La copertina del libroLa copertina del libro

Pagine intense – Un viaggio psichico, tematico, espressivo nell'arte del Novecento dove la scrittura è accadimento vissuto, evento nella dialettica senza fine della luce e dell'ombra. Luogo e non luogo di questo testo testoriano è Bondo (Canton Grigioni – Svizzera) dove la pittura di Varlin arriva a una "grande deflagrazione", ultima soglia, congedo. Nella scena oggettuale, incorporea, Giovanni Testori ama richiamare la grande triade in figura: l'indicibile interiorizzazione di Giacometti, la tragica immanenza di Bacon, la sconfinata lingua del corpo di Varlin. Questo si ritrova nel libro di Testori "Le ceneri e il niente: scritti per Varlin" che sarà presentato sabato alle 17.30 in galleria Ghiggini dove è attualmente in corso la mostra dedicata all'artista svizzero.

Un grande scrittore – A presentare il volume un grande conoscitore di Testori il professor Stefano Crespi, curatore della mostra, accompagnato dalla figlia di Varlin, Patrizia Guggenheim. Conosciamo meglio l'autore: Giovanni Testori nasce nel 1923 a Novate Milanese. Compie gli studi al Collegio Arcivescovile S.Carlo di Milano, si laurea in Lettere all'Università Cattolica. Un'esistenza apparentemente spoglia di avvenimenti esteriori, ma tutta presa da un immenso lavoro creativo (narrativa, teatro, poesia, critica d'arte). Quasi ogni giorno si recava in treno al suo studio di Milano, in via Brera. Un viaggio (grigio su grigio) nella periferia di Milano, una sorta di «qui del mondo», condizione e metafora della sua scrittura, divaricata, eccentrica, tra amore e un phatos sdegnoso, radicata nelle problematiche profonde dell'arte e dell'esistenza. Nel 1978 assume l'incarico di critico d'arte al «Corriere della Sera». Dopo lunga malattia si spegne a Milano il 16 marzo 1993.

per il Racconto dell'Arte nel Festival del Racconto
"Willy Varlin e gli amici scrittori"
sabato 31 ottobre 2009 ore 17.30
con Stefano Crespi e Patrizia Guggenheim
presentazione del volume
Giovanni Testori "La cenere e il niente: scritti per Varlin"
a cura di Stefano Crespi (ed. Le Lettere, Firenze)