L'organo a BoscoL'organo a Bosco

L'attaccamento – L'auspicio trae le sue più profonde motivazioni nella storia. Quando venne costruito, nel 1831, l'organo della Chiesa dell'Annunciazione in Bosco a Montegrino venne condotto da Gemonio, luogo di fabbricazione a Grantola a carico dei 'fabbricatori': da Grantola alla chiesetta di Bosco, l'intero strumento venne trasportato invece dalla comunità femminile del paese. Tanta era l'attesa e l'attaccamento dei montegrinesi al nuovo gioiello di arte organaria, partorito dalla pregiata ditta Arioli-Franzetti. Lo stesso attaccamento che si chiede ai boschesi, adesso che lo storico organo ha preso finalmente la strada di un improcrastinabile restauro. 

Un attesa di più di vent'anni
– L'incuria del tempo e le condizioni ambientali non favorevoli hanno escluso lo strumento, a far data dall'ultimo concerto del 1984, dalle manifestazioni "Antichi organi, un patrimonio da salvare". Da quel giorno le 29 canne racchiuse dentro una elegante cassa lignea a muro incastonata nella controfacciata della chiesa hanno smesso di suonare. Un restauro atteso da più di vent'anni questo e ora reso possibile grazie al generoso contributo di un privato e ad una somma messa a disposizione dalla C.E.I. Il lavoro di recupero è stato affidato alla ditta Giovanni Mascioni. Si prevede che l'organo possa tornare, rimontato e perfettamente funzionante per un concerto inaugurale entro l'estate del 2009.

Le canne interne dell'organoLe canne interne dell'organo

Le esigenze della cassa lignea – "Già nel 2006 – ricorda Carolina De Vittori – la parrocchia aveva provveduto a rimettere in ordine la parte muraria retrostante lo strumento, tramite un restauro delle decorazioni e degli stucchi che adornano la parete della controfacciata, grazie al contributo di alcuni Enti e soprattutto delle persone che in qualche modo si sentono legate alla Chiesa di Bosco. La somma raccolta in quell'occasione fu ragguardevole e permise di riportare alla sua originaria bellezza la parete sulla quale appoggia il prezioso organo". Oltre al recupero dell'efficienza delle canne, un altro intervento dovrà essere messo a punto: quello della cassa lignea, la cui cattiva conservazione, se non risolta, metterebbe a rischio anche il nuovo organo restaurato.

Preziosità di bottega – L'auspicio della De Vittori, animatrice e pugnace interventista in ambito di recupero del patrimonio culturale della Valtravaglia è quello che, al di  là dei contributi già garantiti, altri ne possano arrivare dalla comunità dei parrocchiani. L'oggetto è di quelli che meritano: sono pochi gli organi usciti dalla bottega di Arioli e Franzetti, condivisa solo per pochi anni. Nel luinese solo le chiese di Bosco, Campagnano e Cunardo possono vantare uno strumento con la loro firma congiunta. Falegname l'Arioli, cannista il Franzetti costruirono un organo che è sostanzialmente rimasto intatto fino ad oggi, avendo subito solo lievi variazioni manutentive. La facciata è a cuspide con ali laterali e conta complessivamente 29 canne in stagno e piombo. La tastiera è ancora "scavezza", la cui prima ottava è pertanto mancante dei primi 4 diesis (Do#, Re#, Fa#, e Sol#). Mentre è già risultato, nel corso della fase di smontaggio, che le canne utilizzate provengono da un'altra prestigiosa bottega, quella di Eugenio Biroldi, di epoca precedente. E ben ottocento sono invece le canne nascoste dietro la facciata. In virtù della complessa bellezza del manufatto, non dovrebbe essere difficile, continua la De Vittori, "che boschesi e villeggianti a rendano possibile, con il loro contributo, la conservazione di un patrimonio così prezioso e prestigioso".