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Aria di primavera – Il fascino di ricostruire qualcosa che non abbiamo conosciuto, ma che sappiamo esserci stato prima di noi, o semplicemente quello che all'apparente sguardo frettoloso non riconosciamo se non con un'osservazione più attenta. L'arte permette anche questo meccanismo, questo viaggio, questa sorta di scoperta. Dopo i quattro artisti che hanno indagato l'oltre, attraverso diverse forme espressive, dalla scultura alla fotografia, alla pittura, ora è la volta di altri protagonisti che animano l'inconsueto spazio espositivo della serra varesina. Le opere d'arte esposte sono accompagnate durante l'inaugurazione di martedì 21 aprile, dalle poesie di Paolo Rattazzi, lette dall'autore stesso. Classe 1922, milanese doc, emigrato in Svizzera durante gli anni del conflitto mondiale, Roberto Rattazzi vive a Varese da diversi anni. Quasi ottantasettenne, si dedica alla passione per la pittura ed è membro del Cenacolo dei poeti dialettali; ripercorrere le radici di parole e dialoghi.

Lo sbocciare dei fiori – Nella pittura le radici di popoli differenti trovano terreno comune. L'africa, lo sguardo degli animali di terre lontane, sono l'anima delle opere realizzate su legno firmate da Samuele Arcangioli. L'impatto creativo trova dialogo diretto con la vita della natura. Due storie parallele che in un certo senso trovano ragion d'essere comune. Barbara Lecoq ha intrapreso la strada artistica dando libero sfogo proprio al suo amore per l'arte primitiva africana, prima dipingendo su seta e poi su legno. Un forte legame con la materia e la natura, un rapporto diretto con l'evoluzione, la trasformazione del supporto ligneo, vivo, robusto e affascinante come le radici.

Radicati nella fantasia – Due giovani, Stefano Calderara e Roberta Volpe hanno compiuto un percorso di studi artistici, entrambi frequentando l'Accademia di Belle Arti di Brera, rispettivamente il corso di decorazione e di scenografia. In occasione della mostra alla serra Obiettivo Verde, Stefano Calderara propone una serie di creazioni in terracotta, opere dell'ultima sperimentazione con la materia. I soggetti indagano non solo la lavorazione del materiale naturale, ma anche la sfera del gioco, della fiaba, di un mondo che è realtà non solo dei più piccoli. I protagonisti delle fiabe, da Pinocchio e la balena, la volpe e l'uva, al ranocchio che si trasforma in principe azzurro, sono gli attori che hanno affascinato intere generazioni, ma che oltre a coinvolgere ed entusiasmare i bambini, fanno riflettere i più grandi, oltrepassando l'aspetto fantasioso racchiuso in una favola, per scoprire e riflettere sulla morale più profonda che questa vuole trasmettere. Roberta Volpe si allontana dal suo ambito creativo legato alla scenografia e per quest'occasione presenta una scultura in creta, 'One', simbolo di un abbraccio, come due radici che si intersecano, che nascono da un unico vaso. Sviluppa il concetto di 'interdipendenza'.Gli esseri umani sono collegati in uno strato più profondo, come in una grande foresta, dove gli alberi in superficie sono separati, ma nel profondo diventano una cosa unica.

'Le radici. Il mondo sotto – il non visibile'
vernissage 21 aprile dalle 19.30 alle 20.30
dal 21 aprile al 21 maggio 2009
presso la Serra Obiettivo Verde
Via Agello, 10 Varese
0332-320779