Piccoli borghi, antichi villaggi, cittadine signorili, fortezze medievali. L'Italia è un colorato, sorprendente e magico luogo, tappezzato di paesi suggestivi, dove il tempo sembra essersi fermato. Nel ricco mosaico di bellezze che l'Italia ha da offrire si trova anche l'isola di San Giulio, un palmo di terra in mezzo al lago d'Orta, su cui il monastero benedettino Mater Ecclesiae si erge come un castello.
La leggenda narra infatti che l'isola, distante pochi centinaia di metri dalla riva di Orta, un tempo fu uno scoglio roccioso, infestato da serpi, draghi e terribili mostri. Nel 390 approdò sulla piccola isola, San Giulio, fuggito dalla Grecia per scampare alle persecuzioni, e dal quel momento tutto cambiò. San Giulio, volendo costruire a tutti i costi la sua centesima chiesa cristiana, si spinse fin sulle rive del lago e affascinato dal luogo rimase a contemplare l'isola. Il santo, non trovando una barca, attraversò le acque del lago stendendovi sopra il proprio mantello e camminandoci sopra, guidato nella tempesta dal suo bastone, raggiunse l'isola. Scacciati draghi e serpenti con la sola forza della parola, iniziò a costruire la chiesa, nella quale scelse poi di essere sepolto. In questa stessa isola nacque Guglielmo da Volpiano, monaco benedettino che ebbe grande parte nella evangelizzazione dell'Europa, nell'XI secolo.
L'isola è una località di grande misticismo. Non appena il motore del battello che porta i visitatori da Orta si allontana, si allarga tutt'intorno il silenzio, più ampio e più profondo del lago stesso. Non un semplice lago, ma quasi un mondo di mezzo, o un insondabile confine. Di là noi, le case, le auto, la frenesia, il rumore. Di qui il silenzio, la preghiera, la clausura e una settantina di monache benedettine avvolte nel loro velo.
Quest'isola porta in sé qualcosa di profondo e forte, che trapela in superficie. Scendendo nella cripta di quello scrigno d'arte che è l'antica basilica, dove è sepolto san Giulio, si toccano le tracce del passato più remoto. Il canto latino delle monache si eleva verso l'alto, verso la Bellezza, il Mistero che si dona a chi "si innalza" per aprirsi all'incontro.
Lungo la "via della meditazione", nell'intensità del silenzio vengono esaltati i profumi, sospesi nell'aria calda. Fragranza di gelsomino inebriante, di magnolia, di rosa, di lago. Ogni pietra del selciato potrebbe raccontare una storia: la storia di migliaia di pellegrini che nei secoli l'hanno calcata, venendo a cercare pace, e, nella pace, Dio.