Matteo Scaltritti, ospite degli studi di La6 TvMatteo Scaltritti,
ospite degli studi di La6 Tv

Il Museo e la Memoria del futuro – Matteo Scaltritti, docente a contratto del Politecnico di Milano e Direttore del Museo della Società Gallaratese per gli Studi Patri, è l'ultimo ospite in ordine di tempo della trasmissione Info@cultura. Con lui abbiamo ripreso i nuclei principali del convegno intitolato "Comunicare i Beni Archeologici" organizzato, lo scorso marzo, dalla Società Gallaratese per gli Studi Patri, nel corso dell'ultima edizione di Filosofarti. Una giornata di Studi che ha aperto non poche brecce nel cuore del dibattito sul compito, le nuove aspirazioni e l'aggiornamento museali.

Primum, comunicare – "Uno dei principali temi emersi dalla giornata di studi – spiega Scaltritti durante l'intervista – è l'urgenza di una più vasta ed attuale comunicazione per musei e siti archeologici. È anche necessario che il Museo diventi sempre più un'istituzione capace di rispondere a tutte le esigenze di un pubblico diversificato ed esigente. Tutto questo, senza rinunciare e anzi potenziando il rigore e il metodo degli studi scientifici".

Tutti i tipi di pubblico – Torna alla mente la celebre espressione con cui i Musei di Berlino individuano "il visitatore frettoloso", quello che all'interno del moderno modello di turismo – con cui volenti o nolenti, occorre fare i conti – visita i musei in una passeggiata. A questo tipo di fruitore, così come a quello più riflessivo e meticoloso, il moderno Museo deve essere capace e in

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grado di trasmettere le informazioni principali con una buona dose di duttilità e versatilità verso tutte le fasce sociali e di età. Il tema della moderna museologia è vastissimo ma ci sentiamo di consigliare qualche passaggio del bel volume di Maria Cecilia Mazzi, "In viaggio con le muse. Spazi e modelli del museo" o l'altrettanto illuminante "Musei. Trasformazioni di un'istituzione dall'età moderna al contemporaneo" di Pietro C. Marani e Rosanna Pavoni.

Gallarate aspetta e sta tacitamente preparando il rinnovamento del Museo della Società Gallaratese per gli Studi Patri. Un rinnovamento che, spiega Scaltritti, dovrà passare attraverso diverse tappe: dalle modifiche strutturali e dall'abbattimento delle barriere architettoniche per arrivare ad un moderno metodo di comunicazione dei contenuti culturali. E si dovrà passare anche dalla catalogazione e dallo studio del patrimonio della collezione permanente.

"Il Museo della Società Gallaratese per gli Studi Patri – spiega Scaltritti – è ospitato negli spazi di un ex convento francescano, risalente alla fine del XIII secolo, mentre l'attuale allestimento risale agli anni '70. La collezione permanente è composita, comprendendo un ricco nucleo di reperti archeologici, materiali lapidei e pittorici che dal Medioevo arrivano all'epoca moderna. Tra i suoi tesori, anche un celebre dipinto di Tanzio da Varallo e diverse tele firmate da Giuseppe De Albertis. Un significativo nucleo è costituito poi da documenti e volumi che narrano l'epopea del Risorgimento". Il progetto di rimessa a nuovo e di un generale riallestimento del Museo di Gallarate è condiviso dal consiglio della Società per gli Studi Patri. Sarà certamente un progetto lungo e complesso vista anche l'entità delle collezioni. Ma un significativo interessamento è già venuto dal SiMArch, il Sistema Museale Archeologico della Provincia di Varese, che ha di recente dato alle stampe il bellissimo volume

Il Museo di GallarateIl Museo di Gallarate

intitolato: "Alle origini di Varese e del suo territorio". Nelle sue oltre 750 pagine, è compreso anche il nucleo di reperti archeologici del museo di Gallarate che non risulta ancora compreso nel Sistema Museale Archeologico ma piuttosto si può considerare una realtà collaterale e tangente".

La cicala e la formica – Così Gallarate pare prepararsi a riacquistare uno dei poli culturali più importanti della città, un museo dalla lunga storia e dal futuro promettente. Una conquista che probabilmente avverrà in un lungo percorso, ritmato da tappe successive. Un percorso scandito da tante domande e – ci auguriamo – da altrettante risposte. In effetti i grandi mecenati e i cultori d'arte di ogni tempo hanno fatto davvero tanto per mettere insieme i tesori d'arte che ancora oggi possiamo vedere. Oggi, quelle raccolte sono davvero a nostra disposizione? Con il loro potenziale di diletto, di ricreazione dell'anima e di piacere? Perchè allora passare frettolosamente, distrattamente davanti agli originali per correre al bookshop? Perchè non considerare il patrimonio d'arte come vero e proprio scheletro che dà forma e sostanza all'identità cittadina, piuttosto che come accessorio opzionale? Chissà che quello della Società per gli Studi Patri di Gallarate, sia il museo storico che faccia re-imparare la visita fatta con passo sciolto e tranquillo, volgendo un'occhiata all'opera d'arte ed una all'architettura che la ospita o al panorama al di là della finestra, cercando, magari anche d'istinto "il proprio quadro".