L’anno scorso ha visto cadere i cent’anni dalla scomparsa di Odoardo Tabacchi. Il Tabacchi, nativo di Ganna, è stato uno dei più rinomati scultori della seconda metà dell’Ottocento. La raccolta dei suoi gessi è stata acquisita, alcuni anni or sono, non da Ganna ma da Gorla Maggiore, comune che attraverso la Fondazione Torre Colombera aveva annunciato, per l’occasione del centenario, una serie di manifestazioni legate allo scultore: mostra, monografia, convegni, concorso per giovani: iniziative venute a mancare, una dopo l’altra.

 

Ne abbiamo chiesto la ragione al presidente della Fondazione Torre Colombera, Antonio Calvenzani, colui che ottenne dalla nipote del Tabacchi la donazione dei gessi e di parte dell’archivio, in cambio del restauro degli stessi – sopravvissuti in condizioni spesso precarie – e della futura apertura di un museo in Gorla Maggiore dedicato allo scultore lombardo. “Per questioni tecniche –  racconta il Calvenzani –  non dipendenti dalla nostra volontà, i progetti legati a Tabacchi hanno subito una pausa, protrattasi più di un anno. A questo punto, conviene rimandare il tutto all’apertura definitiva del Museo Tabacchi, prevista, se non vi saranno ulteriori intoppi, da qui a due anni”.

 

Qualcosa però è stato fatto, e non da poco: circa trenta gessi, alcuni monumentali, sono stati restaurati con tutte le cure del caso, e dovevano costituire il piatto forte della mostra celebrativa prevista nell’autunno 2005, rinviata – soggiunge Calvenzani – anche per le esigenze piuttosto rigide della Sovrintendenza e, non da ultimo, per l’intervento e la mancata collaborazione con il Comune di Ganna”. Quest’ultima vicenda si può riassumere con il fatto che il paese natale dello scultore ha ritenuto opportuno celebrare “in loco” il “suo” artista, ma con risorse limitate e intenzioni diverse da Gorla Maggiore, forte della donazione e delle grandi idee in cantiere.

 

Concretamente, anche per i tempi ristretti dell’operazione, anziché una collaborazione fra istituzioni interessate allo stesso scopo, ne è uscita incomprensione, gelosia, protezionismo, al punto che Ganna ha ricordato Tabacchi con una conferenza e una proiezione, mentre Gorla è addirittura rimasta al palo.

Il funzionario della Sovrintendenza di Milano, Isabella Marelli, responsabile per la zona di Varese, sapeva perfettamente delle iniziative della Fondazione Torre Colombera;  “Ma –ha affermato – non basta acquisire un patrimonio culturale, fatto sicuramente meritevole, occorre anche garantirne nel tempo le migliori condizioni di conservazione e fruibilità, che è quanto i nostri uffici sono preposti a fare. Ho dato il benestare al restauro dei gessi, ma ho sollevato qualche riserva sull’empirismo dimostrato in ordine allo spostamento delle opere per la mostra di Gorla”.

Mostra che è rimasta fantasma. Un timore che potrebbe toccare anche il costituendo museo già destinatario di due progetti già accantonati e un terzo di prossima realizzazione. Se il presidente della fondazione insorge, depositario dei fondi già stanziati per i rimanenti restauri e trascinatore di tutta l’impresa, l’assessore ai Lavori Pubblici, nonché vicesindaco del comune, Paolo Albé, con modi garbati cerca di spiegare il punto della situazione, dal punto di vista degli spazi destinati al museo.


Entro l’estate voteremo il rifinanziamento del lotto di lavori
(circa mezzo milione di Euro) riguardante l’ala del palazzo comunale destinata al museo. Quindi pubblicheremo il relativo bando e incaricheremo un architetto del progetto, che è un intervento di ristrutturazione e riqualificazione funzionale degli spazi esistenti. Con i progetti precedenti ci eravamo spinti un po’ troppo in là…ma i gessi e l’archivio sono un patrimonio inestimabile, l’amministrazione non ha mai smesso di credere alla sua piena valorizzazione”.

 

Arnaldo da Brescia in BresciaFondazione Torre Colombera e Comune procedono dunque in sintonia, le pause nel percorso di avvicinamento al Museo Tabacchi sono incidenti e ingenuità tecniche , per tacere della complessa necessità di mediare politicamente le decisioni. Il che non è facile da credere, ma ci prova, da anni ormai, Paola Manfredi Vercellino, colei che si ritrovò erede di un patrimonio da salvaguardare.

La gipsoteca dello scultore si conservava originariamente presso la Villa Tabacchi di Ganna: edificio storico, ristrutturato dall’architetto Luigi Caccia Dominioni, che sarebbe stato il luogo ideale per allestire una casa-museo, ma né il Comune di Ganna né gli Amici della Badia, né il FAI, né l’Accademia Albertina di Torino, né l’Arcivescovo ebbero sufficienti mezzi e coraggio per acquisire quel patrimonio, in effetti di ardua collocazione, conservazione, gestione. Almeno in un paese come l’Italia, dove non si riesce ancora a fare di giacimento culturali un’attività autosufficiente.


“Non sono più una ragazzina, spero di vedere realizzato quel museo dedicato a Tabacchi
che ho cercato di tenere insieme e di destinare a un’istituzione all’altezza . Gorla si è mossa efficacemente, il progetto va un po’ a rilento, ma prima o poi si realizzerà”.

La signora, nell’amarezza e nel disincanto, è convinta di aver fatta la scelta migliore, rimanendo fiduciosa in attesa che una località lombarda sì, ma piuttosto lontana dall’orizzonte di Odoardo Tabacchi, restituisca al pubblico un’invidiabile, ingombrante tesoro di (s)cultura