La chiesaLa chiesa

Collaborazioni – Ricostruire la storia di un paese attraverso uno dei suoi monumenti più antichi. La preziosa chiesa di Santa Maria Assunta descritta nelle pagine di un libro, dalla sua costruzione ai recenti lavori di restauro, finanzianti da un generoso beneffattore di Binago. Un volume promosso dalla Pro Loco in collaborazione con la Parrocchia e con l'Amministrazione comunale, che sarà presentato domenica 23 novembre alle 15.30 nella sala polivalente del municipio. Il testo, curato da Roberto Porta ha visto l'impegno di diversi studiosi, a partire dai due autori: Amanzio Cerasa, docente di Musica antica a Milano e membro della società archeologica comense, che ha redatto il primo e più ampio capitolo del testo dedicato alla storia della chiesa legata alle vicende del paese di Binago e Anna Maria Ferrari, professoressa di Storia dell'arte che si è dedicata alla parte prettamente artistica prestando particolare attenzione agli affreschi contenuti nell'edificio religioso. A completare il libro un'appendice con il resoconto dei restauri terminati lo scorso anno, a cura dell'Arch. Anna Rossatti, direttore dei lavori e tre poesie composte da alcuni cittadini di Binago e dedicate alla chiesa di S. Maria Assunta.

Un partic. della CrocifissioneUn partic. della Crocifissione

Un pò di storia – La piccola chiesa di S.Maria Assunta, a navata unica con tetto a capanna, è uno degli edifici storici più antichi di Binago. Utilizzata par lungo tempo come parrocchiale, la chiesetta si trova in posizione decentrata rispetto al paese, sorge infatti nei pressi del cimitero. Una collocazione che può far supporre ad uno sviluppo urbano differente rispetto all'attuale. Le prime documentazioni in merito all'edificio religioso risalgono al 1290 ma è lecito supporre che la costruzione originaria sia molto più antica. Di particolare interesse sono le pitture murarie conservate al suo interno, decorazioni che coprono gran parte delle pareti e che sono state oggetto di un recente restauro. La campagna di conservazione che si è conclusa nel 2007 ha ridonato un nuovo splendore agli affreschi, che appaiono oggi più completi e leggibili.

Ex voto – Gli affreschi avevano subito nel tempo diversi ritocchi ed aggiunte, sovrapposizioni che sono state eliminate dagli esperti. Il ciclo, che dovrebbe risalire alla seconda metà del 1400, non presenta un'iconografia omogenea, i diversi soggetti sono ascrivibili a più mani e nel complesso manca una narrazione unitaria. Si tratta di singoli episodi religiosi, la cui esecuzione è da ricondursi a singoli gesti votivi e devozionali. Nell'abside in posizione centrale è dipinta una splendida Crocefissione che si inserisce tra l'angelo Annunciante, a destra, e la

L'interno della chiesaL'interno della chiesa

Vergine annunciata a sinistra. Ripetuta più volte la Madonna col Bambino appare sia nella parete destra della navata che in quella di sinistra, dove è dipinta in trono tra San Sebastiano e San Bartolomeo.

Paternità provvisorie – Non è ancora stato possibile risalire al nome di nessuno degli autori, anche se nel tempo sono state fatte varie ipotesi. Tra gli antichi frescanti è stato segnalato Galdino da Varese e ad altri pittori suoi seguaci per quanto riguarda le figure della navata, e Giovanni Pietro da Velate per il dipinto che occupa la parte superiore della parete di fondo del presbiterio, dietro l'altare. Sicuramente sono affreschi da ascrivere all'ambito provinciale e riconducibili alla mano di un artista attivo tra la fine del '400 e l'inizio del 1500.