Milano –  Il  MEET Digital Culture Center,  Centro Internazionale per l’Arte e la Cultura si prepara ad accogliere Noire, l’installazione immersiva che mette in scena un fatto storico avvenuto nel 1955 a Montgomery, in Alabama. Un gesto rivoluzionario compiuto dalla studentessa Claudette Colvin quando la ragazzina di colore, allora 15enne, si rifiutò di cedere il proprio posto a un passeggero bianco, nonostante le minacce. Un rifiuto che gli costò l’arresto al quale rispose citando  in giudizio la città e dichiarandosi non colpevole.

Una mostra che vuole essere anche un riscatto per Claudette Colvin (oggi 84enne), il cui nome, malgrado il suo coraggio, non è ricordato come quello della più famosa Rosa Parks, che sempre a Montgomery nove mesi dopo, grazie anche al gesto di Claudette e all’incontro fortunato con il giovane pastore Martin Luther King, diventò un’icona per il movimento per i diritti civili delle persone di colore.

L’installazione prodotta dalla Casa di produzione Novaya e dal Centre Pompidou, per la prima volta in Italia sarà presentata al pubblico dal 3 febbraio. Si tratta di un’esperienza narrata con il linguaggio della realtà aumentata, che permette agli spettatori di entrare nella scena e rivivere quella situazione.

«Siamo particolarmente orgogliosi di ospitare “Noire” nella Sala Immersiva data la nostra natura di Digital Culture Center votato all’immersività e all’innovazione», ha dichiarato Maria Grazia Mattei, Fondatrice e Presidente di MEET. «In quest’occasione, inoltre, l’utilizzo della formula “mixed reality” permette di indagare con maggiore coinvolgimento temi sociali legati all’attualità, in perfetta sintonia con l’essenza stessa di MEET, che sin dalla sua origine si pone come media al servizio della società. La modalità immersiva, infatti, permette al visitatore di partecipare in forma attiva alla “situazione” che, proprio per il coinvolgimento totale del nostro corpo, diventa emotivamente potente, rispondendo così all’obiettivo di fare dell’arte digitale un canale privilegiato, non solo al servizio della creatività ma anche e soprattutto dei temi caldi del sociale».

L’installazione Noire è fruibile in gruppi di 10 persone; a ogni visitatore vengono forniti un paio di occhiali AR Hololens 2 (che permettono di vedere in contemporanea reale e virtuale) e cuffie a conduzione ossea con cui entrano in un set di 250 metri quadrati creato per l’occasione e arricchito da figure virtuali e oggetti connessi (che riproducono luci, vento, vibrazioni ecc.). Set che, appena entrati, sarà abitato dai protagonisti di quella storia avvenuta in Alabama negli Anni 50.

Con l’equipaggiamento innovativo fornito, l’esperienza (durata 32 minuti) risulta totalmente impattante e molto forte, grazie anche a una voce fuori campo che accompagna i visitatori, i quali sentiranno sulla propria pelle cosa significasse essere una persona di colore nell’America di quegli anni.

La storia di Claudette è tratta dal saggio biografico Noire, la vie méconnue de Claudette Colvin (Edizioni Grasset, 2015) della scrittrice Tania de Montaigne, adattato dai registi Stéphan Foenkinos e Pierre-Alain Giraud. Prodotta da Emanuela Righi e Patrick Mao Huang, è stata realizzata da un team di eccellenze del settore: per esempio, il compositore Valgeir Sigurðsson (produttore della musica di Björk per il film Dancer in the Dark di Lars von Trier) e il sound designer Nicolas Becker (vincitore del Premio Oscar per il miglior suono nel 2021 con Sound of Metal di Darius Marder) hanno composto musica e suoni originali mozzafiato che consentono al pubblico un’immersione totale e organica nella storia.

In scena anche montaggi di archivio, video, trailer e immagini originali accompagnano i “fantasmi” di Claudette Colvin e Tania de Montaigne nella ricostruzione di questo mondo.

L’evento rimarrà in calendario sino 10 marzo. Orario Sala Immersiva: martedì – domenica, 15 -19.