Chiara Evangelista è una giovanissima poetessa nata a ridosso degli anni duemila, studia giurisprudenza a Milano e intanto collabora con Treccani e con il blog di poesia del Corriere della Sera.

Nel 2017 ha pubblicato il tuo primo libro di poesie, per le edizioni I quaderni del bardo, dal titolo “In medias res” dalla locuzione latina che letteralmente significa “nelle cose di mezzo” ossia “nel mezzo della cosa, dell’argomento” (Orazio, Ars poetica, v. 148) e indica ogni modo di narrare che spezzi l’ordine naturale della fabula.

Due anni dopo, nel 2019 dà alle stampe, sempre per le edizioni I quaderni del bardo, la sua fortunata raccolta poetica dal titolo “Più probabile che non”, con questa seconda raccolta riceve molti apprezzamenti dalla stampa, e anche un gran successo di lettori, essendo la sua tra le proposte più vendute nel mercato della piccola editoria.

Nella prefazione, il poeta Tomaso Kenny afferma: «L’effetto dominante è quello della dematerializzazione delle referenze nella luce emanata dalla giostra di parole sopra determinate dal piacere del gioco».

Per concludere, il poeta Donato di Poce firma la post fazione del suo fortunato libro, e in passaggio afferma “Sperimentare la poesia vuol dire vedere oltre la realtà. Andare oltre le parole e il segno, è scoprire ciò che è al di là del testo e della grammatica, sperimentare un’altra vita e un altro livello di sentimento e humus cognitivo, e Chiara lo fa in maniera esemplare, tanto da richiamare alla mente il concetto di “felicità mentale” tanto caro alla compianta Maria Corti, fino a raschiare il fondo di una scrittura borderline.

Qui la poesia della Evangelista si afferma quale valida alternativa culturale, ad un intrattenimento non privo di intelligenza, pensiero e interrogazione tra significato e significate che indaga la parola al di là del semplice grafema.

In bocca al lupo giovane poetessa.

Luisa Cozzi