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Tecnicamente si chiama compromesso. Di fatto è un preliminare di donazione quello che qualche giorno fa Giancarlo Sangregorio ha firmato con l'amministrazione di Sesto Calende, con il quale si impegna a cedere al comune dove ha ormai da anni la propria dimora, 7 opere monumentaliin vista di quel progetto di parco di sculture di cui ormai si parla da mesi.

Un progetto che sta a cuore sia all'artista che alla giunta sestese, in particolare al sindaco Eligio Chierichetti ma che sinora ha avuto un'accoglienza fredda da parte dei vertici del Parco Ticino, l'organo cheha l'ultima parola nel definire la destinazione d'uso di terreni che non insistono direttamente nel perimetro urbano, pur essendo il terreno in questione di proprietà privata, nello specifico dello stesso Sangregorio.

L'idea primigenia ha circa due anni. L'estate scorsa i primi passi concreti, con la presentazione di un progetto che prevedeva sul terreno esattamente dietro la villa Sangregorio, già da tempo "abitato" da alcune sue sculture, una tensostruttura, con camminamento panoramico, il consolidamento del terreno, una nuova piantumazione, per un costo che si aggirava sui 100mila euro.

Uniti da un irokoUniti da un iroko

Di quel disegno, messo in forse dai dubbi dai rappresentanti del Parco Ticino che avrebbero preferito altre soluzioni più vicine al centro città e meno invasive del tessuto naturale, ora viene riproposta una versione più attutita. Sparisce la tensostruttura, rimane il percorso artistico scandito dalle 7 opere, gli interventi di piantumazione, l'impegno dell'amministrazione a gestire l'ordinaria amministrazione delle opere attraverso specifici presidi protettivi per il legno, indicati in maniera inequivoca dal grande scultore.

Il quale, con l'atto firmato, si impegna appunto a "compromettersi" per 150 giorni, più o meno fino a settembre, in attesa di ulteriori rilievi di geologi, agronomi e del definitivo parere assertivo del Parco Ticino. Un impegno eventualmente prorogabile da parte dell'artista.

Il comune e gli altri attori hanno adesso una sorta di scadenza.  Anche se l'impressione, anche del sindaco Chierichetti, è che a questo punto non dovrebbero esserci ostacoli probanti ad impedire la realizzazione del progetto, tenuto conto della diminuzione dei costi: senza la tensostruttura il peso economico dell'operazione dovrebbe scendere a circa 72mila euro, di cui già 15mila messi a bilancio, altri in parte  già recuperati  e recuperabili attraverso contributi privati.

Arrivati al dunque auspicato, il preliminare di donazione diventerà a quel punto atto ufficiale a tutti gli effetti, alla presenza del segretario generale e delle altre autorità di rito. Donazione definitiva, o meglio, "per 99 anni, perchè di definitivo non c'è nulla",  chiosa il sindaco.