palpabile dell´esperienza (…) L´impressionismo di Ricci è la forma dialogica di questo rapporto sublime tra oggettività e dimensione dell´Io: un silenzioso parlare con le cose, un quieto ascoltarne le voci, una pacato riportarne profumi e colori (…)

Eugenio Ricci
nasce a Varese nel 1944. Dal padre Antonio, noto pittore varesino eredita l'amore per la pittura. Frequenta la Scuola d'arte diretta dalla pittrice Lia Azzoni, docente dall'Accademia di Belle Arti di Bologna. Dal 1965 comincia a partecipare a collettive con riconoscimenti di pubblico e di critica. Fa parte dell'Associazione Artisti Indipendenti di Varese alle cui collettive è sempre presente. Da anni realizza i manifesti per il Gruppo Alpini di Varese. Vive e lavora a Varese